Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty

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Cos’è la realtà? Qual’è il limite che distingue la realtà dalla finzione? Sono molti a chiederselo e l’argomento in questione è divenuto davvero famoso nell’ambito del cinema, letteratura e videogiochi. Se vi dico “Nulla è reale, tutto è lecito”, penserete subito ad Assassin’s Creed e la sua trasposizione del reale e del finto. Questa non è la volta del capolavoro Ubisoft, però, ma bensì è il continuo della saga lasciata nel primo episodio della rubrica. Naturalmente sto parlando di Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty.
Con il primo capitolo (in realtà è il terzo) abbiamo capito l’importanza dei geni per un essere umano e il gioco che Kojima ha condotto con il giocatore. Il secondo capitolo si presenta su una console nuova, con delle nuove tematiche, capaci di sbaragliare ogni forma di pregiudizi nei confronti dei videogiochi. La tematica, infatti, è cosi funzionale che possiamo applicarla anche nella politica di alcuni uomini, magnati e con delle manie di grandezze. Iniziamo con dire che stavolta Solid Snake ha un ruolo marginale, lasciando il palcoscenico al giovane Raiden, che deve salvare il presidente Johnson e annientare un possibile attacco terroristico. L’ambientazione stavolta è situata vicino a New York, nel Big Shell, una piattaforma di decontaminazione nata dopo che nel prologo Ocelot (che grazie al braccio di Liquid trapiantato diventa Liquid Ocelot) fa affondare una nave grazie al nuovo tipo di Metal Gear, il Ray.
Raiden è capitanato dal colonnello, già conosciuto nel primo capitolo, ma la vera sorpresa è che a guidarlo c’è anche Solid Snake, che usa il soprannome Pliskin (a buon intenditor poche parole). Se all\’inizio il giocatore ci si fa una certa idea di Raiden, che si presenta come un soldato allenato dal RV (realtà virtuale), il giudizio cambia radicalmente dopo che egli viene a conoscenza della vera identità del giovane. Cresciuto da un altro fratello gemello di Solid, Solidus, Raiden ha combattuto fin da bambino e quindi è falso ciò che ha affermato prima:
Raiden:Snake, ti sei mai divertito ad uccidere qualcuno?
Solid Snake:Di che cosa stai parlando?
Raiden:Non sono sicuro. A volte è difficile capire lo differenza tra realtà e finzione.
Solid Snake:Hai un senso ridotto della realtà vero? È dovuto all\’addestramento in RV
Raiden:No. È’ stato l’addestramento nel campo quando ero bambino. Ho mentito Snake. Ho esperienza di campo da vendere. Non è lo RV che mi sta dando questa sensazione.

Dopo un po’ di tempo Raiden inizia a dubitare della realtà in cui si trova e il colonnello non sarà certo di grande aiuto, ma se all’inizio egli cerca di tranquillizzare il giovane:
Colonnello: Questa è la realtà e non ti sveglierai.
Raiden: Ma sembra irreale.
Rose: Io starò con te in ogni caso, sia che sia un sogno, sia che sia realtà.
Raiden: Grazie Rose, e io non lascerò che tu sia solo un sogno.

Poco dopo anche il colonnello inizia a confondere Raiden:
Colonnello: Non fidarti di quel tizio, non fa parte della simulazione. E’ un elemento ignoto.
Raiden: Puoi prendere la tua simulazione e mettertela nel… Noi siamo qui a morire per davvero.

Il giovane inizia a capire che la realtà non è una cosa tangibile, che il filo che separa il reale dal finto è cosi sottile che tagliarlo a volte diventa troppo semplice. Non vi sembra che questa tematica sia davvero utile per capire l’agire di alcune persone, che non riescono a capire la distinzione tra la realtà e la finzione e finiscono per compiere degli atti davvero pericolosi.

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La cosa che non ho menzionato ancora è che per Raiden, questa missione è una sorta di simulazione di Shadow Moses e quindi ogni videogiocatore potrà notare delle somiglianze con il capitolo precedente. Ad esempio; quando Raiden dovrà disattivare il pavimento elettrificato gli occorrerà usare la stessa tecnica usata da Solid Snake nel primo capitolo. Quindi sganciare un missile Nikita e guidarlo fno al pannello di controllo. La simulazione arriva al punto tale da far ripetere perfino la tortura.

Big Shell è in realtà un grosso metal gear chiamato Arsenal Gear. Qui Raiden è confuso e disorientato, il mondo stesso gli è contro e sembra che tutti, all’infuori di lui e Snake siano a conoscenza di una costa pazzesca. E’ tutto un videogioco, nulla è reale.
Colonnello:Lascia stare Snake, lui non c\’entra niente con questa simulazione! il tuo ruolo, cioè lo tua missione, è di infiltrarti nella struttura e disorientare i terroristi.
Raiden:Il mio ruolo? Perché continui ad usare quella parola?
Colonnello:Perché no? Dopotutto si tratta sempre di un gioco di ruolo. Insomma tu devi recitare lo tua parte e io mi aspetto da te una recita perfetta.
Raiden:lo non ti ho mai incontrato di persona.
Colonnello:Completa la tua missione secondo lo simulazione.
Raiden:Colonnello, chi sei tu?
Colonnello:Basta con le domande. Abbiamo Rosemary.

Tutti sanno benissimo che è un gioco e perfino Raiden con la frase: “Dovunque vada la gente mi usa e basta!”. Quindi Hideo Kojima ha di nuovo voluto giocare con il giocatore empirico e con il suo alter ego digitale. Anche la frase di prima, dove il giovane domanda a Snake se si fosse mai divertito ad uccidere qualcuno e che la realtà gli sembra digitale è un chiaro messaggio per il giocatore. A volte la realtà può essere più alienante di una qualsiasi finzione. In fondo, il nostro cervello è un computer che elabora dati sulla base di ciò che vede e soprattutto di ciò che è”normale” per tutti. Quindi alcune esperienze possono essere davvero cosi devastanti da far credere ad un individuo che sia tutto finto e che le determinate persone non sono reali.
Ma voi cosa fareste se un giorno arrivaste a scoprire che i vostri genitori non sono reali? Pensate che i vostri genitori siano “il frutto delle aspettative e delle esperienze” di ognuno di noi. Cosa di rimarrebbe? Probabilmente niente. Cosi Raiden scopre che in realtà il colonnello non è vero, ma per l\’appunto solo il frutto di tecnologia avanzata, unita con la mente del soldato.
Raiden:Allora tutto quello che ho fatto fino ad ora è un\’illusione?
Solid Snake:Tu non sei un’illusione, sei qui di fronte a me in carne ed ossa, spetta a te decidere. Se vuoi puoi mollare tutto ora.
Colonnello:Hanno rapito Rose.
Solid Snake:È una trappola, il Colonnello non esiste.
Raiden:Hai ragione, Ma Rose esiste? Se non avessi mai incontrato neanche lei?

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Il mondo interno è distrutto. La finzione è la macchia e la realtà è la cornice. Insieme sono un quadro dove il giocatore si trova spiazzato e inizia a capire che è il gioco a giocare, non il giocatore.
Colonnello: Raiden (il giocatore), spegni subito la console!
Raiden: Cosa hai detto?
Colonnello: La missione è fallita! Togli subito la corrente!
Raiden: Che cosa ti prende?
Colonnello: Non preoccuparti, è un gioco! E’ un gioco, proprio come sempre.
Rose: Guarda che ti rovini gli occhi se stai cosi vicino alla TV.
Raiden: Di che cosa stai parlando?

Le risposte di Raiden sono probabilmente le frasi che dice ogni conscius gamer durante l’assurrda conversazione, ma è un’altra prova del fatto che siamo in un gioco e quasi tutti sanno dell’esistenza del mondo reale.

Quando Liquid Ocelot prende il Metal Gear Ray e si tuffa per cercare i Patriots, un fantomatico gruppo di persone che controllano il mondo Snake si tuffa nel mare per inseguirlo e da lì a poco si scopriranno più cose di quante una mente può assorbire. Il progetto S3, la simulazione di Solid Snake, grazie alla quale Raiden ha potuto rivivere le avventure di Solid a Shadow Moses è in realtà l’acronimo di Selezione per la Sanità Sociale. Un controllo sui mass media e quindi sull’essere umano. Vi ricorda qualcosa? Ebbene sì, è proprio ciò che i mass media stanno cercando di fare nel mondo reale, oscurando le notizie che potrebbero compromettere il beneficio di un singolo individuo.
Il mondo è sotto il controllo dei Patriots quindi, che usano Raiden per i propri scopi e l\’addestramento virtuale, che poi si rivela solo un copione ben congegnato e studiato per confondere non sono Raiden, ma perfino il giocatore.
Ocelot:Con l’azione giusta e lo storia giusta tutti possono diventare come Snake. Anche i pivellini possono combattere come uomini esperti e questo addestramento fondamentale ci darà dati più che sufficienti per formulare altri programmi di questo tipo. Tu, Dead Cell, Olga, siete solo pedine che noi muoviamo per creare la simulazione perfetta…
Fortune:Allora avevate architettato tutto?
Ocelot:Tranne lo comparsa del vero Solid Snake

Durante l’ultimo dialogo Raiden non è più sicuro di niente. Non vuole essere sicuro di niente:
Raiden: Chi sono io veramente?
Solid Snake: Nessuno sa veramente chi o cosa è. I ricordi che hai e il ruolo che ti hanno assegnato erano un peso che dovevi sopportare. Non importa se fossero veri o meno. Nel mondo non c\’è una realtà assoluta. Molta di quella che chiamiamo realtà è una finzione e, viceversa. Quello che pensi di star vedendo è vero quando il cervello ti dice che è vero.
Raiden: Ma… allora in cosa dovrei credere? Cosa lascerò di me quando non ci sarò più?
Solid Snake: Possiamo dire agli altri di avere fede in quello in cui avevamo fede noi. Quello che abbiamo trovato così importante da spingerci a combattere. Non si tratta di avere ragione o torto, ma di quanta fede sei disposto ad avere. È questo a decidere il tuo futuro. Anche i Patriots sono una specie di finzione, a ripensarci. Senti, non stare a ragionare troppo sulle parole. Trova il significato dietro alle parole e poi decidi. Puoi trovare il tuo nome e il tuo futuro.
Raiden: Decidere per me stesso?
Solid Snake: E qualunque cosa tu scelga sarà la tua scelta.
Raiden: Non so se potrei.
Solid Snake: So che questa volta non hai avuto molta scelta, ma tutto quello che hai provato, che hai pensato nella missione, è tuo e quel che decidi di farne è una tua scelta.

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Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.

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