Batman: Return to Arkham – Recensione

In molti si lamentano dei remaster, soprattutto di giochi relativamente recenti, noi no. Crediamo che le rivisitazioni di giochi già usciti, con tanto di rinnovamento grafico e tecnico rappresenti una buona occasione per rivivere il gioco senza quella sgradevole sensazione che ci prende quando, abituati ad una console migliore, rispolveriamo un titolo ritrovandolo “invecchiato”. Dopo il successo, almeno su console, di Arkham Knight, ecco che ritornano i primi due capitoli in Batman: Return to Arkham.

Lasciati indietro

Come raccolta completa della serie sul celebre manicomio, Batman: Return to Arkham parte mutilato di due capitoli “non canonici”: Arkham Origins e Blackgate. Capiamo il motivo di questa scelta; non sarebbe stato proficuo spendere risorse nell’adattamento di due episodi snobbati da fan e critica, eppure l’inclusione degli stessi sarebbe stata una buona occasione per i fan di giocarli per la prima volta, magari apprezzandoli, come successe con la riedizione di Metal Gear Solid che includeva i capitoli per console portatile. Scordatevi quindi di poter giocare l’intera saga su current gen, ed accontentatevi (si fa per dire) dei capitoli migliori.

Batman: Return to Arkham

I pazzi al comando

Arkham Asylum, con le sue mura imponenti, ed Arkham City, con il suo sistema più orientato sul free roaming, appaiono decisamente più gradevoli, grazie alla nuova grafica. Per chi se li fosse persi, in Asylum ci ritroveremo in un claustrofobico manicomio in cui ognuno degli ospiti si trova lì proprio a causa del cavaliere oscuro, ed aspetta solo di ricambiare il favore.

La mappa da metroidvania rende l’esplorazione necessaria e piacevole, e gli indovinelli dell’enigmista non sono così numerosi, dispersivi e frustranti da localizzare come nei suoi successori, rendendo il cammino verso il 100% gradevole ed impegnativo quanto basta. Forse l’unica delusione all’epoca riguardava la battaglia finale, ma lasceremo che siate voi a decidere. In City troveremo invece una piccola città ad accoglierci, una trama più fitta, un maggior rilievo dato agli antagonisti ed un sistema di combattimento nettamente più vario.

Come ogni riedizione che si rispetti, Batman: Return to Arkham comprende tutti i contenuti DLC, skin e missioni aggiuntive. Il sistema di controllo non ha sbavature, e potrete passare agevolmente da questo ad Arkham Knight e viceversa senza problemi.

Batman: Return to Arkham

Questione di secondi

Non si poteva avere tutto? Evidentemente no, visto che in Batman: Return to Arkham l’intera esperienza è minata da un compromesso: la fluidità del gioco è stata sacrificata sull’altare della grafica. I frame al secondo non sono bloccati, e vanno continuamente su e giù, su e giù, oscillando tra i 35 e i 15 frame al secondo. Non siamo più tanto abituati ad oscillazioni simili, per fortuna, e vedere due capolavori tralasciare in tal modo un aspetto tanto importante in un periodo in cui i nostri schermi si evolvono così velocemente è davvero una brutta cosa.

E qui torniamo al discorso fatto all’inizio: le remastered hanno senso quando offrono un’esperienza rinnovata, che non fa sentire datato il gioco. Se il budget, la tecnologia o le competenze del team che ha riadattato i due giochi non erano sufficienti, allora non aveva nemmeno senso far uscire Batman: Return to Arkham nel 2016. Meglio aspettare qualche anno allora, o la prossima generazione, addirittura. In molti hanno affermato che sarebbe stato meglio lasciare la grafica com’era, concentrandoci sugli FPS stabili, ma sinceramente, non siamo d’accordo, lo ripetiamo, un gioco si rispolvera quando può uscire senza compromessi, con un aggiornamento adeguato alla generazione corrente.

Batman: Return to Arkham

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]Bei giochi, riedizione mediocre. Nonostante ciò, se siete colpevoli di aver saltato questi capolavori, ora avete la possibilità di espiare, prima che Azrael o chi per lui venga a punirvi. Batman: Return to Arkham è il miglior modo di giocare Arkham Asylum e Arkham City, anche se il risultato finale avrebbe potuto essere molto migliore. Per tutti gli altri, che hanno seguito la storia del cavaliere oscuro fin dall’inizio, vivendo sulla propria pelle l’evoluzione della serie, niente di realmente nuovo. Non ci sono nuovi contenuti oltre a quelli dei DLC già usciti, e i miglioramenti non sono così importanti da giustificare un acquisto a prezzo pieno.[/stextbox]

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.