La Seconda Guerra Mondiale si concluse e, a quel tempo, la situazione economica della casa di Topolino non fu affatto comoda. Liberatosi però dalla presenza dell’esercito e dalla ristrettezza della catastrofica guerra, lo studio riacquistò subito la sua piena libertà creativa. Sì, perché durante il conflitto mondiale una gran quantità del personale venne arruolata nell’esercito degli Stati Uniti al fine di sostenere produzioni di film legati a scopi propagandistici. Queste opere svilupparono un buon rapporto tra gli Stati Uniti e l’America Latina per conto del governo. Tuttavia il siffatto impegno ebbe anche il suo effetto rovinoso: lo scarseggiamento dei fondi.
E così, ancora una volta, il buon Walt si trovò ancora costretto a debuttare nelle sale americane con il consueto film diviso in segmenti animati, dal titolo di Musica Maestro. Per inciso, il terzo film collettivo dopo Saludos Amigos e I Tre Caballeros.
Musica Maestro accentua una forte somiglianza con Fantasia, un esperimento che portò la Disney a miscelare l’immagine con la musica ponendosi come uno dei vertici indiscussi dell’animazione. A differenza del terzo classico, in questo film vi sono musiche più variegate: dal jazz alle ballate, per passare inoltre alla musica popolare e lo swing.
La prima sequenza “I Testoni e i Cuticagna” venne inizialmente tagliata da Disney per non incorrere il rischio di partecipare, suo malgrado, al dibattito con gli Stati Uniti circa le armi da fuoco. C’è a seguire la “Palude Blu”, originariamente destinata a Fantasia utilizzando la traccia Clair de Lune del compositore francese Claude Debussy. Le ambizioni del padre di Topolino si frenarono dinanzi al possibile viscerale fallimento che poté al tempo subire e si accontentò di integrare la Palude Blu eseguita da alcuni compositori statunitensi. Irrompe, poi, il jazz con le sequenze “All the cats join in” e “After You’ve Gone”, interpretate da Benny Goodman con il quale riuscì a contribuire attraverso la sua orchestra a mettere in risalto la sua raffinatezza stilistica.
C’è anche un largo spazio per le ballate dal tono romantico, appurabili dalle sequenze “Senza Te” e “Two Silhouettes”, interessanti ma penalizzati da una mancanti storie. Una particolare menzione va al pezzo “Casey at the Bat”, servito come ispirazione per un ristorante a Disneyland Paris. “Pierino e il lupo” è sicuramente la sequenza più importante di quest’antologia. Si tratta nello specifico di una rielaborazione del racconto musicale di Sergei Prokofiev nel quale ogni personaggio viene accostato a un determinato strumento che lo contraddistingue.
La prossima, “Gianni di Feltro e Alice di Paglia, narra una storia di amore tra due cappelli di un magazzino che, dopo varie peripezie che li hanno slegati l’uno l’altro, finiscono per incontrarsi e vivere un lieto fine. Sul finale è possibile ammirare “La balena che voleva cantare all’Opera”, il segmento animato più lungo del film che segue le vicende di una balena dotata di un talento musicale e ancorata da un sogno: cantare all’Opera. Una vera e propria storia magistrale, accompagnata da una sontuosa colonna sonora, atta a conferire verso la fine del film un alone di tristezza.
In un periodo completamente difficile, Disney volle far rivivere il genere dell’animazione seguendo il modello di Fantasia, vale a dire i segmenti animati impostati su pezzi musicali interstiziali. Meno elitario rispetto ai predecessori, Musica, Maestro! si considera essere tuttora meritevole: un altro piccolo gioiello dello studio.