World of Final Fantasy – Recensione

World of Final Fantasy riassume ciò che si presenta essere: un compendio del meglio di Final Fantasy, un occhio al passato e uno sguardo al futuro, un recipiente in cui sono concentrati tutti i ricordi della serie in vista del trentesimo anniversario della serie. Quei ricordi prolungati nel tempo, alimentati nella memoria degli appassionati riportando ai personaggi carismatici, scontri epocali e le melodie sognanti di un tempo.

La sua formula vincente sta nella simbiosi di questi aspetti, più che la meccanica è stato lo spirito emotivo a incidere un segno. Recuperare una vecchia lettera d’invito, un concetto originale e ambizioso, riuscirà ad attirare i neofiti? Un compito difficile, al quale Square Enix non può certamente sottrarsi, per moltiplicare il suo successo.

World of Final Fantasy

Benvenuti a Grymoire

Reynn e Lann sono una coppia di gemelli che risiedono a Nine Woodhills. In un giorno come tanti, i protagonisti scoprono che all’aria c’è qualcosa di sospetto e pericoloso: gli abitanti della città sono misteriosamente scomparsi dal nulla. I due fratelli sono disorientati e non hanno alcun ricordo del loro passato. Nel tentativo di recuperare la memoria e scoprire cosa si avvolge dietro a un oscuro mistero, gli eroi si trovano ad attraversare un portale che li conduce a Grymoire, una magica terra popolata dagli iconici personaggi e mostri dell’universo di Final Fantasy. Ripristinare il corso degli eventi sarà più dura del previsto: le forze della Bahamutian Federation non ce la faranno passare liscia.

Fin dal suo primissimo annuncio, World of Final Fantasy destava numerosi sospetti riguardanti la sua originalità. Spesso e volentieri, rincorrerla oggi sembra essere una missione: all’apparenza, lo spin-off cercava di nascondere la sua intenzione per tirar su cassa e rilanciare un franchise da un target demografico prevalentemente costituito dai veterani della saga, inaugurando soltanto un festival di cammei. Ma come spesso accade, i pregiudizi esistono per essere smentiti. Lo sforzo creativo di Square Enix è una metafora volta a ricordare ai fan il meglio della serie, introducendo una serie di personaggi e tropi allo stesso modo di Kingdom Hearts. Anche se quest’ultimo era organizzato seguendo una propria struttura, dove ogni mondo è tenuto separato, Grymoire serve invece come un insieme unificato di varie città e protagonisti.

La sensazione generale è di ritrovarsi a esplorare un mondo più profondo di quanto possa sembrare a primo acchito. A ogni modo, il nostro peregrinare è stato comunque abbastanza per poter sondare la qualità narrativa offertaci dal videogioco; e, qui, duole subito evidenziare una trama pressapoco grottesca e contorta, priva di colpi di scena e ricca di cliché; riducendosi a essere un mero pretesto per invitare Reynn e Lann a incontrare i personaggi preferiti della serie come Cloud, Squall, Tidus e tanti altri.

world of final fantasy

Alla cattura dei miraggi!

Un aspetto positivo da individuare nello spin-off è senza troppi giri di parole il combat system: una miscela tra vecchio e nuovo e un ibrido tra un jRPG a turni e un qualsiasi capitolo di Pokemon. Lungo il percorso avremo modo di scontrarci con i cosiddetti Mirage, creature attraverso le quali possono essere catturate in una versione tascabile per poi essere vicine al nostro fianco. Ecco, ritrovarsi a combattere ci suonerà tutto più familiare: World of Final Fantasy si affida alla deriva Active Time Battle -o, meglio ancora, il Conditional Turn Based di Final Fantasy X– con il quale i personaggi intervengono a turno in base alla rapidità dell’azione.

E le novità non terminano sicuramente qui, poiché questo certo sistema di gestione vanta del supplemento di diverse modalità di combattimento. Una si concentra agli scontri più rapidi e senza interruzioni -anche in mancanza di selezione dei comandi- mentre l’altra si rivolge perlomeno a quelli maggiormente ponderati in cui consentono di studiare attentamente ogni mossa. Attraverso l’elenco dei comandi, tra cui uno classico che riflette alla mente nostalgici ricordi, possiamo sferrare attacchi normali e con abilità e magie che esigono la spesa degli AP, collocarci sulla difensiva saltando dunque un turno e naturalmente curarci al netto delle situazioni critiche.

I combattimenti si pongono come finalità non solo le doverose vittorie, ma anche l'”imprismazione” -termine che nel gergo dell’jRPG sta per “cattura”- di un miraggio. Per farlo, occorre un impellente bisogno di un prisma vuoto compatibile ad esso. C’è da obiettare, a seguito della nostra lunga e intensa sessione di gioco, ci vorrà un po’ di tempo per stringere amicizia con tutti i miraggi. Le percentualità di cattura si alterano in relazione ai suoi punti vitali, e a volte capiterà di incontrarne alcuni molto potenti che ci metteranno facilmente le bastone tra le ruote.

World of Final Fantasy

Oltre la nostalgia

Per scendere nei dettagli, nel mentre che ci troveremo ad arruffare miriadi di creature bisognerà tener conto della formazione alla quale adempieremo. A partire da questo momento si inscenano le peculiarità di World of Final Fantasy, in cui elargiscono una struttura nettamente più ludica di quanto possa apparire: ogni mostriciattolo, oltre il quale potrà essere potenziato ottenendo il massimo rendimento da un sistema che rimembra a tratti la sferografia di Final Fantasy X, sarà in grado di evolversi, acquisire nuove mosse ed essere impilati ai gemelli per conferire diverse possibilità di sfruttamento nei combattimenti.

Riferendoci a questo, ciascuno di essi possiede una propria taglia -che rappresenti “S”, “L” o “M”- ed è abbinabile a uno tra Ryann e Lann sino a formare un totem da tre “personaggi”. Le creature di taglia “L” si collocano in basso, le “M” in mezzo e le “S” in alto. In parallela a ciò, quelli non attinenti possono agire in maniera indipendente e in alcune situazioni ci sono parsi essere notevolmente indispensabili ai fini di molteplici battaglie. All’impilarsi dei miraggi, comunque, tutti i parametri e le abilità si sommano, ma c’è anche il suo conseguente rovescio della medaglia: anche i punti deboli vengono condivisi, quindi non sarà per niente facile cantar vittoria.

Nel corso dell’avventura i “pucciosi” mostriciattoli coalizzati potranno essere sfruttati anche negli ambienti circostanti: alcuni esempi di questo utilizzo si riscontrano nel momento in cui è possibile configurarli come trampolini per risolvere le miriadi di enigmi presenti nel videogioco. Inoltre, c’è da obiettare che la longevità è prettamente elevata e, in quanto ad aree strette esplorate, non si nasconde una palpabile correlazione con Final Fantasy XIII: perché, specialmente, vi sarà in città un hub principale che consentirà di teletrasportarsi tra le molte località che avremo liberamente visitato.

World of Final Fantasy

Tripudio di fanservice

L’estensione di World of Final Fantasy generalmente si limita a una chiacchierata con alcuni personaggi non controllabili e alle relative quest il cui obiettivo da conseguire sta abitualmente in un percorso diretto verso un boss o un vicolo cieco con una succulenta chest da aprire e qualche puzzle occasionale gettato in buona misura. A margine, inoltre, da segnalare un livello di difficoltà sempre più crescente e bilanciato al proseguo della storia.

Il comparto grafico jRPG, per quanto allettante, presenta alcune sfumature di texture di bassa risoluzione ma riesce nel suo intento a strizzare l’occhio anche ai meno avvezzi. C’è da dire su questa base che i personaggi e le ambientazioni beneficiano dell’uso di effetti di illuminazione avanzati. Particolarmente encomiabile il lavoro riservato al doppiaggio, nel quale ci verrà ritenuto opportuno scegliere se includere l’audio giapponese o inglese. Per quanto riguarda la colonna sonora, vi sarà una raccolta di tracce rivisitate che gli amanti del franchising sapranno indubbiamente apprezzare.

Non esattamente un novizio, il director Hiroki Chiba -il cui primo lavoro risale nientedimeno a Final Fantasy VII– è riuscito magistralmente a gestire il suo ruolo. Senza tralasciare, ovviamente, i riconoscimenti anche a Tetsuya Nomura per la contemplazione del design di Reynn e Lann che -benché stereotipati- sono in pura linea di Kingdom Hearts, e Yasuhisa Izumisawa per i restanti disegni con un sorprendente tratto artistico. Non bastasse, una delle singolarità di World of Final Fantasy sta nel duplice stile di visualizzazione sullo schermo, il “chibi” e l’adulto, nel quale lo scopo è incantare ogni tipo di pubblico con un tono placido e morbido.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]World of Final Fantasy è un omaggio all’adorata serie, un tripudio di fanservice, ma -soprattutto- una boccata d’aria fresca ad un genere ormai in declino: la cattura dei miraggi, la fattezza estetica dei “chibi”, l’ammodernamento di un atavico sistema di combattimento… Questi elementi, nell’immaginario artistico, permettono di offrire allo spin-off di Square Enix un’esperienza divertente e autonoma. Uno spettacolare mondo che riunisce tre decenni, frammenti, pezzi di storia indelebili di onorata carriera.[/stextbox]

Sull'autore

Luigi Fulchini

Studente e uno dei fondatori di HavocPoint.it. Scrive di videogiochi.