Autori: George Andrew Romero (testi), Alex Maleev (disegni)
Casa editrice:Panini Comics
Genere:Horror
Uscita: 11/12/2014
Prezzo: 10.80€
Formato: 17×26, 128pg.
I morti viventi sono un tema che da qualche anno a questa parte sta spopolando nel mondo del cinema, del videogioco e del fumetto. Molte delle storie che leggiamo sono dei semplici splatter che usano l’elemento zombie come un contorno per giustificare lo spargimento di sangue. Altre storie cercano di narrarci le vicende di un gruppo di superstiti e si focalizzano sull’emotività e sui rapporti umani tra i personaggi. Di storie ce ne sono per tutti i gusti e per tutti i tipi, ma quando una persona come George Andrew Romero crea una sceneggiatura per un fumetto, questo acquista automaticamente un valore maggiore rispetto ai concorrenti. L’impero dei Morti è infatti un fumetto creato dalla geniale mente del padre degli zombie ed è disegnato da Alex Maleev, ma scopriamo cosa ha da nascondere questo primo atto della collezione 100% Marvel.
L’Impero dei Morti ci da un nuovo concetto degli zombie, ossia, quello degli esseri senzienti. Siamo difatti abituati a vederli come dei mostri assetati di sangue e incapaci di qualsiasi raziocinio. Ciò che ha creato Romero in questo caso è un mondo in cui gli zombie hanno invaso il mondo, ma non sono la vera minaccia che opprime il mondo degli umani. Un universo in cui un morto continua a ragionare, anche se in una maniera molto superficiale. Ci troviamo a New York, la grande mela, in un epoca quasi post apocalittica e vediamo un mondo regredito e infestato dai morti. Le persone benestanti hanno tutti i privilegi del mondo e vivono la loro vita in tranquillità osservando i scontri tra i morti per sport. La gente povera invece è costretta a patire le pene dell’inferno e spesso l’unico pasto, la carne di ratto, diventa una misera consolazione per una vita d’inferno. Tutto questo accade ovviamente sotto gli occhi del sindaco della città, Chandrake. Tale individuo tiene in un pugno di ferro l’intera città e sfrutta ogni cosa a suo vantaggio per farsi rieleggere nuovamente come sindaco. In questo mondo facciamo conoscenza di Penny Jones, una dottoressa incaricata di studiare il comportamento degli infetti. Ella infatti scopre che gli infetti non sono dei senzacervello, ma che riescono a percepire tutto ciò che li circonda e a comunicare gli uni con gli altri. La scoperta viene fatta grazie alla scoperta di un agente swat infetto, Frances Xavier. Ad accompagnare la dottoressa c’è anche un uomo incaricato nel raccogliere i morti e farli combattere nell’arena per il compiacimento dei ricchi, Paul Burman.I zombie non sono gli unici morti che infestano la città e scopriamo che ci sono anche dei vampiri che vogliono non solo dominare il mondo, ma al contempo vogliono anche apparire come normali umani. Oltre a tutto ciò che accade dentro la città, però, vediamo anche tanti altri movimenti, politici e non, che presto potranno cambiare nuovamente la storia.
Come abbiamo detto all’inizio, L’Impero dei Morti è un fumetto speciale non solo per la presenza di un nome come Romero, ma anche per l’approccio che l’autore ha deciso di imporre con i morti viventi. La volontà di dare un significato più profondo alla vita e al nostro meraviglioso organo quale è cervello è lapalissiana e in questo primo capitolo si mostra con tutta la sua potenza. Anche i temi che ultimamente affrontiamo come l’egoismo, il ritorno alla rabbia primordiale sono presenti in grande formato in questo fumetto e soprattutto ci troviamo l’atavico sentimento che ogni essere umano prova; prevalere sopra gli altri, a tutti i costi. I propri interessi sono la priorità e li si fanno a tutti i costi e le vittime diventano giustificate in un solo istante. I tempi sono scanditi in modo ben preciso e grazie alla maestria di Romero non ci troveremo mai annoiati, ma anzi, ogni tavola crea un interesse nel continuare la storia, che prosegue spedita verso la fine.
Non appena aperta la graphic novel ci sorprende subito il tratto con il quale Alex Maleev ha deciso di dipingere questa storia. Il tratto cupo e malinconico si ripercuote su ogni tavola e crea la sensazione della morte, della tristezza e di un mondo freddo. I tratti decisi dei palazzi, e dei personaggi creano un feeling con un ambiente che delle volte sembra leggermente abbozzato. Ovviamente non si tratta di un difetto, ma anzi, è un pregio perché l’idea finale è quella di un quadro. Un dipinto che appeso al muro ci ricorda costantemente degli orrori dei quali siamo capaci. Quindi in sostanza possiamo dire che l’accoppiata Romper-Maleev funziona davvero bene e ha creato un vero e proprio universo parallelo vivo e vivido in cui tutto si muove e tutti ragionano in modo diverso.