The Last of Us 2: il terzo episodio sorprende con grandi cambiamenti rispetto al videogioco

Kaitlyn Dever
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[Attenzione: seguono spoiler sul terzo episodio di The Last of Us stagione 2.]

La seconda stagione di The Last of Us continua a far parlare di sé. Dopo un debutto carico di emozioni e discussioni tra i fan, il terzo episodio si distingue come uno dei migliori finora, grazie a una narrazione che si prende molte libertà rispetto al videogioco originale.

Sin dal primo episodio, la serie HBO si è dimostrata generalmente fedele alla trama di The Last of Us Part II, pur adattando alcuni eventi per meglio funzionare nel linguaggio televisivo. Tuttavia, l’episodio 3 si prende il tempo di esplorare il lutto, la perdita e il desiderio di vendetta in modo più approfondito rispetto a quanto accadeva nel gioco.

Un cambiamento che valorizza la storia

Nel videogioco, dopo la tragica perdita di Joel, Ellie parte quasi subito verso Seattle insieme a Dina, con poche pause per riflettere. Ma la serie TV sceglie un approccio diverso: il terzo episodio mostra una Jackson devastata, impegnata nella ricostruzione, mentre Ellie si trova ancora in ospedale a riprendersi fisicamente ed emotivamente dal trauma subito.

Viene introdotto anche un personaggio inedito, Gale, lo psicologo di Joel, che tenta di far emergere i sentimenti di Ellie senza molto successo. In parallelo, Dina si riavvicina a Ellie, rivelandole dettagli importanti sul gruppo responsabile della tragedia.

Da qui nasce un acceso dibattito nella comunità di Jackson: c’è chi, come Seth (il personaggio già visto nella prima stagione), spinge per una risposta armata, mentre altri temono di esporre il villaggio a nuovi pericoli. Alla fine, la comunità decide di non intervenire, portando Ellie a prendere in mano la situazione.

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Una partenza diversa per un viaggio già noto

Nella notte, con l’aiuto di Dina e qualche rifornimento di fortuna, Ellie lascia Jackson di nascosto. Prima di andarsene, si concede un commovente addio alla tomba di Joel. Da qui parte il viaggio verso Seattle, mostrato per la prima volta in maniera più estesa rispetto al videogioco.

Questo episodio, pur senza grandi scene d’azione, riesce a sfruttare la forza del mezzo televisivo per dare maggiore spazio ai sentimenti, alle dinamiche tra i personaggi e alla costruzione della tensione narrativa.

Quando la serie si stacca dal gioco… e funziona

Paradossalmente, è proprio quando The Last of Us smette di replicare fedelmente il gioco che riesce a brillare di più. L’episodio 3 dimostra come sia possibile approfondire personaggi e tematiche senza tradire l’essenza dell’opera originale, ma anzi arricchendola.

Che siate fan della saga videoludica o nuovi spettatori, questa seconda stagione continua a promettere momenti intensi e carichi di emozione.

Sull'autore

Ginevra De Majo

Appassionata di serie tv e film.