Gamer’s Chronicles – Il divertimento di chi non salva

Pensavi di avercela fatta.
Eccoti lì, bello spiaggiato sul divano, pensando soddisfatto che nulla mai ti potrà più togliere ciò che hai arduamente conquistato. Il tuo sorriso è autentico, una perfetta mistura di orgoglio , godimento, e pace dei sensi. Se Dio ha concesso all\’uomo l\’orgasmo come arma biologica di estremo piacere, questa sicuramente, è invece il suo corrispettivo psichico, una creazione autonoma e perfetta.

Ma poi, purtroppo, qualcosa non torna. Quel sorriso, prima così limpido e arcobalenico inizia a perdere colore. Si infrange. Partendo da una piccola crepa che, come su di un vetro, inizia a divorarsi il resto dello spazio restante ad una velocità cosmica, più veloce della luce , più veloce della reazione nucleare caffè=bagno.
E\’ una genesi: la genesi del dubbio.

Il dubbio più atroce, il dubbio che l\’uomo rifugge fin dall\’alba dei tempi, quello che accomuna eroi e persone comuni, quello che non ti fa dormire la notte e ti fa rigirare nelle lenzuola come se fossi affetto da una maledizione, o peggio, da una colica renale:
\”Ho salvato?\”

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Ebbene sì, questa flagellante e sanguinea domanda autoimposta dal nostro organismo è una delle peggiori forme di tortura psichica che l\’era moderna ci ha generosamente regalato.

Tortura psichica perchè i vostri neuroni impazziranno per tentare di ricordare un vostro gesto qualunque, o anche solo un pensiero, che abbia potuto portavi a quell\’ancora di salvezza chiamato savegame; superato, e fallito, questo passaggio, con la vostra mente in completa balia dei vasi sanguigni che uno dopo l\’altro staranno esplodendo per lo stress innondando di sangue il vostro divano grazie al reflusso oculare (se avete persone a fianco potreste essere addirittura venerati come semi-divinità), inizierete a pensare ingenuamente alla vostra vera isola di salvezza. Il salvataggio automatico.

Venerato dai più come un\’entità sempre benigna e sempre attenta alle esigenze dei suoi fedeli, esso, come una vera e propria sirena, è la più grande fonte di illusione dell\’ambiente videoludico (subito dopo le fanfaronate diMolyneux, di cui si narra condivida le origini).
Pensando di essere entrati in un porto sicuro ecco che quindi i videogiocatori più ingenui si lasceranno subito attrarre da questo cantico di speranza, mentre i più esperti, tentando di opporre vana resistenza ripescando tutte le astruse regole comunicate ad inizio gioco (cose come \’quando si illumina questo simbolo per tre volte, lampeggia ad intermittenza per una quarta la metà del tempo e senti un fremito nella Forza…\’ ), inizieranno ad entrare in una vero e proprio stallo cerebrale.

 

La tortura psichica non è certo da meno di quella fisica, tra l\’altro, una delle poche fonti di coinvolgimento corporeo a noi Nerd rimaste (lo schiavismo ludico chiamato \’Motion Control\’ è tortura a parte n.d.r ). Sì perchè lo scatto felino-sovrumano che al porsi della domanda si innesca, ancor prima di aver avuto tempo e modo di assimilare realmente la gravosità dell\’atroce dubbio, è di una tale potenza e velocità da bruciare qualcosa come 10.000 Kcal in una frazione di secondo. Cose a cui si arriva per caso,  ma a cui nei centri dietologici si tenta di arrivare da milleni, scoprendo invece nel frattempo metodi alternativo-distruttivi della peggior specie come la dieta Dukan,

E non è finita certo qui.
Perchè una volta arrivati a quel vaso di Pandora che è la nostra console, la sudorazione corporea raggiungerà dei livelli da vero e proprio allarme Tsumani. Inizieremo letteralmente a squagliarci di fronte a quel televisore che, lentamente si accende, lentamente fa comparire le schermate di benvenuto della casa madre, lentamente ci avviserà dell\’ultimo aggiornamento 1.2.2.2.2.1.2.2.2.2.2.2.2.2.2(periodico) necessario a rendere il sistema operativo esattamente uguale a prima, lentamente ci farà iniziare a schiacciare il tasto Start (per quelle console che ancora l\’hanno ovviamente, R.I.P) ad una velocità da degradazione ossea, nella vana speranza che serva a velocizzare questa corsa all\’indietro verso il traguardo.

Sì perchè quest\’articolo, pur alla sua maniera, vuole in realtà andare a sottolineare quella sottile verità che si cela dietro la presa di coscienza del sapere se si è riusciti a salvare il gioco o meno.Una verità indiretta, lampante, e a suo modo così strana nel modo di intendere il videogiocare al giorno del savegame automatico:capire se un gioco ci sta realmente divertendo, o meno.

 

 

Pensiamoci qualche istante –sottolineiamo il fatto che stiamo parlando di divertimento e non di piacere, due concetti netti e distinti, non per forza appaiati

Se giochiamo ad un determinato titolo per reale divertimento, perchè dovrebbe risultarci noioso il rigiocare ad un punto che abbiamo già affrontato? Il passato videoludico,  anzi, viveva proprio di questo. Il savegame era di pochi, le password balzalivello c\’erano, ma il rigiocare agli stessi livelli era una pratica ben accetta, anzi quasi data per scontata, mentre oggi viene vista decisamente come una una sorta di condanna o una \’perdita di tempo\’.E visto che, proprio il gioco è di per sé, e per definizione, una \’perdita di tempo\’… quanto in realtà stiamo ancora giocando? Quanto lavorando?\’

La domanda e il ragionamento che vi stanno dietro, sono chiaramente provocatori. Il senso di piccolo fastidio che si prova nel veder sprecato il frutto del proprio \’lavoro\’ è una sensazione inevitabile. Oltre quello, però, in aiuto al nostro grado di valutazione, in questo mondo videoludico che ci bombarda di una quantità di titoli prima impensabile, è utile capire, per salvare realmente il nostro prezioso tempo. se realmente giochiamo ad un gioco per una qualche auto-imposizione (perchè ci piace anche solo l\’idea di finire un determinato titolo) o perchè realmente, ci diverte farlo.

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Ed ecco, forse, proprio quel momento che attualmente viviamo come un vero e proprio incubo, con tsunami di sudore e palpitazioni ai limiti dell\’infarto, potrebbe essere un momento di reale riflessione e di\’oggettivazione del divetimento\’.

Da buoni gamers ovviamente non auguriamo a nessuno di ricadere nel funebre calvario del non-save, ma speriamo vivamente che questo articolo vi aiuti a rendere utile anche l\’inutile (e a volte inevitabile). Perchè la risposta che in quel momento vi darete forse vi farà guardare con ancora più amore quella copertina e ve la farà apprezzare davvero; oppure ve la farà magari definitivamente accantonare, in favore di una che sappia davvero riempire i vostri attimi videoludici di quella merce rara, e mai dimenticata, chiamata divertimento.

Sull'autore

Alessandro Tonoli

Grande appassionato di Videogiochi fin dalla più tenera età (si narra sia stato partorito in ritardo in quanto non avendo salvato, non poteva uscire) si diverte a scrivere per questo o quell'altro sito pur di dare un suo piccolo contributo alla diffusione del Videogioco come mezzo, non solo ludico, ma anche artistico ed emotivo.
Da buon Boxaro preferisce i boxer agli slip.

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