PaRappa The Rapper Remastered – Recensione

In un’epoca in cui la fantasia e l’originalità sembravano disposte a creare qualsiasi cosa, molte erano le aziende che avevano cercato di imporsi notevolmente sul mercato puntando a forgiare delle mascotte che potessero competere con quella più indiscussa e conosciuta del mondo, che scorrazza tra il regno dei funghi da tanti anni ormai: è proprio lui, Mario, il celeberrimo idraulico baffuto di Nintendo. Poche erano invece le figure capaci a dare del potenziale filo da torcere – di cui possiamo menzionare Sonic, Crash Bandicoot, Rayman, Spyro e così via – mentre le altre erano frutto di un tentativo rozzo e vano, eppure sempre capaci di definire una visione che supera i limiti di una produzione modica e spesso scanzonata.

PaRappa the Rapper è uno di quei giochi che rimangono solidamente ancorati alla propria epoca, quello a cui dobbiamo riconoscere l’affascinante voce del cane antropomorfo PaRappa e la sua incredibile capacità di redimersi dai suoi errori e di continuare a migliorare attraverso i propri sforzi realizzando il suo sogno: diventare un’asse portante della musica, oltre che conquistare il cuore della premurosa Sunny Funny.

The Hip Hop Hero

PaRappa the Rapper Remastered rispetta appieno gli standard della versione originale rilasciata venti anni fa, promettendo di (ri)vivere un rhythm game esuberante e colorato. Un’avventura musicale unica del suo genere, in cui ogni livello di gioco è caratterizzato da una lezione musicale a colpi di strofe e rime, in cui bisogna premere con il giusto tempismo dei tasti che ci vengono indicati dalla parte superiore dello schermo, per abbinarci al ritmo strampalato dell’insegnante. Per quanto siano esigue le fasi giocabili – 6 in tutto – PaRappa the Rapper Remastered convive con le stesse imperfezioni e magagne già riscontrate nella versione base: nel momento in cui toccherà ripetere la prestazione dell’insegnante premendo gli stessi tasti e mantenendo la stessa velocità, comincia a salire una malsana frustrazione dovuta a un gameplay per niente ritoccato da Sony IEE.

Seguono dunque gli stessi problemi, specialmente quando la barra di “lettura” non risulta talvolta sincronizzata con il ritmo esatto e la pressione del tasto – a causa di un lieve imput lag del controller che si fa sentire, riducendo l’esperienza di gioco a un calvario noioso. L’esito di una prova, che – diciamocelo! – si basa più sull’improvvisazione più che sul tempismo, è indicato dai misuratori che determinano le nostre prestazioni, classificandole come “cool”, “good”, “bad” oppure “awful”. Senza troppi biasimi, raggiungere il grado più alto risulta essere smisuratamente impegnativo se non frustrante. Mentre, all’altra estremità, bisogna considerare che PaRappa the Rapper Remastered mantiene un gameplay semplice, innocuo e visivamente senza profondità, la cui longevità è tra le più basse nel mondo dei videogiochi.

PaRappa The Rapper Remastered

Mancanza di coraggio

PaRappa the Rapper Remastered presenta una grafica con una risoluzione a 1080p su PS4, contro i 4K su PS4 Pro. Tecnicamente non è appariscente e né vuole trasgredire: i dettagli e le animazioni – che, benché ripulite in 16:9, non evidenziano un marcato lavoro di restauro – potrebbero strizzare l’occhio ai nostalgici, molto meno al pubblico giovane. C’è da urlare invece addio allo sfrigolio della prima PlayStation, perché, finalmente, le musiche rap di PaRappa sono adesso più uniche e ineguagliabili di quanto non lo fossero state, grazie a una migliore ed efficiente resa sonora.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]Il tempo sembra essere passato invano per la creatura di Mayaya Matsuura. PaRappa the Rapper Remastered si spegne solo al minimo; punta solo al rinvigorimento della grafica e non all’annullamento di quei suoi orridi difetti di impostazione e sistema di controllo, con cui bisognerebbe fare a cazzotti, che permeavano anche nella versione originale; si insidia solo nelle menti nostalgiche o di chi ha potuto almeno vivere le memorabili tracce del gioco. Si limita a presentarsi spigolosa, con un prezzo difficile da giustificare.[/stextbox]

Sull'autore

Luigi Fulchini

Studente e uno dei fondatori di HavocPoint.it. Scrive di videogiochi.