Supreme Blue Rose – Recensione

Titolo: Warren Ellis Presenta: Supreme Blue Rose Vol.1
Linea: Lion
Collana: Warren Ellis Presenta
Serie: Supreme Blue Rose 01
Autore: Warren Ellis, Tula Lotay
ISBN: 9788869712623
16,8×25,6, B, col., 168 pp
Genere: Supereroi

C’erano i tempi in cui alcuni eroi dannatamente muscolosi e pieni di superpoteri fino ai capelli combattevano contro alcuni villain pericolosi e architettonici. Erano i tempi in cui Image Comics immise sul mercato una serie, Supreme, creata da Rob Liefeld e che da lì a poco avrebbe condizionato il mondo supereroistico futuro. Lo stesso Alan Moore ha pensato bene di prendere sotto la propria ala protettiva il personaggio e di narrare le vicende supereroistiche. Oggi la Supreme torna con una miniserie di sette volumi scritta da un quanto mai enigmatico Warren Ellis e disegnato magistralmente da Tula Lotay.

Il ritorno del classico

A volte trattare un fumetto è una cosa abbastanza semplice e lo si fa a viso aperto, come si affronterebbe un nemico comune. Talvolta, però, questo non basta e allora si inizia a rimuginare sul contenuto, cercando di rileggere alcuni passaggi più astrusi e complessi e assimilarne il contenuto. Con Supreme Blue Rose questo passaggio diventa una necessità. Il modo narrativo di Warren Ellis è non risulta essere mai lineare, ma è piuttosto un’architettura complessa ed elaborata in maniera certosina. La storia a prima vista potrebbe sembrare addirittura senza alcun senso, ma questa è la stessa medesima sensazione provata dalla bella Diana Dane. La protagonista dell’albo si trova infatti a un bivio nella propria vita e a seguito di alcune visioni viene licenziata dal proprio posto di lavoro.
Per fortuna in sui soccorso arriva Darius Dax, l’enigmatico capo di National Praxinoscope Company. Egli chiede alla giovane ragazza di scoprire la vera identità di un uomo che sembra essere collegato in qualche modo al meteorite che ha spazzato gran parte della piccola città di Littlehaven, Ethan Crane. Il viaggio si scoprirà fin dal primissimo istante essere quasi una trasposizione di un mondo onirico e trascendentale che si unisce con il nostro e da vita alle visioni più strepitose. Non passerà infatti molto tempo prima che il lettori inizi a scoprire la verità sull’universo pantagruelico che si è venuto a creare in soli sette numero. Ovviamente gli amanti della serie Supreme troveranno tutti i personaggi a loro cari, ritrovando magari qualche particolare cambiamenti in alcuni di essi.

 

Neo surrealismo

Preso in mano l’albo, ancor prima di aprire la prima pagina ci si accorge che non si tratta di un’opera comune. Lo stile di Warren Ellis ha una meticolosa particolarità di dispiegare i tasselli in modo quasi casuale e a prima vista senza un nesso logico. Man mano che la lettura prosegue verso il suo termine ogni cosa inizia a prendere una piega più razionale, ma è proprio alla fine che veniamo a conoscenza di ogni cosa che ci serve per la nostra comprensione. Con una grande abilità e bravura Ellis ha inserito in modo elegante tanti riferimenti e personaggi appartenenti alla serie originale.
Se però uniamo lo stile cosi particolare della narrazione con i disegni di Tula Lotay allora otterremo finalmente il risultato finale, Supreme Blue Rose. La disegnatrice londinese con un tratto molto singolare dipinge letteralmente ogni vignetta in oltremodo realistico e stupefacente. Alcune tavole sono però caratterizzate da un tono quasi da bozza, come se non fossero complete. I personaggi acquisiscono quasi più dimensioni, per una lettura capace di stupire senza problemi alcuni. L’uso dei colori aggiunge qualcosa di particolarmente attraente che finirà per generare un’alchimia molto intima con tutto il resto. Le inquadrature però non riescono a splendere di luce propria in quanto piuttosto semplici, ma alla fine, a fronte di tutti i pro, questo risulta essere un fattore pressoché irrilevante.

Supreme Blue Rose

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.

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