.hack//G.U. Last Recode – Recensione

.hack//G.U. Last Recode è la collection tanto attesa dagli appassionati del brand dei quattro giochi usciti su PS2 oltre dieci anni fa. In breve, il gioco racconta della vita virtuale di giovani e adulti nel videogame chiamato The World, dove antagonismi, vendette, odio e misteri fanno da traghetto per la narrazione, facendo diventare il prodotto interessante anche dal punto di vista della sceneggiatura.

Il gioco narra dunque le vicende di Haseo, un giocatore come tanti altri che scopre, appena entrato nel mondo virtuale, quanto esso possa essere crudele, facendosi dunque stringere da una morsa d’odio che lo porterà a diventare una specie di anti-eroe in quel mondo virtuale. Guidato da Ovan, un misterioso uomo all’apparenza molto informato sui misteri del mondo virtuale, il giovane Haseo dovrà farsi strada in una realtà piena di odio e tormento che ruoterà attorno a Tri-Edge, l’enigmatico PK che pare colpisca i giocatori uccisi nel gioco anche nella vita vera…

Che dire, innanzitutto l’aver avuto una collection del genere non poteva essere altro che un bene per chi, come molti, non aveva mai potuto avvicinarsi al brand a causa della mancanza di un’edizione italiana. Mancanza che, purtroppo, continua a persistere, ma con l’avvento dell’internet si sono creati nuovi canali di distribuzione che ci permettono di essere qui, oggi, a parlarvi di questa remastered.

CyberConnect 2 ci propone dunque i quattro giochi principali, più un piccolo extra, in modo che anche i nuovi giocatori possano approcciarsi al fenomeno di culto che è .hack. Fenomeno che, nonostante in Italia sia poco conosciuto, è stato fonte di ispirazione soprattutto in Giappone, con il fenomeno dei libri ambientati nei videogames (o simili), dei quali Sword Art Online è sicuramente uno dei maggiori promotori. Bando alle ciance di rito, passiamo alla parte importante: il gioco è piaciuto?

.hack//G.U. Last Recode
Come in Sword Art Online, in .hack siamo immersi in un gioco MMO virtuale.

Una collection con poco impegno

Posso dire che sì, mi ha intrigato molto nonostante la sua lentezza nel partire a causa delle molte scene di dialogo e combattimento poste come video che occupano pienamente la prima ora di gioco. Hack in sé è, di fatto, un buon action RPG in tempo reale molto affine ai Tales of più moderni, seppur più limitato e ha delle ambientazioni niente male, oltre a una storia intrigante e che fa da cardine al gioco stesso. Tuttavia, nonostante il gioco di base non sia per niente male, mi ritrovo leggermente deluso da come è stata trattata questa collection.

In primis, il fatto che il frame rate sia stato aumentato e stabilizzato in modo da risultare più che gradevole, l’entrata in vigore del full HD e la miglioria nel comparto sonoro soprattutto nei video sono stati fattori molto apprezzati ma, dopotutto, abbastanza standard per una remastered e dunque poveri nell’essenza. L’incremento dello spazio massimo nell’inventario e un’accessibilità maggiore ai neofiti grazie al respawn in battaglia che ti permette di ricominciare uno scontro perso quasi all’istante sono sì fattori gradevoli, ma che comunque non dimostrano un vero e proprio impegno nel rimaneggiare i quattro titoli.

Soprattutto, mi ritrovo perplesso sulla scelta di non sfruttare il nuovo hardware che la PS4 offre, facendo dunque caricare i dungeon (anche quelli più piccoli) un pezzo alla volta, impedendo al giocatore di visionare ciò che va al di là di una piuttosto ristretta area visiva. Il che porta a dare maggiore importanza del dovuto alla mappa, che a causa della mancanza di trasparenza risulta essere particolarmente fastidiosa su schermo. Per farla breve, non ci potremo orientare nella mappa prendendo dei punti di riferimento come edifici o ponti, ma saremo legati a una mappa fin troppo molesta.

La luce in particolare, soprattutto nelle prime zone di gioco, è regolata molto male, impedendo di godere completamente del rinnovato comparto grafico. Mentre il Full HD può risultare talvolta piacevole, lo stesso non posso dire per le texture di personaggi e ambientazioni, spesso imbarazzanti e decisamente poco curate, soprattutto perché mostra un lavoro piuttosto approssimativo e senza una vera volontà di perfezionare il perfezionabile. La mancanza di una localizzazione italiana, seppur non presenti un difetto del gioco in sé data l’ormai diffusione globale della lingua inglese, delude e non poco il pubblico, che si aspettava finalmente di poter avere una versione europea di un cult come .hack.

.hack//G.U. Last Recode
Il gameplay ha subito qualche piccolo miglioramento ma tutto in maniera piuttosto approssimativa.

Vedere, ma non toccare. Correre, ma non saltare!

Per concludere la lista di problemi di questa collection, direi che la mancanza del salto come azione è veramente una seccatura che (questa volta con un impegno serio e oneroso) avrebbe portato a un serio miglioramento del gameplay, raddoppiando le combo possibili (veramente ridicole dentro il gioco) e dando la possibilità di creare meccaniche più complesse con nemici volanti, colpi critici e così via. Persino la mancanza di una schivata si fa sentire, visto che nelle cutscene sui combattimenti ne mostrano l’efficacia. In pratica, è un “vedere, ma non toccare”. Questo aggiornamento ovviamente sarebbe stato un tocco di classe nella collection, facendo evolvere .hack in quanto a stile, ma capisco benissimo come una modifica nei moveset e così via possa essere effettivamente svantaggiosa in termini di risorse e tempistiche.

Detto questo, la cosa che più mi fa storcere il naso è il prezzo del prodotto. Cinquanta euro per una collection che sì ti riporta sul mercato titoli vecchi oltre dieci anni aggiungendoti un capitolo extra che non cozza affatto con la storia, ma anzi ti da più contenuto utile (come l’enorme glossario del mondo di gioco, ben fornito e gradevole). Visto così non sembra nemmeno male come affare, ma il solito scarso interesse per migliorare effettivamente il gioco, la mancanza di una localizzazione italiana (e anche di altre lingue) e gli altri difetti di questo Last Recode mettono in dubbio l’effettivo valore del titolo.

Forse ho parlato un po’ troppo male di questa serie, forse si meritava una recensione più clemente. Tuttavia no, non mi sento di poter soprassedere su questo genere di situazione. Nonostante apprezzi le collection e ciò che ne viene, non sopporto la mancanza di un vero miglioramento che faccia valer la pena di spendere anche più soldi del dovuto all’acquirente. Detto in tutta franchezza, stando al valore dei singoli giochi ci sarebbero stati bene anche a cinque euro l’uno sullo store. Giochi che comunque hanno un potenziale enorme e che riescono a farsi amare, facendoti appassionare alla loro storia, alle ambientazioni, al gameplay stesso (anche se mancano i salti, miseriaccia!) e ai personaggi, che prendono la loro forza da un character design strabiliante.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”].hack//G.U. è una serie di valore che possiede una forza irresistibile per gli amanti del genere, dimostrandosi valida e controversa (almeno per il suo tempo). Carina l’aggiunta della parodia, che lascia il tempo che trova. Dovessi recensire i giochi probabilmente ne parlerei soltanto bene, ma questa collection non mi ha convinto. Non è riuscita a stregarmi, come pensavo avrebbe fatto prima di far partire il gioco. Il contenuto c’è, ma la buona volontà è un po’ carente. Un vero peccato, ma nonostante gli evidenti difetti, .hack//G.U. Last Recode rimane comunque un titolo da avere, magari aspettando di trovare l’occasione giusta.[/stextbox]

Sull'autore

Gabriele Gemignani

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