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L’Hard Seltzer del birrificio della Granda colpisce nel segno

Il birrificio artigianale italiano della Granda ha sempre cercato l’innovazione e la freschezza all’interno del proprio catalogo. Questo ha portato l’azienda a cercare qualcosa che in Italia resta ancora un mistero e tabù, l’hard seltzer. Una birra-non birra che nel corso degli anni ha acquistato un’importanza non indifferente, con dei profitti da far impallidire chiunque. Cogliere la palla al balzo per colpire un mercato nuovo è un rischio, ma anche un’opportunità.

Sapete come si dice, no? Chi non risica, non rosica.

Però, cosa diavolo è un hard seltzer? 

La risposta la do brevemente, giusto per dare quel poco di infarinatura necessaria per capire cosa si sta bevendo.

La bevanda in questione nasce una decina d’anni fa negli Stati Uniti d’America e si presenta come un drink poco alcolico con degli aromi naturali e floreali. Spesso sono gli stessi birrifici artigianali a produrre questa bevanda e negli USA la legislazione permette di chiamarla “BEER” in quanto si utilizza il malto d’orzo. In Italia la questione è più spinosa, ma non è questo il momento per parlarne. Un Hard Seltzer in generale è quindi una bevanda alcolica aromatizzata nel modo più disparato, ma che condivide il suo DNA con la birra tradizionale.

Insomma, si tratta della perfetta bevanda da aperitivo o da sabato sera. Ed è proprio agli aperitivi che si è ispirato il birrificio della Granda con la sua Duke. Il personaggio rappresenta uno dei tanti che girano nell’universo delle GIRLS. Un mondo in continua espansione che vorrei vedere anche in altri media a questo punto.

La bevanda fermentata di questo birrificio (che ovviamente ringrazio per avermi fornito il materiale fisico per poterne parlare) ha preso una strada diversa da quella classica. Vengono messi da parte gli aromi floreali, a favore di quelli più nostrani del vermut e del bitter. Una scelta vincente devo dire. Bisogna anche dire che con i suoi 6%, la Duke è gluten free e con zero carboidrati. Perfetta per tutti quindi.

Nel bicchiere si presenta con il colore dorato veramente chiaro e soprattutto, del tutto trasparente. La schiuma bianchissima ha poca consistenza vista la struttura molecolare della bevanda. Questo vuol dire che dopo pochi attimi non la troverete più nel bicchiere e va bene così. L’hard seltzer non necessita di grandi cappelli persistenti.

L’aroma che arriva al naso è proprio quello di un aperitivo italiano. Dimenticatevi per un attimo del luogo dove vi trovate, chiudete gli occhi e annusate. Ora aprite gli occhi, per ritrovarvi nel centro di Roma o di Bologna, in un bar affollato con un piacevole chiacchiericcio di sottofondo. Il vermut e il bitter creano una fragranza piacevole, capace di convincere anche il più scettico dei scettici.

In bocca la Duke si mostra per la sua vera natura da villain carismatico e deciso. La mancanza di zucchero tra gli ingredienti rende la bevuta piacevole e scorrevole, ma con una costante nota amara. Questa amarezza non è di quelle fastidiose, ma piuttosto una piacevole scoperta, che sorso dopo sorsa regala qualche emozione.

Anche il retrogusto amaro del tipico aperitivo rimane sul palato per un bel po’ di tempo, creando un buon ricordo.

Perché ricordiamoci sempre che una pietanza, così come una bevanda, devono darci delle emozioni.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.

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