Ori and the Blind Forest – Recensione

Ormai è qualche anno che gli indie si stanno conquistando ottime fette di mercato, e proprio grazie a loro che i platform 2D sono praticamente rinati. Ovviamente il primo esempio che ci viene in mente al sol pensiero di un buon gioco in 2D è Super Mario, ma in realtà c’è una buona lista di giochi che sanno divertire e che sanno essere particolarmente ostici, e proprio per rimanere in tema ecco qui che su Xbox One e PC  arriva Ori And The Blid Forest un indie esclusiva Microsoft. Sarà riuscito a incantare e ad affermarsi come un buon platform?

 Ori-and-the-Blind-Forest-Trailer5

Sono io la tua arte…

Sin dall’avvio Ori vuole dimostrare quel che è, un gioco maturo, serio in grado di farci riflettere su tutto quello che viene mostrato a schermo. La storia racconta di Ori, uno spirito guardiano che a causa di una tempesta viene staccato dal suo albero di origine e viene catapultato dalla parte opposta della foresta, a tenerlo in vita ci pensa un paffuto essere scuro che si occuperà del nostro piccolo eroe fino alla sua morte. Proprio da li comincerà la nostra avventura con l’intento di superare la foresta e riuscire a tornare indietro e riaccendere le luci ormai spente.

Forse può sembrare banale il filo narrativo ma in realtà viene sfruttato nel migliore dei modi, con una bellissima caratterizzazione dei personaggi presenti all’interno del gioco e riuscendo anche benissimo a metterci la voglia di capire cosa accadrà andando avanti. Bene, abbiamo una buona storia, ora è importante riuscire a immergerci al meglio all’interno dell’avventura e qui Ori fa centro alla grande. Artisticamente il gioco è magnifico, ogni singolo paesaggio o scorcio meriterebbe un applauso, vi capiterà in continuazione di perdere tempo a gironzolare nello stesso posto per vari minuti in modo da potervi gustare tutti i spettacolari giochi di luce inseriti nell’ambientazione.

Ogni luogo del gioco ha una sua anima, una sua vita e un suo modo di mutare avanzando nella storia del gioco, infatti vi capiterà spesso e volentieri di ripassare in posti già visitati ma che avranno colori e basi differenti poichè delle nostre azioni avranno modificato l’ambiente circostante, questa caratteristica è sfruttata benissimo e infatti ogni paesaggio è stato studiato in modo che possa essere esplorato totalmente anche in base dei potenziamenti che siamo riusciti a sbloccare al nostro piccolo eroe.

2626004-ginso-tree1

Non dimentico mai nulla!

Alla base di Ori c’è un gioco semplice, ma in realtà piano piano andrà a mostrare tutte le sue sfaccettature complesse e differenti. Inizialmente il nostro personaggio saprà soltanto saltare ma successivamente si sbloccheranno varie abilità che modificheranno continuamente il modo di giocare ma anche il modo in cui si interagisce con l’ambiente che ci circonda. La progressione del personaggio non è caratterizzata solo dalla progressione delle trama ma ci sarà anche la possibilità di livellare il proprio personaggio attraverso i soliti punti esperienza, ogni volta che accumuleremo un tot punti esperienza guadagneremo un punto abilità spendibile per potenziare alcune caratteristiche a nostro piacimento. Questo tipo di progressione è implementata benissimo all’interno del gioco, riuscendo ad aumentare la longevità veramente di tanto. Potremmo quindi azzardarci a dire che queste meccaniche,Ori,le prende dai giochi di ruolo, ed è proprio per questo che avremmo anche la possibilità di aumentare la vita massima del nostro personaggio o i punti luce.

Ori-and-the-Blind-Forest-recenzja-1 

Un amore condiviso…

I punti luce sono fondamentali nel gioco perchè sono quelli che ci permettono sia di utilizzare alcuni poteri ma, cosa ancora più importante, ci permettono di salvare. Proprio sul salvataggio è necessario soffermarci un momento, in qualsiasi momento del gioco avremmo la possibilità di salvare (non possiamo solo se siamo vicino a nemici oppure su terreni instabili) per farlo però abbiamo bisogno di un punto luce (o meno nel caso in cui abbiamo potenziato determinate abilità) questa cosa funziona bene anche se spesso e volentieri ci troveremo a salvare  in continuazione nel caso in cui abbiamo  punti luce oppure a dimenticarcene totalmente magari per 5/10 minuti ritrovandoci poi, in caso di morte, a rifare un buon pezzo di gioco. Sicuramente il sistema di salvataggio è stato implementato in questo modo per far fronte alla difficoltà del titolo, infatti il gioco non lascia scampo a nessuno, gli spazi di manovra sono minimi e la richiesta dei riflessi è veramente alta, a volte infatti la difficoltà può addirittura risultare frustrante, però nel momento in cui riuscirete ad andare avanti la soddisfazione è veramente tanta. Nel complesso comunque il sistema di salvataggio associato alla difficoltà non è riuscito a convincerci pienamente rendendo spesso e volentieri alcuni pezzi di gioco in un prova e muori continuo fino a riuscire nell’impresa. La longevità è comunque buona, mediamente il gioco si termina in circa 6-7 ore, che vanno ad aumentare nel caso volessimo raccogliere tutto quello che ci nasconde la mappa.

Ori-and-the-Blind-forest-opening

Ogni nota al suo posto!

Il contesto che utilizza Ori è sempre azzeccato e mai niente è lasciato al caso, il miscuglio tra malinconia, amore e protezione che viene utilizzato riesce sempre e comunque a colpire profondamente le emozioni del giocatore, parte integrante di questo perfetto mix sono anche le musiche, che non sono tante ma sono sempre belle e ben implementate dentro le magiche ambientazioni. Saranno in grado di farvi immergere in un mondo parallelo sia con la mente e sia con il cuore. E’ palesemente difficile non apprezzare tutto il comparto artistico del gioco, sia visivo e sia per quanto concerne l’audio, forse Ori su questo aspetto verrà utilizzato come termine di paragone per i prossimi platform 2D con uno stile ricercato come lui. Intanto non ci resta che apprezzare quello che già abbiamo sotto gli occhi.

 

Commento

Ori ci ha stregati, lo ha fatto dall’inizio alla fine. L’impatto visivo che è stato in grado di darci è stato veramente meraviglioso, certo non è il titolo perfetto e a penalizzarlo ci pensa una difficoltà a volte non proprio calibrata e un sistema di salvataggio che non sempre soddisfa, ma per tutto il resto dimostra tutti i muscoli del team Moon. Se avete una qualsiasi piattaforma dove potete giocarlo non possiamo che consigliarlo a tutti, a meno che non odiate con tutto il vostro cuore i platform 2D, anche se, un tentativo lo farei uguale.

Sull'autore

Andrea Spina

Già da piccolo mangiavo biscotti a 8 Bit, l'amore per i videogames si è espansa in me tramite il Sega Mega Drive, attualmente continuo a coltivare la mia passione principale affiancata a quella dei giochi di società.