Editore: Panini Comics
Autore: S. Lobdell; M. Waid (S); J.Madurerira; A. Kubert , P. Ferry e M. Deodato Jr. (D)
Formato: 17×26
Pagine: 192
Prezzo: 17.00
“chi sei?” –la Frustrazione-. Frustrazione. La parola che probabilmente vedrete più spesso in questo volume dalle tinte fosche. La Panini Comics, come ha già fatto, regala l’opportunità ai Marvel Fan, di leggere le storie del passato che hanno contribuito a formare la memoria collettiva degli appassionati e questo volume ne è la prova. Viene tirata fuori dal cilindro una delle storie che ha veramente cambiato l’universo Marvel (frasi a dir poco, strabusata) contribuendo a rafforzare dei concetti e a presentarne di nuovi. Storie che coinvolgono tutto l’universo di terra 616 ma che hanno come punto di origine le testate X di allora, capeggiate da team artistici che hanno rappresentato l’idillio degli anni ’90 e che tutt’oggi la fanno da padroni nel mondo editoriale americano; ai testi troviamo Scott Lobdell, una vecchia conoscenza per gli amanti degli X-Men, uno degli autori più influenti subito dopo Claremont. Al suo fianco, il buon vecchio Mark Waid, uno degli attuali scrittori di punta della Marvel, dal genio sottovalutato ma che sta emergendo agli occhi degli attuali fan grazie a due tra le migliori serie del Marvel Now: Hulk e Devil. A loro fanno seguito una vagonata di esperti disegnatori nel fiore dei loro anni di produzione artistica: Mike Deodato JR. Joe Madurerira, Andy e Adam Kubert, figli del leggendario Joe!
Chi sono, in questa storia piena di personaggi pittoreschi in calzamaglia, i veri eroi? Quelli di cui ci si può fidare ciecamente? Per dare una risposta a questa domanda basti sapere che accanto alla risonante Frustrazione, vi sarà la fedele compagna Illusione, quella che sarà la causa e/o la conseguenza delle vicende che vi terranno incollati per circa 200 pagine di racconto ai limiti dell’assurdo (la scelta di che congiunzione usare la lasciamo a voi, a dopo la lettura). Tutto parte dalla scuola di Charles Xavier, storico leader e fondatore degli X-Men, impegnato nella battaglia col suo nemico più pericoloso: se stesso. Tante volte il grande potere, nei fumetti supereroistici, ha significato grande condanna, ma che succederebbe se chi è portatore di questo enorme potere, diventi solo il mezzo per cui qualcuno più potente e spietato di lui, possa portare a termine meri scopi personali contando non solo sul potere in sé quanto sulla forza psicologica che un tale essere può muovere in chi lo circonda? Inutile girarci intorno, sebbene partecipino anche i vendicatori, questa rimane una storia di mutanti, una delle migliori se proprio dobbiamo dirlo. La storia si articolerà su vari piani di lettura; c’è chi recepirà solo la parte principale del racconto, chi, invece, vedrà la psiche umana ristagnante nelle nicchie che la storia stessa crea: protagonista in seconda di quest’opera, come della maggior parte delle storie del gruppo X, è il popolo americano, pregno di paure e insicurezze scatenanti il desiderio di repressione di ciò che non si conosce. Proprio come i Romani, nei momenti che reputavano bui e irrisolvibili, davano tutti i poteri ad un solo uomo, un “Dittatore” (non nel senso odierno del termine), così il popolo americano descritto da Lobdell e Waid, decide di affidarsi totalmente alle mani di un candidato alla presidenza degli USA che porta in sé ideali di antisemitismo e ch, manco a dirlo, è una misera marionetta nelle mani di un potere superiore.
Il tocco artistico della storia è impareggiabile. Basti vedere come da una pagina all’altra si passi da un tocco armonioso e rotondeggiante per rappresentare Arcangelo, ad uno sporco e spezzato per rappresentare un Wolverine nel pieno della sua deriva animalesca. Il disegno si fa narratore. Tramite esso viene presentato sia visivamente che emotivamente, grandeggiando nelle varie splash pages, la figura di colui che sarà al centro della vicenda, fino ad arrivare alla rivelazione di quanto, in realtà, la sua statura morale in quel momento sia annullata da qualcosa di inspiegabile persino per una delle personalità più importanti dell’universo Marvel. Ai testi, con non meno ingegno, Waid e Lobdell, inquadrano ogni figura presente nell’albo, facendo tornare in ognuno di esse, il concetto di frustrazione che sarà una costante; un sentimento che terrà in scacco sia i grandi protagonisti dell’opera che le varie macchiette come ad esempio Hank Mcoy, Bestia. Personaggio che sarà anche il maggior esponente, o almeno quello più evidente, del secondo tema dominante dell’opera: il tradimento. Chi, nell’universo Marvel, può dire di non essere stato tradito o di non aver tradito nemmeno una volta? Praticamente nessuno (specialmente dopo Orginal Sin) e gli autori d quest’albo sono sicuramente tra i colpevoli del continuo di questo clichè ormai quasi necessario in ogni storia Marvel (e del fumetto americano in generale). Certo, se tutti gli autori usassero questo espediente con la stessa maestranza dei due sopra citati, il mondo avrebbe storie migliori.
Gli X-Men, da sempre, insieme a personaggi come Hulk o la Cosa, sono nati e si sono evoluti sia sul paino del fumetto supereroistio sia sul piano propagandistico di ideali di fratellanza e di repressione del razzismo quindi, non stranitevi nel trovare messaggi per la condivisione delle razze e per sottolineare la stupidità umana. A questo proposito, nelle pagine finali, vi aspetterà il messaggio forse più forte ed esplicito a riguardo; la natura umana, stupida, classificatrice, divisionista, analizzata dalla’occhio super partes di Visione, un sintezoide, che con una sola frase esprimerà il pensiero di molti uomini e donne del passato che hanno lottato per i pari diritti tra razze ed esprimerà l’inutilità pratica di una divisione all’interno di una razza comune, dettata solo da differenze genetiche.
Una storia di quasi 10 anni fa che non ha però nulla da invidiare a storie odierne. Al massimo può imporsi come loro maestra. Raggiunge la perfezione sul piano della narrazione, delle spettacolarità di ogni capitolo, dei colpi di scena, del disegno, un insieme di tratti diversi che permette di spaziare tra lo stile più accennato e cartoonesco di Deodato JR a quello più sporco e dettagliato di Madureira. Una vera scuola di fumetto. Una storia che dovrebbe rappresentare per molti scrittori, l’impronta da seguire per fare un fumetto degno di questo nome.
Aspettando i prossimi quattro numeri, Vater-Man vi saluta augurandovi buona lettura.
- - 9/109/10