Killing Floor 2 – Recensione

Con Left 4 Dead inchiodato su Xbox 360 e PC, alcune softwarehouse cercano giustamente di occupare il posto vacante lasciato su console di nuova generazione destinato agli sparatutto cooperativi. Poco tempo fa ci siamo occupati dell’eccellente Vermintide, un titolo che non si faceva scrupoli a pescare a piene mani dal lavoro di Valve. Questa volta tocca ai ragazzi di Tripwire cercare di conquistare la sua fetta di utenza, letteralmente con le unghie e con i denti, con Killing Floor 2, un gioco decisamente più coraggioso e originale. Differenziarsi paga?

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Denti contro pallottole

Il gioco ha due modalità: Sopravvivenza e Sopravvivenza versus, e proprio come in L4D, nella prima dovremo sopravvivere come esseri umani, mentre nella seconda ci si dividerà in due squadre che si alterneranno il controllo di zed e sopravvissuti. Le mappe hanno vari temi ed ambientazioni, molte di esse davvero riuscite, ma praticamente in tutte potremo gestire il campo solo chiudendo e sigillando le porte, obbligando i nemici a raggrupparsi per sfondarle, per poi falciarli tutti assieme una volta che il varco viene sfondato.

Una delle falle di Killing Floor 2 è il gameplay, solido, ma ripetitivo all’inverosimile. Oltre alla difficoltà ed al numero di ondate, l’unica differenza tra una partita e l’altra è la mappa, sempre e comunque quadrata, disseminata di “negozi” che si apriranno in sequenza, giusto per obbligarci a muoverci un minimo e non stare asserragliati tutto il tempo in un’unica stanza. Era troppo chiedere alcune mappe che non abbiano come unico scopo la sopravvivenza? Aree percorribili, obiettivi da distruggere, risorse da raccogliere, sezioni platform, gestione di pericoli ambientali e della visibilità… nulla, non c’è nulla di tutto questo. Semplicemente, ogni partita resta uguale alla precedente, il tutto a danno della longevità e della rigiocabilità. Killing Floor 2 fallisce miseramente ove Vermintide eccelle.

Delle classi degli umani parleremo più avanti, ma anche i nemici sono ovviamente diversissimi tra loro. I mostri in questione, gli “zed”, sono la versione contorta e malata degli zombi che vediamo in ogni altro gioco. Le loro fattezze ricordano i mutanti di Resident Evil ed i mostri di Silent Hill, i loro movimenti quelli dei necromorfi di Dead Space misti alla grazia brutale dei combattenti di Mortal Kombat e le loro abilità non sfigurerebbero in un GDR. Attenzione, non stiamo dicendo che ognuno dei mostri che controlleremo sarà effettivamente divertente da controllare. Con alcuni di essi, vista la totale e gravissima assenza di mosse tattiche in grado di isolare i membri del gruppo, dovremo semplicemente inscenare un balletto suicida intorno al malcapitato di turno, ritardando il più possibile la nostra morte.

La nostra impressione è che gli sviluppatori volessero semplicemente fare in modo che ogni mostro risultasse diverso dagli altri, cosa più che altro riuscita. Delusione totale invece per i boss, solo due, ed anche abbastanza simili tra loro. Essi somigliano più a delle compilation delle abilità degli altri mostri in versione OP, con una barra della salute spropositata, e due attacchi in croce un po’ più originali. Non sarebbe stato meglio puntare su multipli miniboss casuali, ed un boss finale unico, davvero gigantesco e più distante dagli altri mostri in gioco?

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Soldati, cavalieri, preti…

La prima cosa che salta all’occhio in Killing Floor 2, prima ancora di iniziare a falciare zombi, è la varietà di classi a disposizione. Differenziate tra loro per perks e ruoli, ognuna di esse funziona diversamente dalle altre; tutto merito dell’eccellente lavoro e nella cura che gli sviluppatori hanno messo nello sviluppo delle armi.

Le classi a disposizione sono ben differenziate; vi riuscirà facile individuare subito quella che fa per voi, ad esempio se vi sentite portati ad eseguire headshot a catena potreste optare per il pistolero, o il cecchino, se avete anche intenzione di mettere più distanza possibile tra voi e gli zed. I giocatori che al contrario amano lo scontro fisico, possono scegliere il berserker, specializzato nel corpo a corpo, o il supporto, che oltre ai bonus di velocità per la chiusura delle porte, usa una buona varietà di fucili a pompa. Killing Floor 2 si appropria anche di alcune classi viste in Team Fortress 2, in particolare del medico e del demoman, molto simili nelle meccaniche alle loro controparti di Valve.

La fisica dell’arsenale è curatissima, ogni arma è diversa, le pallottole viaggiano a diverse velocità, rimbalzando realisticamente sulle parti metalliche che ricoprono alcuni dei mostri, che accusano visivamente l’impatto di ognuna di esse, barcollando e scuotendosi ad ogni colpo a segno. Proprio come in Max Payne, il giocatore potrà godersi questa cura di dettagli grazie ad una modalità in tempo rallentato, che può attivarsi automaticamente ogniqualvolta un giocatore compie una prodezza tecnica come un truculento colpo alla testa, od una esplosione particolarmente distruttiva.

La scelta della classe non è tuttavia vincolante. Durante le partite, nulla ci vieterà di acquistare o raccogliere armi che non fanno parte del nostro set, sacrificando i bonus di classe per ottenere una maggiore elasticità. L’unico vero vincolo riguarderà tipo di granata, non modificabile e legata indissolubilmente alla classe iniziale. Piuttosto che adottare un sistema in cui ogni membro del team deve giocare bene il ruolo designato dal suo personaggio, in Killing Floor 2 la regola è: tutti sono necessari, nessuno è indispensabile.

L’elasticità tra ruoli permette di sostituire con il minimo danno collaterale quasi ogni membro del team che non si dimostri pienamente competente nel suo ruolo, l’unica classe in grado di fare davvero la differenza quando si parle di gioco di squadra è il medico, grazie ai suoi perk specifici e soprattutto alle sue utilissime granate curative, a cui lui solo ha accesso. Ve ne accorgerete soprattutto giocando nel ruolo degli zed in partite con pochi giocatori: una coppia formata da un buon medico ed una qualunque altra classe offensiva sarà un binomio che difficilmente riusciremo ad abbattere.

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Il solo sopravvissuto

I giocatori di Killing Floor 2 non abbondano di certo. Su PC, il discorso è diverso, altro pubblico è quello delle console, sempre affezionato ai “soliti” Call of Duty e Battlefield, con in più la spintarella di Titanfall 2 che quest’anno si unisce alla contesa. La domanda che purtroppo ci porremo presto è: si può giocare da soli?

Le abilità dei mostri non sono limitanti e distruttive come negli altri sparatutto coop, il che ci consente di gestire con relativa facilità anche partite in singolo, o in cui rimarremo gli unici sopravvissuti, anche se nel secondo caso i mostri saranno ben più numerosi e potenti. Ovviamente è una possibilità in più, e fa onore al gioco, ma la domanda è: vogliamo davvero farlo? Certo, può capitare, e ci è capitato, di voler fare una partita, solo per essere poi costretti a riavviare il gioco a causa di frequenti crash in fase di matchmaking. In alcune fasce orarie i server, nonostante non siano proprio affollatissimi, non fanno il loro dovere, costringendoci a giocare in singolo.

Anche se tecnicamente fattibile, nel single player, Killing Floor 2 dà il peggio di se, la monotonia raggiunge livelli insostenibili e la più grande prodezza perde significato quando nessun altro può vederla. Utile per far pratica all’inizio, con un minimo di esperienza preferirete non giocare affatto, piuttosto che giocare soli.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]Killing Floor 2 spreca gran parte del suo enorme potenziale perdendosi nei classici bicchieri d’acqua. Ad un elaborato sistema di classi, una fisica eccelsa e una bella varietà di nemici fanno eco un pessimo sistema di matchmaking, una componente tattica quasi assente e soprattutto una ricorrente monotonia di fondo. Tripwire sfiora la vetta, consegnandoci un gioco che con qualche accortezza in più sarebbe stato un capolavoro, lasciandoci solo la voglia di vedere un terzo capitolo con un supporto online più curato, una vera trama e soprattutto delle vere “missioni”.[/stextbox]

Sull'autore

Michele “Azzie"

Ho la straordinaria capacità di inventare cose che già esistono e di dire cose incredibili che diventano ovvietà pochi anni dopo. Inoltre mi piacciono i videogiochi, motivo principale per cui scrivo qui.