ELEKTRA VIVE ANCORA- RECENSIONE

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AUTORE: F. Miller; L. Varley

EDITORE: Panini Comics

DIMENSIONI: 25,5cm X 35,5 cm COLORE

PREZZO: 15.00

 

 

COS’E’ SUCCESSO?

La continuità Marvel, tanto affascinante quanto dannatamente intricata ci ha sempre regalato storie sconvolgenti, scritte da maestri della sceneggiatura, che sono andate spesse volte a chiudersi con maxi eventi alla “Civil war”, per intenderci, o addirittura con vere e proprie graphic novel che seguivano la continuità narrativa, “Wolverine: Nemico Pubblico” è la prima che mi balena in mente giusto in questo momento. Archi narrativi che puntavano a sconvolgere il lettore facendolo saltare dalla sedia per l’incredulità o facendogli versare lacrime amare per la morte di personaggi più o meno positivi, uccisi in circostanze più o meno nobili ed è da qui che bisogna iniziare a leggere quest’opera. Nel lontano 1981, sulle pagine della testata di Daredevil, sbucò uno dei personaggi più enigmatici e problematici dell’universo Marvel, Elektra Natchios, vecchia fiamma del Diavolo Rosso, ora esperta assassina dell’organizzazione nota come “La Mano”, che, nonstante la breve presenza sulle pagine della rivista lasciò un segno indelebile nei lettori che piansero abbondanti lacrime  quando, dopo 13 numeri dalla sua apparizione, venne uccisa dalla nemesi storica di Devil, Bullseye. La graphic “Elektra Vive Ancora” è  una storia in cui un ‘padre artistico’ si trova a sopportare la perdita di una figlia per la seconda volta. Una storia che onora il passato prossimo lavorativo dell’autore, che dà il giusto rilievo ad uno degli eventi che più hanno plasmato l’universo Marvel ed in particolare la figura di Matt Murdock che in quest’opera, nonostante la presenza dirompente sulla scena, può essere solo considerato protagonista in seconda di fronte alla grandeggiante figura mistica di Elektra, il tutto raccontato in chiave onirica che molto va a richiamare modelli narrativi tipici della tradizione greca arcaica. Una figura di donna forte e vendicativa, sembra quasi richiamare l’Elettra già trattata nella tragedia greca da Eschilo, Sofocle ed Euripide,  chi meglio avrebbe potuto portare alla luce una figura tanto tormentata, tanto umana e tanto legata alla tradizione greca, se non un grande estimatore di quest’ultima? Parliamo proprio di…

FRANK MILLER!

Un nome, una garanzia. L’esperto fumettista americano, ricordato per l’impareggiabile apporto che ha dato al fumetto internazionale con opere del calibro di Sin City in cui rompe la concezione di eroe bello e buono per sostituirla con quella di Eroe Solo, predestinato, maledetto, rassegnato, ch usa questi sentimenti di chiusura alla sorte come motivazione per continuare a lottare per motivi ,futili per un uomo qualsiasi, importanti per colui che vuole cercare di darsi uno scopo in una vita insulsa, l’opera definitiva di Miller. Famoso per la sua Novel 300, uno scritto arcaicizzante che non si allontana mai dal modello umano a cui lo scrittore ci ha abituati. E poi arriva Devil, non l’opera per cui è più ricordato ma sicuramente una testimonianza enorme del suo contributo affezionato all’Uomo Senza Paura, che dopo il suo tocco artistico iniziò ad avere quelle tinte fosche che lo caratterizzano ancor oggi e che hanno segnato spiccatamente la stupenda serie omonima prodotta da Marvel/Netflix. Ma non basta un cambio di atmosfere per far parte della storia che sta tutta intorno ad un personaggio, serve anche qualcosa di forte e per Miller, che ha fatto dell’Hard Boiled un marchio di fabbrica, è stato un gioco da ragazzi colpire il cuore dei lettori con un personaggio come Elektra, una delle vittime ‘intoccabili’ per i puristi Marvel, quasi al livello del Soldato d’Inverno prima che fosse reintrodotto da Brubaker. Nel volume che vi troverete a leggere, tra i disegni storti ma evocativi di Miller e gli acquerelli semplici ma di forte impatto visivo della Varley..

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..L’ONIRISMO

sarà un elemento altamente fuorviante, non riuscirete a “svegliarvi” del tutto anche a lettura conclusa. Come il sopracitato “protagonista in seconda” dell’opera, farvi guidare semplicemente dai sensi vi condurrà alla follia e quando penserete di averla sconfitta il passato tornerà a tormentarvi. “E’ morta” si ripeterà Matt Murdock per quasi l’intera durata della storia, anche se qualcosa continuerà a ribadirgli che lei Vive Ancora e che è alla ricerca di vendetta e risposte, proprio come ce la si ricordava. In tutto ciò l’elemento che più salterà all’occhio sarà il riferimento alla..

..DRAMMATURGIA GRECA

in maniera nemmeno troppo velata: Elektra, come la sua omonima, figlia del mitologico Agamennone, ha perso il padre, sottratto ingiustamente alla vita. Questo porta, in entrambi i casi l’eroina a cercare vendetta. Non serve specificare che la sfumatura –Killer ninja infallibile- è stata introdotta da Miller che proietta su carta una inqualificabile figura di donna emancipata che, nonostante le sue tremende capacità, non perde occasione per rifugiarsi tra le braccia del povero Matt che, inerme, assiste alla sua distruzione, di nuovo per mano di Bullseye, ritornato in vita giusto per l’occasione, tutto in una cornice di sacralità “a convenienza”, legata troppo alla dimensione umana dimenticando quella spirituale. A colpire di primo impatto è lo spregiudicato e caratterizzante uso di un tratto..

GROTTESCO

E raccapricciante che suscita nel lettore, un senso di disgusto e terrore. Le figure umane perdono delicatezza e sinuosità per diventare scattose e squadrate, esibendosi in pose animali che poco avranno di umano se si considera lo scenario nel quale saranno applicate. In tutto questo non mancheranno i tentati virtuosismi di Miller che si divertirà a giocare con la profondità per creare effetti da far girare la testa, ricreando elementi del vivere comune come, ad esempio, una rampa, apparentemente infinita, di scale, che saranno quasi il simbolo della psicologia che sta affossando il nostro eroe Non-protagonista. Lynn Varley, approcciandosi a pennellare il tratto Miller con una tecnica ad acquerelli (tecnica che trova sicuramente un’espressione migliore in artisti come Gabriele Dell’Otto e Phil Noto), si rende conto di avere a che fare col maestro del Cupo Claustrofobico. Di conseguenza i suoi colori, sebbene per lo più caldi, con una predilezione per il rosso e in minor parte per verde, azzurro e giallo, saranno chiusi in loro, dando la sensazione di star ammirando quasi pitture rupestri.

Elektra Vive Ancora, l’opera “dimenticata” di Miller, si rivela una delle sue più geniali e toccanti. Chiunque si definisce estimatore dell’autore Statunitense, deve recuperare questa splendida novel, non mainstream come Sin City o The Dark Knight Returns, ma che relazionata a queste, non ha nulla da invidiare. E dalla dimensione empatica che si è creata, il vostro Vater Man vi lascia, sperando che anche voi possiate godere della brevitas di Miller in questa o in qualsiasi altra opera.

 

 

  • 8.5/10
    - 8.5/10
8.5/10

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