Mafia: The Old Country – Recensione

Mafia: The Old Country
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La serie videoludica Mafia mi ha accompagnato nel corso della mia vita in un modo o in un altro. Potrei addirittura dire che si tratta di un legame che va ben oltre il semplice videogioco e affonda le sue radici nella mia vita privata. Ciò suona strano, ma ovviamente c’è una spiegazione semplice, anche se un po’ particolare. Ricordo che una ragazza con la quale uscivo era una grande appassionata del primo gioco Mafia. Che al tempo era anche l’unico disponibile. Poi lo toccai con mano pure, il gioco, amandone le caratteristiche, i personaggi e ovviamente l’ambientazione.

Devo dire che dopo il terzo capitolo avevo perso ogni speranza di vedere un nuovo capitolo decente della serie, ma Mafia: The Old Country (Terra Madre) ha risollevato i miei dubbi. Perché il quarto capitolo, nonché il prequel di tutta la serie, è un gioco solido e divertente. Non brilla come un diamante, ma è una buona base di partenza per i futuri capitoli della serie, che a questo punto è tutt’altro che morta.

Mafia: The Old Country

La narrazione si sposta in Italia e in particolare in Sicilia. Un luogo che vede la nascita dell’organizzazione criminale più importante, imponente e pericolosa del mondo, la Mafia. Il protagonista è un caruso (garzone, lavoratore agricolo) di nome Enzo, che si ritroverà a dover scalare una piramide sociale nella quel non è ben accetto. Un mondo che non gli appartiene, ma che abbraccia e fa suo.

Il tutto è dipinto con un certo realismo e poetica narrativa che non si trova sempre nei videogiochi. Inutile dire che i personaggi funzionano perché rappresentano perfettamente i loro ruolo dell’epoca e tutto sembra funzionare sempre. Le frasi possiedono sempre la naturalezza di chi vive in modo criminale, ma cerca sempre di nasconderlo abbellendo in un certo senso le proprie gesta. Il rapporto con le donne non è quello del 2025, ma di un’epoca passata, ma che viene qui rimessa a fuoco.

Insomma, si tratta forse del punto più solido dell’intera vicenda, ma c’è una piccola chicca in questo Mafia: The Old Country. Tra le lingue non è presente l’italiano, ma bensì il siciliano. Una scelta che potrebbe far storcere qualche naso, ma che ho apprezzato in modo esagerato. In fondo, in Italia esistono diverse lingue e mettere quella del territorio dove è ambientata la storia la ritengo una scelta colma di grande rispetto.

Il gameplay dal canto suo fa sentire un sapore un po’ retro, che in realtà mi mancava parecchio. Con i giochi che durano un’infinità di ore e che sembrano diluire una trama piuttosto semplice, qui ci troviamo davanti al più classico dei classici action super lineari. Un titolo che ti prende per mano e ti fa vivere una storia di grande impatto, con dei personaggi che quantomeno rimarranno impressi nella mente per un po’ di tempo. La durata della storia si aggira sulle otto ore e ritengo perfetto come tempo perché si vive sul cardiopalma una storia che altrimenti sarebbe stata diluita anche troppo.

Mafia: The Old Country

Guidare i veicoli è stato un grande piacere e devo dire che nonostante alcune piccolezze, è stato fatto un grande lavoro sulla guidabilità e sui veicoli stessi. Purtroppo lo stesso non si può dire del gunplay, che soffre di una grande plasticosità. Inutile cercare una differenza tra un’arma e un’altra in quanto il feeling sarà sempre lo stesso, ma vi do un consiglio. Usare il fucile a pompa come arma primaria perché è talmente potente da poter essere usato anche a grande distanza. Le scene stealth sono interessanti, ma di una banalità unica.

In realtà, secondo me, questo capitolo mette a segno un grande punto. Perché si tratta chiaramente di una base piuttosto solida per i futuri capitoli del franchise. Ed è un nuovo inizio davvero promettente.

Graficamente si è detto tanto di questo gioco, ma secondo me, Mafia: The Old Country vanta un ottimo comparto grafico. Sarà che per me il mondo poteva tranquillamente fermarsi alla grafica di The Witcher 3, ma questo titolo l’ho trovato perfettamente in linea con il suo budget e senza la spasmodica e noiosa ricerca del fotorealismo bisogna dire che è un piccolo gioiellino. Certo, i modelli poligonali in alcuni momenti potrebbero far storcere il naso degli amanti delle schede video più performanti. Quelli che il divertimento lo contano con il numero degli FPS e dei pixel. Eppure, basta guardare quella bellissima Sicilia per restare totalmente ammaliati. Un fascino che toglie completamente il fiato.

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