Arc Raiders – Recensione

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Ho dei sentimenti contrastanti con Arc Raiders per diversi motivi, il primo fra tutti è il genere d’appartenenza ossia il futuristico post-apocalitico molto interessante che si amalgama bene con i Extraction Shooter, ossia quei videogiochi in prima o in terza persona con l’obiettivo di trovare e creare oggetti sempre migliori. La tensione che poi si genera nel corso dell’opera è davvero intrigante, perché ogni minaccia è dietro ad ogni angolo e ogni azione ha una doppia faccia in quanto fallire è un opzione non una mancanza di garanzia, il che rende tutto molto faticoso su lungo andare.

Il sentimento contrastante invece, ma è una mia preferenza che iniziò durante l’epoca PS3 e 360 e continuata poi con PS4 e Xbox One e che ho sempre preferito di più il singolo giocatore, è l’obbligatorietà dell’online in ogni dove e in alcuni casi qualche titolo dalle buone potenzialità viene accantonato da quest’ultimo elemento. Un Extraction Shooter come per Arc Riders è un gran bel titolo che funziona, è stabile e si riesce a giocare da soli anche senza un aiuto esterno da parte di un altro compagno oppure una squadra, ma è proprio l’obbligatorietà del multiplayer che inizialmente avevo dei timori sul progetto ma grazie allo sviluppo di Embrak Studios mi sono ricreduto.

Uno shooter in terza persona

Il titolo è un progetto che inizialmente doveva nascere come free to play, poi nel corso del tempo lo studio svedese composto da ex membri di Dice ossia la famosa casa sviluppatrice della serie Battlefield, con una forte componentistica PvPvE in terza persona. Però nel corso dello sviluppo si sceglie di cambiare un po’ le carte in tavola, si mantiene la componente TPS ma muta diventando un Extracion Shooter a pagamento rendendo il titolo maturo e con un idea mantenimento più a lungo termine.

Non lo considero alla pari di Concord per un motivo molto semplice, di extracion shooter per quanto ce ne siano sul mercato non sono tanti mentre il titolo creato da Sony andava a confrontarsi con progetti gratutiti e già sul mercato, come ad esempio Marvel Rivals, Overwatch e Paladins i quali questi ultimi hanno una forte community che li sostiene da tempo oltre ad esserci tanti progetti in ballo, già presentati e in futuro. Nel caso di Arc Riders invece va a imporsi in un contesto differente, non ha un sistema cooperativo ma ha una struttura per formare delle squadre fino ad un massimo di 3 giocatori, anche via matchmaking con altri utenti online.

Questo permetterà di conoscere meglio il pianeta di Arc, questa diestesa disseminata di strutture, strade e molti altri luoghi un tempo magnifici ma che ormai è abitato da macchine inferrocite che controllano la superficie. Gli esseri umani possono vivere in maniera tranquilla nel sottosuolo, con alcune persone che hanno il compito di uscire per ritrovare oggetti per via dei bisogni nelle aree abitative, in una di essere sarà il nostro luogo sicuro che nella versione italiana il rifugio viene chiamata Speranza.

L’aspetto estetico

La creazione del personaggio l’ho trovato estremamente semplice e veloce, il che rende quasi l’immediato l’inserimento del giocatore nel mondo di gioco potendo sin da subito, nel corso delle partite, ottenere l’equipaggiamento necessario. Questo è l’elemento che più mi ha ricordato The Division, una creazione dell’alter ego molto veloce e che i vestiti li si possono trovare nel corso delle ore di gioco, sparsi per le mappe tramite i cadaveri dei giocatori oppure creandoli con quello che troveremmo.

Sarà di vitale importanza mettere al centro dell’attenzione anche l’esperienza di ogni elemnto dell’equipaggiamento, in quanto dalle armi fino al vestiario fornirà diversi aiuti nel corso delle ore di gioco, come stamina, resistenza e armi di varia qualità che vedremmo in seguito. Questo è gestito da un sistema a due fattori nella quale dovremmo confrontarci nelle Sfide settimanali, questa funzione la si sblocca al livello 15 e fornisce una progressione nelle sfide PvE che fornirà fino a 5 obiettivi di volta in volta, come eliminare nemici oppure recuperare un determinato oggetto di valore.

Mentre i secondi sono le Spedizioni e diventano disponibili solo a partire dal livello 20, che permetterà di fornire determinati materiali ed equipaggiamento migliore rispetto alle sfide, in quanto queste ultime si azzereranno nel corso dei 60 giorni – 2 mesi circa – e successivamente ricomincerà da capo con delle nuove. Questo permette a chi si diverte parechio di progredire sul lungo termine, potendo poi creare e trovare materiali sempre migliori per realizzare un equipaggiamento da far invidia.

Bilanciamento dell’equipaggiamento

Durante le lotte sarà di vitale importanza scegliere le armi, lo scudo energetico per difenderci e molti altri materiali di vitale importanza che si possono trovare nell’equipaggiamento del titolo, tutto sommato può contenere una quantità abbastanza numerosa di oggetti fino a che, non limiterà i nostri movimenti. Questo andrà ad influire non solo nella resistenza della corsa, degli scatti e della nostra agilità, facendo si che il giocatore debba equilibrare le risorse all’interno del proprio arsenale.

Il sistema di progressione non cambia da titoli del genere, nel quale completando azioni, sfide e molte altre caratteristiche fornirà un quantitativo di esperienza che alla fine ci fornirà dei punti per spenderli in 3 settori differenti come Condizionamento, Mobilità e Soppravvivenza. Tutte le abilità forniranno abilità differenti dalla forza e resistenza, nelle situazioni che richiederanno una migliore resilienza, al miglioramento della ricerca delle abilità di ricerca e ritrovamento dei materiali più rari e molti altri.

La difficoltà del gioco è che spesso saremmo in minoranza all’interno del mondo di gioco, e l’approccio che vorremmo intraprendere contro altre unità nemiche sarà di vitale importanza, non sempre attaccare sarà utile e la fuga è importante tanto quanto ricecare nell’ambiente circostante qualcosa di utile. Per tanto per chi magari ha paura di perdere l’esperienza ottenuta può stare tranquillo, perché la progressione non verrà inalterata, però se verremmo sconfitti perderemmo l’intero equipaggiamento che abbiamo al momento, e qui le casse sicure del nostro equipaggiamento messe da parte ci vengono in soccorso.

Considerazioni

Il progetto realizzato in Unreal Engine 5 è soddisfacente dal lato tecnico, sia dal lato dell’illuminazione e dei suoni ambientali sono estremamente ben realizzati e riescono a convincere bene nell’ambiente, facendo si che ci si possa immergere in questo universo. Il sistema di combattimento è ridotto all’osso fornendo dei spunti interessaanti, facendo si che le coperture e le zone d’ombra forniscano elementi per la caccia esremamente accattivanti dal lato ludico.

Da notare che non è presente un sistema di microstransazioni all’interno del titolo, però ci sono le skin dei personaggi e i loro cosmetici che si ottengono attraverso i pass di battaglia, e da quanto ho capito solo questa sezione è a pagamento oltre all’abbonamento se si gioca su console. Non ho niente contro gli acquisti in gioco, ho sempre seguito il mantra vivi e lascia vivere, per tanto è un aspetto che magari alcuni giocatori lo ritrovano importante ma nel mio caso non è così interessante.

Il titolo l’ho provato su Xbox Series X ma è disponibile anche sulla sorellina Series S, oltre a Playstation 5 e PC attraverso il client Steam e tutto sommato mi sono divertito, capace di differenziarsi su altri settori per un sistema di gameplay basato sul nascondersi che risce e sempre riuscirà a incollarmi allo schermo. Però non mi è piaciuto per due motivi il primo sono le mappe, al momento del lancio sono presenti 4 aree e in futuro spero possano inserirne delle altre, la seconda che a me non fa impazzire è l’obbligotarietà dell’online onnipresente facendo si che giocatori solitari, io sono uno di quelli, debbano costantemente avere un titolo preferito online sottomano e questo non sempre è positivo oppure obbligatorio.

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