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Nintendo è finita al centro di una controversia legale in Brasile a causa di una clausola presente nell’accordo di licenza d’uso della nuova Switch 2. Secondo quanto riportato da Procon-SP, l’ente per la tutela dei consumatori dello stato di San Paolo, l’azienda giapponese si riserva il diritto di rendere la console completamente inutilizzabile nel caso rilevi comportamenti considerati irregolari, come l’uso di software piratato o accessori non ufficiali.
Questa possibilità è prevista all’interno dell’EULA (End User License Agreement), ma secondo Procon-SP rappresenterebbe un abuso contrattuale ai danni degli utenti. La clausola permette infatti a Nintendo di bloccare funzioni vitali della console, come l’accesso all’eShop, il multiplayer online, i salvataggi in cloud o gli aggiornamenti, senza fornire spiegazioni né possibilità di appello al consumatore.
Il problema è emerso in modo evidente quando alcuni utenti brasiliani hanno acquistato console Switch 2 di seconda mano, spesso tramite marketplace non ufficiali, e si sono ritrovati tra le mani dispositivi già bloccati da Nintendo. Il codice di errore visualizzato, “2124-4508”, segnala l’impossibilità di accedere ai servizi online, rendendo la console praticamente inutilizzabile per molte delle sue funzioni principali.
In alcuni casi, come nel caso di acquisti presso grandi rivenditori come Walmart, è stato possibile ottenere un rimborso. Tuttavia, per chi ha comprato la console usata da privati, il danno economico è stato totale, senza alcuna possibilità di recupero.
Al momento, Nintendo non possiede una sede legale diretta in Brasile, quindi tutte le comunicazioni ufficiali sono gestite da Nintendo of America. L’azienda ha incaricato uno studio legale locale per rispondere alle accuse e ha dichiarato che fornirà una risposta ufficiale entro venti giorni dalla notifica da parte dell’ente brasiliano.
Se la denuncia dovesse andare a buon fine, Nintendo potrebbe essere costretta a rivedere le condizioni contrattuali della Switch 2 per il mercato brasiliano, eliminando o modificando le clausole considerate abusive. Il caso potrebbe anche avere un impatto più ampio: altre autorità per la tutela dei consumatori, in altri Paesi, potrebbero prendere esempio dal Brasile, aprendo la strada a un dibattito globale sul controllo remoto delle console e sui diritti degli utenti.