ORFANI: Sam n. 3 Cover

Orfani: Sam – ll deserto nero – Recensione

Autore: Roberto Recchioni e Michele Monteleone (sceneggiatura), Luca Casalanguida, Sergio Mancinelli (disegni), Carmine Di Giandomenico, colori Giovanna Niro (Copertina), Andres Mossa (colori)
Genere: Fantascienza, Azione
Editore: Bonelli Editore
Prezzo: 4.50€

Ormai è chiaro che addentrandoci sempre di più nel tenebroso mondo dell’ultima stagione di Orfani: Sam, ci ritroveremo con nelle mani un prodotto il cui scopo sarà quello di colpire duro i lettori. La strada costruita dai due “showrunners”, Roberto Recchioni e Michele Monteleone prosegue sempre in modo dritto vero un finale che probabilmente ricorderemo per molto tempo a venire. Stavolta gli argomenti tirati in ballo sono abbastanza interessanti perché riprendono un argomento molo annoso, la religione, uno di quelli che amo e temo.

L’oppio dei popoli

Aperto Orfani: Sam – Il Dserto Nero è facile rendersi conto dell’argomento che sarà il pilastro per tutte le pagine a seguire, la religione. Si inizia subito con delle citazioni del buon Karl Marx e della Juric. Tralasciando un attimino questo punto (sul quale tornerò nel prossimo paragrafo, promesso), vorrei invece parlare della storia che leggeremo. Andromeda e Perseo sono in compagnia di Sam, ma con la gunbike guasta in mezzo al deserto. Senza avere altre possibilità i tre sono obbligati a dirigersi verso un edificio dismesso, che tanto dismesso non è. Al suo interno attualmente c’è la chiesa della Madre Severa, la Juric. Da qui in po’ sarebbe spoiler totale, ma non è difficile capire l’andazzo che prende la storia.

La religione è poco pratica

Come ho detto prima, l’argomento che si esplora in questo numero è la religione, un argomento che da sempre crea più problemi della politica (anche se spesso le due cose vanno a braccetto), del problema dei selfie e della quantità dei gattini presenti su internet. Per Karl Marx la religione era l’oppio dei popoli, mentre per Juric era poco pratica. La religione, infatti ha questa particolare capacità di creare divergenze e di mettere in guerra i popoli, azzerando la cooperazione. Fatto sta, però, che all’interno della storia ci viene descritta una cosa interessante, durante il proprio comando la Juric aveva vietato i culti nelle divinità, cosa che non ha fermato il popolo a creare delle nuove chiese con delle nuove divinità. L’uomo, in fondo, ha bisogno di qualcosa in cui credere. Risulta essere molto curioso infine che proprio colei che voleva vietare la religione si ritrova a essere la dea di una chiesa nata in suo onore.
La sceneggiatura di Roberto Recchioni e Michele Monteleone ha i suoi alti e qualche basso, questo è indubbio. L’abilità nel descrivere in poco spazio e tempo una grande quantità di avvenimenti non è una cosa semplice. Allo stesso tempo, però, ci sono dei momenti in cui le spiegazioni sono troppo veloci e scorrono via come se fossero velocizzati a x4. I dialoghi sono interessanti da praticamente ogni lato e cercano di scavare all’interno del rapporto tra madre e figli. I disegni sono invece gestiti da due autori diversi, che curano due linee temporali (anche se non sono proprio da intendere come delle vere linee), Luca Casalanguida e Sergio Mancinelli. A uno è toccato uno stile molto classico, ma stiloso e ben definito. All’altro invece è toccato qualcosa di più particolare. Le scene del passato e quelle alternative sono curate in modo tale da sembrare Flat, con dei colori che si posano in modo uniforme sulle vignette. Ho visto un po’ di Amélie Fléchais all’ingerno di quelle tavole.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.

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