I Fantastici Quattro – Gli Inizi – Recensione – Un ritorno alla magia dell’MCU che stavamo aspettando

I Fantastici Quattro – Gli Inizi
Questo sito contiene diversi annunci Amazon. A ogni vostro acquisto riceviamo una piccola commissione.

Tra i film supereroistici più attesi dell’anno, I Fantastici Quattro – Gli Inizi si impone come una delle produzioni Marvel Studios più sorprendenti e sincere degli ultimi anni. Un’opera che non si limita a seguire pedissequamente le orme dei cinecomic precedenti, ma che osa, reinventa e – soprattutto – emoziona. E lo fa con un cuore grande così.

Personalmente, attendevo questa pellicola con una combinazione di entusiasmo e timore. Entusiasmo perché finalmente la Prima Famiglia Marvel tornava al cinema sotto la supervisione diretta dei Marvel Studios, timore perché il passato non è stato particolarmente clemente con le loro trasposizioni cinematografiche. E invece… Che gioia scoprire che questa volta è tutto diverso.

Fin dalle prime sequenze, I Fantastici Quattro – Gli Inizi riesce a evocare quella meraviglia infantile che provavo leggendo i fumetti da ragazzino, quando i pomeriggi sembravano infiniti e il mondo era popolato da supereroi, robot e galassie lontane. Mi sono perfino ritrovato a pensare con affetto alla serie animata del 2006, che pure, nei suoi limiti, aveva saputo catturare qualcosa dello spirito originale.

Il regista Matt Shakman firma qui un’opera che è, prima di tutto, una dichiarazione d’amore al lavoro di Jack Kirby, uno dei più grandi geni creativi della Marvel. È proprio il senso del meraviglioso kirbyano – quella fantasia cosmica, smisurata, a tratti quasi psichedelica – a dominare la messa in scena. I colori, le scenografie, i costumi: tutto rimanda a un’estetica retrò e visionaria che sembra uscita direttamente dalle pagine disegnate dal Re.

Contrariamente a molte origin story moderne, il film evita di ricadere nella trappola del “già visto” e ci propone una fase diversa della vita dei protagonisti. Non è il solito “Anno Uno”, ma un racconto più maturo, più consapevole, in cui le dinamiche familiari sono al centro della narrazione. È una scelta coraggiosa, e proprio per questo vincente. Il risultato? Un film che sembra più vicino a Star Trek che ai soliti blockbuster Marvel. E questo è un bene.

Parlando del villain principale, è impossibile non soffermarsi su Galactus. Qui, più che un antagonista da combattere, è una forza cosmica inarrestabile, un’entità che incarna la paura dell’ignoto, del destino, dell’ineluttabile. Non servono scazzottate per sconfiggerlo, ma intelligenza, collaborazione e – soprattutto – amore. In altre parole: l’essenza stessa dei Fantastici Quattro. Il personaggio è trattato con un rispetto quasi mitologico, e non ho dubbi che il suo ritorno sarà ancora più minaccioso… e indimenticabile.

Il cast è, senza mezzi termini, azzeccatissimo. Pedro Pascal conferma la sua straordinaria capacità di rendere ogni ruolo umano e vicino, pur indossando la maschera del supereroe. La sua interpretazione di Reed Richards è brillante, emotiva, complessa. Vanessa Kirby, nel ruolo di Sue Storm, è forse quella meno incisiva del quartetto, ma resta comunque convincente. Ebon Moss-Bachrach regala un Benjamin Grimm/The Thing sfaccettato e toccante, mentre Joseph Quinn brilla nel ruolo della Torcia Umana, donando al personaggio una vitalità e un’ironia perfette per bilanciare i toni più drammatici del film.

Una nota di merito anche alla scenografia e agli effetti speciali, che offrono uno spettacolo visivo sorprendente. Il mix tra CGI e effetti pratici è ben calibrato e dona all’intera pellicola un’estetica art déco futuristica, che ricorda i Jetsons e i film di fantascienza classici. Questo approccio stilistico conferisce al film un’anima unica, lontana dal grigiore che spesso affligge il genere. Soprattutto, riesce a restituire quel senso di “artigianalità” che ultimamente sembrava scomparso dai blockbuster contemporanei.

In sala, l’emozione era palpabile. A ogni svolta narrativa, si percepiva il coinvolgimento del pubblico. La signora seduta accanto a me – che probabilmente non sapeva nemmeno chi fosse Jack Kirby – si commuoveva, si stringeva alla poltrona, rideva. Questo è il potere del buon cinema: coinvolgere tutti, indipendentemente dal background o dalla preparazione.

Concludendo, I Fantastici Quattro – Gli Inizi non è solo un ritorno riuscito della Prima Famiglia Marvel. È un invito a sognare, a credere nel potere della collaborazione, dell’amore, della scienza e dell’immaginazione. È un film che riaccende la speranza nei progetti futuri dell’MCU e che, finalmente, ci ricorda perché ci siamo innamorati di questi personaggi.

Bentornato MCU. Ci sei mancato.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".