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Negli ultimi anni, l’industria videoludica ha puntato con decisione verso l’ultra-realismo grafico, con risultati tecnici impressionanti ma anche con effetti collaterali sempre più evidenti. A sollevare il problema è stato un ex artista di The Last of Us, che ha commentato pubblicamente un post su X (ex-Twitter) in cui si denuncia l’impatto negativo di questa tendenza sullo sviluppo dei giochi.
Il tweet in questione, pubblicato dall’utente @thecarteldel, recita:
“Ultra realism and AAA budgets pretty much ruined gaming. Because of that we have to wait 10 years for a new game in a franchise…”
(“L’ultra-realismo e i budget AAA hanno praticamente rovinato il gaming. Per questo dobbiamo aspettare 10 anni per un nuovo capitolo di una saga…”)
Il messaggio ha ricevuto una risposta diretta da parte di David Blatt, ex artista di Naughty Dog che ha lavorato proprio sulla serie The Last of Us. Con un “Sottoscrivo al 100%”, l’artista ha confermato come queste dinamiche siano un problema concreto per chi lavora nel settore.

Secondo Blatt, l’inseguimento continuo del realismo estremo richiede risorse spropositate: tempi di sviluppo molto più lunghi, investimenti multimilionari e team di centinaia di persone. Tutto ciò rende più difficile innovare, rischiare o semplicemente rilasciare giochi in tempi ragionevoli. In pratica, si finisce per pubblicare un titolo ogni 6-8 anni, rendendo insostenibile il modello per molte software house.
Questa riflessione arriva in un periodo di forti turbolenze per l’industria. Diversi studi, anche noti, stanno affrontando crisi economiche, tagli di personale e chiusure, proprio perché non riescono a sostenere i costi legati a produzioni sempre più ambiziose. L’estetica ultra-realistico diventa così non solo un traguardo tecnico, ma anche un vincolo creativo e produttivo.
Il dibattito ha trovato spazio anche su testate come Multiplayer.it, GamesRadar e DualShockers, che hanno riportato la discussione sottolineando come l’opinione di Blatt sia condivisa da altri professionisti del settore.
In conclusione, se da un lato l’ultra-realismo rappresenta uno dei massimi risultati della tecnologia videoludica moderna, dall’altro rischia di trasformarsi in una trappola produttiva, rallentando lo sviluppo, soffocando la creatività e rendendo l’industria meno sostenibile. Una riflessione che merita attenzione, soprattutto da parte di chi sogna un futuro in cui qualità visiva e libertà espressiva possano coesistere.
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