Teslagrad – Recensione

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Con l’ascesa massiccia del mercato videoludico indipendente molti generi sono ritornati alla ribalta ed è indubbio che possano ancora dare tantissimo al pubblico, stanco dai soliti giochi AAA. Il mondo indie ci ha regalato moltissimi titoli non solo meritevoli, ma che potevano addirittura competere con le AAA al livello narrativo e quello di giocabilità. Lì dove gli indie non riescono è il comparto grafico, che però spesso si rivela gradevole e talvolta riesce a dare quella verve che serve per dare un valore anche dal punto di vista artistico. Teslagrad è senz’ombra di dubbio un progetto riuscito in quasi tutte le sue fasi e anche lo stile grafico, seppur piuttosto semplice, può competere con le grosse produzioni. D’altronde ricordiamo che Child of Light e Valiant Hearts non sono delle produzioni indipendenti, ma bensì dei giochi che hanno dietro un publisher di grossa portata, Ubisoft. In questo caso il piccolo gioco, che ha già conquistato il mondo PC riesce nell’intento di conquistare anche le console e ovviamente non abbiamo perso tempo per raccontarvi le nostre impressioni sul titolo.

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La narrazione senza narrazione

In una notte fonda un uomo cammina attraverso la città portando con se il suo bambino e dopo averlo lasciato a una donna scompare per sempre. Quando rivediamo il bambino lo troviamo già cresciuto e senza un preavviso capiamo che c’è qualcosa che non va, che dobbiamo fuggire per salvarci. Attraversiamo la città senza farci scoprire dalle corpose guardie che dopo averci visti inizieranno a rincorrerci senza perdere tempo. Arrivati alla torre di Tesla prendiamo il primo oggetto che ci permetterà di risolvere alcuni enigmi e proseguire con l’avanzare, i guanti. Queste, come ogni nostro oggetto, ci permetterà di attivare due polarità diverse: positivo e negativo. Ogni polarità ci servirà per cambiare quella dell’oggetto davanti a noi, per spiccare il volo o per attaccarci a una polarità. Tuttto questo verrà però spiegato meglio nella parte riguardante il gameplay.

Man mano che avanzeremo nella torre, ci verranno spiegati alcuni retroscena del mondo di gioco e verremo a conoscenza della totalitaria dittatura di un cattivo, che ovviamente dovremo combattere alla fine. La storia è chiaramente il punto più debole del gioco e nonostante sia abbastanza emozionante (se presa dal giusto punto di vista) è breve e finisce davvero in fretta, ma ovviamente questo è un problema attribuibile a molti titoli indipendenti, che trovano il loro perno nel gameplay e nel comparto grafico.

La particolarità della narrazione di Teslagrad è la totale assenza di dialoghi. Un po’ come accadde con altri titoli, di cui citiamo Journey, per capire la storia bisognerà guardare i vari spettacoli oppure osservare le varie immagini, che ci racconteranno in modo superficiale cosa è accaduto al mondo di gioco.

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+ x + = +

Come abbiamo detto prima, Teslagrad non eccelle nella storia, ma lo fa nel suo comparto gameplay. Il controllo dei poli elettrici è qualcosa che dal lato nostro troviamo geniale e funzionale al tipo di puzzle che dovremo risolvere. Con i tasti direzionali ovviamente potremo camminare, con il tasto X saltare, con quadrato potremo fare uno scatto elettrico in avanti ed ecco che arriva la parte interessante però. I tasti R1 e L1 serviranno per dare dei pugni carichi positivamente o negativamente. Tutto ciò ci servirà per dare una polarità diversa o uguale alla nostra a un oggetto. Con R2 e L2 potremo invece attivare la polarità attorno a noi e quindi utilizzare le varie piattaforme per fare delle determinate cose.

Il fattore WOW in questo caso lo riscontriamo proprio durante l’utilizzo delle varie polarità. La logica del gioco non si discosta da quella della fisica e quindi se ci troveremo su una piattaforma di polarità negativa e arriveremo il campo negativo allora verremo gettati via perché le due polarità non possono unirsi, mentre al contrario, utilizzando una polarità diversa verremo “attaccati” alla piattaforma in questione. Tutto ciò rende gli enigmi spesso davvero complessi ed è necessaria una certa bravura per padroneggiare bene le due polarità.

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Un dipinto sonoro

Anche il campo prettamente artistico è senz’ombra di dubbio davvero eccellente e anche se non fa gridare al miracolo, si mantiene sui livelli davvero alti per tutto il corso del gioco. Lo stile grafico semplice e quasi minimale brilla di luce propria grazie al favoloso stile cel shading che rende Teslagrad simile a un quadro. Tutto il mondo sembra dipinto saggiamente con dei colori caldi in alcuni frangenti e freddi e distaccati negli altri. Le luci catturano lo sguardo, che soave si posa sui delicati lineamenti degli oggetti, dei personaggi e del mondo che ci circonda. Il tutto è unito ad una colonna sonora che rapisce lo spettatore trasportandolo interamente nella torre di Tesla e senza annoiarci ci trascina da un piano all’altro, da un boss all’altro, fino alla fine del gioco.

I ragazzi di Rain Games hanno sfornato un titolo capace di incollare allo schermo e di travolgere il giocatore con un fascino particolare avvolto con un gameplay e uno stile di tutto il rispetto. La durata del titolo, insieme alla storia sono purtroppo i punti deboli, ma ciò nonostante Teslagrad è capace di regalare dei momenti splendidi.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".