ArcaniA: The Complete Tale
| |
|
Con stupore di tutti, quest’estate un altro remastered si aggiunge alla schiera di giochi adattati per girare su PS4; ArcaniA: The Complete Tale è la versione finale di ArcaniA: Gothic 4, uscito ben 5 anni fa prima per PC e poi sulle console PS3 e X360, che comprende il gioco originale e la sua espansione. Un remaster sensato?
UNA TRAMA SEMPLICE
Dopo una sequenza di sogno in cui nei panni di un personaggio predefinito dovremo liberare un dungeon dagli orrori che lo popolano, il gioco inizierà con il nostro protagonista senza nome alle prese con delle prove atte a dimostrare il proprio valore al padre della donna che ama, per ottenere il diritto a reclamare la mano della donzella. L’avventura ci mette nei panni di un semplice pastore, quindi le missioni assegnate dal futuro suocero funzioneranno più come tutorial che altro, introducendoci ai tre stili di combattimento di cui vi parlerò più avanti. Ovviamente qualcosa va storto, e di ritorno dall’ultima prova troveremo il villaggio totalmente distrutto e tutti gli abitanti massacrati, compresa la nostra futura moglie. Il re, protagonista dei precedenti episodi della serie Gothic, ha iniziato una brutale campagna di conquista, ed il suo esercito non ha pietà nemmeno per un semplice villaggio di pescatori; questo per il nostro personaggio vuol dire vendetta, così deciderà di imbarcarsi per il continente per sfidare questo re sciagurato. Durante l’avventura, che consisterà principalmente nel conquistarci il favore di persone importanti che man mano ci garantiranno il passaggio nelle aree successive, scopriremo pian piano i motivi della follia del re. Non ci sono scelte morali, bivi di trama o finali multipli, potremo al massimo gestire qualche missione in modo di scegliere chi appoggiare tra due NPC in conflitto, ma vi assicuro che non fa una grande differenza, ne in termini di morale ne di gameplay. Per esempio, ad un certo punto avremo accesso ad un artefatto che ogni due anni consente ad un uomo di cambiare il tempo meteorologico; dei due maghi che ci assegneranno questa quest, uno desidera il sole per poter proseguire i suoi esperimenti, l’altra la pioggia per fermare il collega rivale. La scelta inizia e finisce nel momento in cui dovremo selezionare il tempo desiderato, il percorso per poter esprimere il desiderio è la stesso, ed a parte due dialoghi ed il meteo (che comunque non influenza il gameplay), non cambierà assolutamente null’altro.
LO ZEN E L’ARTE DI ZAPPARE
In molti giochi le sezioni iniziali sono indimenticabili, e giustamente! L’incipit è per definizione la prima cosa che affrontiamo in un gioco, ed ha il compito di darci una degustazione di quello che ci aspetta: esplosioni e fisiche esagerate, draghi giganteschi, invasioni aliene, antagonisti completamente scoppiati e sopra le righe… ArcaniA no; la sezione di sogno iniziale pecca terribilmente di monotonia e prolissità. Dovremo girare per troppo tempo in un dungeon scarno a prendere a spadate tutto quello che si muove finchè non si muove più. Per fortuna (o magari addirittura per scelta degli sviluppatori) questo incipit ci mostra quanto è noioso e ridondante giocare un personaggio sviluppato esclusivamente come guerriero, incoraggiandoci all’uso simultaneo di tutti e tre gli stili di combattimento proposti: guerriero, mago e cacciatore; il gioco risulterà più difficile, ma ne guadagneremo in termini di divertimento, anche perché il livello di difficoltà ArcaniA è ostico solo al grado più alto. Le tipologie di nemici non sono molte, e viene fin troppo spesso usato l’odioso espediente comune a troppi videogiochi, specialmente gli RPG, ovvero quello di presentarci man mano versioni potenziati dei vecchi nemici, con danni e hp aumentati e poco altro. Dal più stupido verme di palude al più scaltro avventuriero ladro, l’IA farà attaccare tutti i nostri nemici nello stesso modo, portandoli a distanza utile per l’attacco per poi tentare di colpirci massimizzando il danno. Ho scritto tentare non a caso, i nemici tenderanno sempre a caricare gli attacchi per un tempo lunghissimo, rendendoli facili da evitare, mentre i colpi a distanza volano lentissimi, come se fossero immersi nel miele, i nemici quindi sono pericolosi solo in casi di attacchi di gruppo, quando non si ha la possibilità di spostarsi perché completamente circondati. C’è un tasto apposito per la schivata il quale rende davvero il combattimento troppo facile, ad un certo punto avevo la sensazione che usare Il tasto triangolo equivalesse ad un cheat.
PORTAMI DEI FUNGHI!
All’inizio dell’estate, The Witcher 3 ha rivoluzionato il concetto di “quest secondaria” trasformandolo da semplice filler per allungare il brodo per evitare che l’utenza si lamenti dell’eccessiva brevità dei giochi, a spunto interessante per approfondire la psicologia dei personaggi, farci provare approcci di gameplay diversi oppure aggiungere dettagli alla storia principale, al punto che persino un gigante come Ubisoft ha abbassato la testa e riconosciuto che il loro approccio classico era da buttare, promettendo che nei prossimi Assassin’s Creed avrebbero avuto come modello il capolavoro di CDI Projekt Red. C’è da dire che con ArcaniA: The Complete Tale stiamo parlando di un gioco uscito diversi anni fa, ma nonostante la mancanza dell’esempio che da giugno 2015 ha alzato l’asticella della qualità media dei giochi di ruolo, la sua poca originalità nelle quest proposte è comunque palese. Quasi tutti gli NPC con cui potremo parlare ci proporranno una quest secondaria che si divide SEMPRE in una delle due categorie “vammi a uccidere quello” o “vammi a prendere quell’altro”. In entrambi i casi dovremo raggiungere l’obiettivo infilandoci in gallerie piene di mostri da zappare a morte o cercando strutture e nemici nelle campagne e nei monti, basandoci spesso solo su indicazioni tipo: “prendi il sentiero a destra, poi dopo la torre seconda diramazione a sinistra”, visto che a volte gli obiettivi sono segnati sulla mappa e a volte no, offrendoci l’esperienza della simulazione di richiesta di informazioni stradali. Talvolta dovremo anche cercare determinati luoghi basandoci su indizi, non su indicazioni, il che sarebbe anche interessante, ma in almeno una occasione le indicazioni si sono rivelate sbagliate, credo a causa della traduzione, e dopo aver cercato una maledetta torre nei dintorni di una città per una buona mezz’ora, ho scoperto che diversamente da quanto suggerito, la torre era DENTRO la città. I compiti della storyline principale migliorano, ma restano lontani dalla sufficienza, arrivando a situazioni surreali in cui il personaggio Tizio ci chiede l’oggetto custodito dal personaggio Sempronio che però in cambio vuole la liberazione di Caio, quindi dovremo cercare Pinco che ha la chiave per l’accampamento di Pallino, dove troveremo Caio che non soddisfatto della sua liberazione ci chiederà se nei mille giri che dovremo fare a ritroso per riscuotere le ricompense di tutti questi compiti, avremo giusto quei due minuti per trovare i capi degli schiavisti e passarli a fil di spada. Sì, so che sembra un’esagerazione. No, non lo è.
QUANTO DURA?
Il gioco dura circa 30 ore, il DLC altre 5 o 6; le 35 ore risultanti, anche se di parecchio inferiori alla media dei GDR sono giuste per questo titolo, quindi una nota favorevole. A proposito del DLC, il menù principale di ArcaniA divide nettamente il gioco principale e l’espansione, rendendo impossibile giocare quest’ultima caricando il personaggio e gli equipaggiamenti con cui abbiamo completato la storia principale… un’altra occasione mancata.
LA POTENZA DI PS4
Mi sono subito chiesto perché riproporre un gioco così datato e di così poco successo commerciale. Inizialmente credevo che i produttori volessero sfruttare l’attuale generazione di console ed il nuovo pubblico che si porta dietro per riproporre un gioco tecnicamente scarso in maniera trionfante, rinnovando grafica, meccaniche e sistema di combattimento, un po’ come successe per l’edizione PS3 di Deadly Premonition, un gioco stupendo che su Xbox360 si nascondeva dietro una brutta scorza da gioco a basso budget e con un sistema di combattimento terribile. La risposta è un semplice no. Oltre ad un lieve potenziamento di grafica, texture e risoluzione, ArcaniA: The Complete Tale resta un porting di un gioco per PS3 a sua volta porting di un gioco PC, senza miglioramenti degni di nota. Dobbiamo questa edizione semplicemente alla volontà dei produttori di allargare il proprio pubblico. Comunque il gioco non manca di bug, in particolare riguardo alle collisioni tra ambiente e nemici, che talvolta genereranno un simpatico effetto di teletrasporto, ed anche i crash sono abbastanza frequenti, purtroppo. Nello spiegarvi quale è secondo me il pregio principale di questo gioco, devo però tornare a parlare del fattore accessibilità.
GIOCA SENZA COMPROMESSI
Da anni una folta fetta di pubblico di giocatori considera la ricerca del realismo dei giochi di ruolo come una cosa buona e giusta, che aggiunge un’ulteriore sfida che va al di la della potenza degli avversari che si affrontano. Un giusto esempio è Fallout: New Vegas, in cui si aveva la possibilità di scegliere di giocare in modalità Hardcore, nella quale bisognava tenere conto della stanchezza, della sete e della fame del protagonista, oltre che al peso dei proiettili che ci portavamo dietro. La scelta vincente di Obsidian fu quella di separare la selezione della difficoltà dei combattimenti dalla scelta della modalità, si poteva giocare in Hardcore con difficoltà facile, o in difficile senza Hardcore, sceglie il giocatore. In tutti i GDR poi abbiamo limiti di peso nell’inventario, requisiti minimi di abilità, forza e livello per poter maneggiare armi più potenti, e nemici più deboli o più resistenti a determinati tipi di danno. Tutto ciò rappresenta il progresso e la giusta direzione in cui secondo me è giusto che i giochi si evolvano, ma siamo sinceri; quando in Skyrim avete dovuto lasciare nel dungeon quella grande ascia di vetro perché troppo pesante, quando in Bloodborne avete costruito quella pistola potentissima sacrificando tutto quel sangue per poi scoprire di non avere i requisiti per maneggiarla, quando in The Witcher avete dovuto vendere quell’armatura esteticamente bellissima per far posto alla nuova bruttissima armatura più potente, non avete rosicato? Nemmeno un po’?
Nel bene o nel male, sta proprio qui la principale caratteristica di ArcaniA. Il mio maldestro personaggio mago trova un arco complicato ma potentissimo? Può usarlo! Devi affrontare degli scheletri ma l’unica pergamena magica che hai causa danno da freddo? Cadono comunque! Vuoi affrontare un golem di solida roccia con delle frecce di legno? Riuscirai a conficcargliele tutte in testa, se miri bene. Potrete anche trasportare 20 martelli da 30 kg l’uno senza che questo vi ostacoli nella corsa, nelle schivate o nei salti (anche se non potrete nuotare mai, a prescindere dagli oggetti trasportati). Per la categoria di giocatori alla quale appartengo, quelli sempre alla ricerca di una sfida, questo sarà l’ultimo chiodo nella bara, ma vi invito a riflettere. La semplificazione nei videogiochi è necessariamente un male? Come media, il gioco è rivolto ad un pubblico enorme. Sono sicuro che molti tra quelli che hanno comprato Witcher 3 invogliati dalle sue recensioni giustamente stellari, si sono sentiti limitati dalle sue meccaniche e paradossalmente anche dalla sua dispersività. Se i giochi devono innanzitutto divertire, il giocatore deve ricercare e scegliere quello che crede lo possa divertire di più, senza farsi influenzare dai giudizi altrui.
CONCLUSIONE
A cuor sereno, vi dico che Arcania: The Complete Tale è un gioco semplice, non brutto, in grado di divertire giocatori senza pretese in cerca di giochi senza pretese e con meno bug della media degli RPG. I giocatori di lungo corso di certo in passato hanno giocato a giochi altrettanto semplici divertendosi, il progresso e l’evoluzione dei giochi moderni per quanto positivo ed esaltante non deve farci snobbare prodotti come questo, ne tantomeno chi riesce a godersi ed apprezzare giochi con meccaniche datate, ma comunque non oggettivamente brutte.
Commento:
A cuor sereno, vi diciamo che Arcania: The Complete Tale è un gioco semplice, non brutto, in grado di divertire giocatori senza pretese in cerca di giochi senza pretese e con meno bug della media degli RPG. I giocatori di lungo corso di certo in passato hanno giocato a giochi altrettanto semplici divertendosi, il progresso e l’evoluzione dei giochi moderni per quanto positivo ed esaltante non deve farci snobbare prodotti come questo, ne tantomeno chi riesce a godersi ed apprezzare giochi con meccaniche datate, ma comunque non oggettivamente brutte.