(Galleria con più di 50 immagini e video di gameplay esclusivi in fondo)
Qualche giorno fa abbiamo ricevuto il messaggio che conteneva il codice Steam per avere l’accesso alla Closed Beta di Killing Floor 2. Alla Tripwire Interactive sono di parola. “Non dovrete aspettare a lungo”, aveva scritto su Twitter John Gibson, presidente della software house indipendente situata nella Georgia statunitense. La Tripwire non si è dimostrata celere ed efficiente solo riguardo la pubblicazione di una versione giocabile, ma anche nell’annoverare i riscontri degli utenti e mettersi subito al lavoro, e di gran lena! In data 11 aprile (a soli 3 giorni dal lancio), infatti, è stato reso disponibile un aggiornamento di circa 235 mb, che apporta modifiche innumerevoli. Vi lasciamo l’elenco completo per dovere di cronaca.
Proprio come per il primo (inaugurato nel 2005 come mod di Unreal Tournament 2004) si tratta di un FPS in cui dovremo affrontare (da soli o in compagnia) orde di Zeds, ovvero cloni assetati di sangue usciti dai laboratori della multinazionale Horzine. Ve ne sono di 11 tipi, ognuno con le proprie peculiarità uniche e livello di minaccia. L’azione di gioco è scandita da due fasi: ondate da affrontare e il “momento degli acquisti”, ove spenderemo i verdoni accumulati durante la carneficina per rifocillare le nostre bocche di fuoco e, potenzialmente, acquisirne di più versatili per il ruolo (perk nel gioco) che abbiamo deciso di impersonare (ve ne sono attualmente 4 disponibili sui 10 totali previsti).

Per Killing Floor 2 avevo aspettative alte. Altissime. Il timore che la realtà non potesse colmare del tutto questo oceano c’era eccome. Immaginate la mia sorpresa e gioia quando ho scoperto che non solo Tripwire aveva esaudito ogni mio piccolo desiderio, ma era andata anche oltre. È stato allora che accadde una cosa che non si verificava da ben 13 anni. Mi assalì un dubbio: quel gioco esisteva davvero? O me l’ero immaginato? L’ultima volta che mi accadde avevo tra gli 11 e i 12 anni: avevo appena giocato la demo di Devil May Cry.
I paragrafi colmi di approfondimenti potrebbero senz’altro interessare alcuni di voi, ma sarebbero anche fuori luogo: trattandosi di una closed beta di appena una settimana (destinata a subire ritocchi nel tempo) preferisco rimandare l’approccio analitico. Ciò che possiamo dirvi, per ora, è che Killing Floor 2 si pone come un successore più che degno, che riesce nuovamente a mischiare un contesto ispirato in parte ai film horror/splatter di serie B a meccaniche di gioco semplici ma sopraffine: il risultato è un sapore agrodolce unico nel suo genere, che molti hanno cercato di imitare. Killing Floor 2 si è rinnovato, e non solo nell’estetica. Tremante tremate, o voi che tanto vi prendete sul serio! Voi, improbabili paladini dello spazio. E anche voi, difensori immortali del suolo natio contro i cattivoni guerrafondai di turno: l’FPS con gli attributi, ma che non perde occasione per coprirsi di auto-ironia, è tornato.

L’ultima creatura della Tripwire Interactive, nonostante sia la Beta di un Early Access che uscirà il 21 aprile su Steam, non solo si è rivelata un titolo solidissimo e più che pronto, ma è riuscita a farci capire che cosa sia un FPS realizzato con estrema passione, dedizione, cura e volontà di creare qualcosa che duri nel tempo e diverta. Sono riusciti a rinnovare una formula quasi minimalista, tanto da spronare persino i veterani del primo Killing Floor ad imparare di nuovo, senza stravolgere tuttavia la formula originale. Come per il primo, su Killing Floor 2 si è sempre tentati a tornare a giocare. Un risultato, questo, ottenuto senza ricorrere a mezzucci di dubbio gusto quali il loot e il farming, ormai abusati persino in un genere storico come quello degli sparatutto in prima persona. I giocatori di Killing Floor non si buttano fra le orde di Zed per far avanzare il livello del proprio perk, ma progrediscono in quest’ultimo perché si divertono a svolgerne il ruolo che lo contraddistingue.
Vi lasciamo con più di 50 immagini esclusive e un video di gameplay sempre nostro! Ricordatevi: 21 aprile 2015. Segnatevelo sul calendario. Sul diario. Sul palmo della mano. Sulla fronte del vostro vicino. Insomma, dove vi pare. Non ve ne pentirete!