Halo 5 Guardians: Chi ricorda Tiziana da Milano?

Chi è Tiziana da Milano?
Vediamo vediamo vediamo…ancora nessuna manina alzata?
Non siete della zona? Niente nomi del genere nella vostra rubrica o tra i contatti FB?
Eh noi ve lo chiediamo comunque.
Chi è Tiziana da Milano?
E soprattutto, perché dovreste saperlo, o la cosa dovrebbe anche solo parzialmente interessarvi?

Scontiamo la pena per chi, all’epoca del 2001, collegava al termine videogioco un duopolio che mai e poi mai sarebbe stato staccato dal suo biculare trono, e non si stava accorgendo, o volutamente rifiutava mentalmente l’introduzione di un outsiders che con un nome già più che affermato in termini di sistemi operativi e home computer, stava in quel momento gettando le basi di un impero che, a torto o a ragione, avrebbe cambiato il modo di concepire questa industria, provando a crearsi un suo spazio a suon di investimenti e sparatutto.

E quindi ve lo ripetiamo…chi è questa Tiziana?

Se non vi dice niente questo nome, significa che purtroppo, per magari ragioni che esulano dalla vostra volontà (come non esistevate per esempio), non avete acceso la Tv un bel giorno, e non vi siete ritrovati davanti una strana frase, che vi ha confuso giusto il tempo prima di iniziare a stupirvi. Significa che non avete sofferto almeno per un istante per quella storia d’amore di cui sapevate così poco, ma che sembrava comunque un qualcosa di importante, finito anzitempo, per un motivo che ancora la stessa pubblicità non aveva svelato lasciando all’immaginazione il compito di correre e capire cosa, quel nome, portasse davvero con sé di cosi devastante.

Poi le immagini dopo la frase fanno capolino: ed è guerra.

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Battaglie su larga scala, campi estesi ed aperti, truppe all’assalto, alieni, umani; un’unica figura diversa dalle altre.

Un robot? Una verde e massiccia variante aliena? Tra gli spari altre scritte fanno capolino: ci promettono un nuovo modo di intendere la guerra, e l’intelligenza artificiale sul campo. Promettono una rivoluzione. Un combattimento evoluto.  E poi ancora navi spaziali, inquadrature di vario tipo su momenti d’azione prorompenti senza quasi mai concedersi alla visuale in soggettiva, così da non levare troppo l’alone di mistero.
Poi un marchio.
Un marchio che lì per lì non aveva significato, quasi come la neonata console che se lo caricava sulle spalle. Qualche rudimentale di spagnolo in aiuto ma ancora niente, quella parola portava, e continuava a portare con sé, quella domanda che ci eravamo fatti all’inizio, su quella frase…cosa sarà mai questo gioco da aver generato quel :

Avevo un ragazzo” dice Tiziana da Milano
Poi, è arrivato Halo.”

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Questa è la frase che faceva da apripista all’ingresso di uno dei personaggi più importanti della storia videoludica moderna, e generale, nel nostro stato, con uno spot diventato ormai raro, incredibilmente introvabile, come se una volta svolto il suo compito e accompagnato il suo Spartan nella guerra, e nella gloria, a cui era destinato, avesse deciso improvvisamente di dissolversi, di sparire.

E quindi questo è un articolo per quelle persone che quella Tiziana se la ricordano bene, senza bisogno di ausili, video, tracce.

E’ dedicato a chi quella frase non l’ha mai dimenticata, perché a suo modo, era di un impatto devastante, e tanto di cappello a chi ha curato la campagna commercial, perché nel 2001 il virgolettato era ancora una prova di sincerità assoluta, perché nel 2001 una ragazza che “partecipava” al mondo videogiochi e la si dava in pasto al grande pubblico era come un’anomalia, un deja-vu di matrixiana memoria, perché faceva capire davvero, implicitamente ai propri utenti (usando furbescamente in maniera ambigua il loro linguaggio – perchè la frase di sensi ne ha due), che qualcosa nel codice era davvero stato cambiato.

E’ dedicato a chi davvero considera Halo alla stregua di un rapimento, perché dopo quel giorno, davvero, si è ritrovato immerso in un mondo che lo affascinava tanto da esiliarsi in uno spazio privato, fatto di un eroe tacito, la sua fida compagna, e un universo da salvare.

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E’ dedicato a chi da allora si è impegnato giorno dopo giorno ad aprire quel mondo per scavarlo in profondità, andando oltre la superficialità apparente della storyline, e ha creduto al silenzio di quel personaggio, ai dettagli di quell’alleanza aliena già così ben delineati, e ha creduto che ci fosse molto altro di ancora appeso lì, nell’etere della fantasia Bungie, con quel “ci hanno seguiti da Reach”.

E’ dedicato a chi si è messo a spolpare libri, attendendoli come venissero da un qualche anello sperduto nella galassia, sviscerandoli come in una sanguigna caccia al dettaglio; come a voler per forza strappare quei personaggi a quell’etere fantastico e sentire cosa c’era di vero dietro quei silenzi, e quei conflitti.
E’ dedicato a chi, da quel momento, non ha mai più usato una spillatrice senza pensare ad una pistola ad aghi.
E’ dedicato a chi si ritrova quasi inconsapevolmente ad imitare la voce di un Grunt quando urla ‘Scappiaaamo’.

E’ dedicato a quella colonna sonora che sin dal primo momento non lasciava spazio alla banalità del gioco da 4 spari e via, ma faceva capire che eravamo, in quel momento, i precursori di una storia che sarebbe rimasta scolpita nella storia del videogioco, e della fantascienza in generale.

E’ dedicato a chi sa a memoria ormai ogni scambio di battute tra Chief e Cortana, e ha sempre capito che senza mai scadere nel banale, quello a cui stava assistendo, non era altro che la nascita di un rapporto così gemellare da dover finire per forza nel più tenero degli amori quando sarebbe stato chiamato all’addio.

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Ma forse, e di più, è dedicato al cambiamento, di cui siamo stati spettatori e partecipi; perchè Halo si evolve, cresce, ma rimane sempre lo stesso. E così noi con lui, che giocando riprendiamo confidenza con le nostre radici di giocatori pur notando come esse ora paiano così diverse.
Infine, è dedicato prima a Bungie, poi ai 343, che muovono le fila di un qualcosa di più grande di quello che si potrebbe pensare di muovere a partire da un semplice codice di programmazione, sparando e schivando pallottole: emozioni.

E come dare torto a Tiziana, o come dare torto al suo ragazzo.
Magari alla fine non saprete chi sono.
Ma se ancora dopo 14 anni domani saremo lì, con quella copertina, seduti, pad alla mano pronti a far capire ai Covenant chi comanda, beh, in fondo…li abbiamo capiti comunque bene.

Sull'autore

Alessandro Tonoli

Grande appassionato di Videogiochi fin dalla più tenera età (si narra sia stato partorito in ritardo in quanto non avendo salvato, non poteva uscire) si diverte a scrivere per questo o quell'altro sito pur di dare un suo piccolo contributo alla diffusione del Videogioco come mezzo, non solo ludico, ma anche artistico ed emotivo.
Da buon Boxaro preferisce i boxer agli slip.

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