Viviamo in un momento storico molto particolare, dominato dalle destabilizzazioni politiche, dagli atti terroristici continui e quindi dalla paura. Proprio questo è l’argomento chiave del nuovo Dylan Dog, che ancora una volta si dimostra di essere una serie matura al punto giusto. Dylan di Tiziano Sclavi ha già affrontato tanti argomenti spinosi che non hanno a che fare con i demoni e gli spiriti, ma piuttosto con gli esseri umani. Dylan Dog 370 – Il Terrore ci vuole mostrare qualcosa di semplice e di concreto, che viviamo quotidianamente.
Il terrorista
La storia si apre con il giovane Ahmed che gioca a un gioco violento, uno di quelli che spesso vediamo in televisione come prova per certi atti terroristici. Sua madre lo chiama per mangiare e prima di andare a dormire il giovane controlla un oggetto di sua fabbricazione con dei fili collegati. Per i genitori lui è il prescelto da Dio, da Allah. Il giorno seguente a Londra scoppia una pandemia per dei possibili atti terroristici e in seguito le pattuglie aumentano i controlli all’interno delle stazioni, fermando tutti i sospettati.
Arrivato a scuola senza gli occhiali, Ahmed mostra il proprio lavoro al professore, che scappa via spaventato. In fondo, un ragazzo di religione musulmana con un oggetto di grandi dimensioni con dei fili potrebbe costruire solo una cosa. Da qui inizierà la rocambolesca passeggiata del ragazzo attraverso una città che si spaventa nel guardarlo e la polizia che inerme cerca di conquistarlo. Come verrà coinvolto Dylan in questa storia? Scopritelo voi stessi.
La psicosi
Inizierei parlando dell’argomento cardine della storia: il terrorismo. Come ho detto all’inizio, stiamo vivendo nell’epoca in cui questo termine fa parte del nostro quotidiano e la paura del musulmano (in questo caso) è tanta. Non bisogna essere una persona cattiva persona per questo. Si tratta di qualcosa legato direttamente al nostro cervello. Personalmente a me è capitato, in un treno, una volta. Durante fermata erano entrati circa dieci individui musulmani, vestiti come vuole la loro cultura e il mio pensiero, inizialmente cadde proprio sul terrorismo. Ma no, erano gentili e cordiali con tutti, dissolvendo quella sensazione che si era insidiata in me.
Questa storia è infondo un po’ simile. Ha dei punti in comune con il mio ricordo e la critica verso i media, verso la popolazione e le forze dell’ordine è chiara. Trovare un sospetto terrorista è importante, ma i media hanno poi quella strana capacità di distogliere completamente le informazioni, facendole apparire come altro. Gabriella Contu ha gestito la sceneggiatura con garbo, attenzione e bravura, creando un racconto da leggere e su cui riflettere. Ci sono chiaramente dei punti un po’ sbagliati su cui bisognava lavorare come ad esempio il ragazzo, che arriva fino alla scuola senza vedere quasi niente e poi non vedere le vie in cui cammina successivamente.
Anche Giampiero Casertano dietro le matite ha trovato fin da subito un giusto approccio con l’albo. I tratti realistici, ma morbidi delle vignette conferiscono un senso di immedesimazione senza forzature. Terminerei questa recensione con un pezzo di un brano di Brunori Sas:
Ed hai notato che l’uomo nero
Semina anche nel mio cervello
Quando piuttosto che aprire la porta
La chiudo a chiave col chiavistello
Quando ho temuto per la mia vita
Seduto su un autobus di Milano
Solo perché un ragazzino arabo
Si è messo a pregare dicendo il corano
Autore: | Gabriella Contu (sceneggiatura), Giampiero Casertano (disegni) |
Editore: | Sergio Bonelli Editore |
Genere: | Thriller |
Prezzo: | 3.50€ |
Data: | 29/06/2017 |