Avengers/Defenders War – Recensione

Avengers/Defenders War

War has changed. Questa è una frase facente parte dell’universo videoludico di Metal Gear Solid e precisamente del quarto capitolo, Guns of the Patriots. La guerra aveva cambiato aspetto e le motivazioni erano diverse, come anche la metologia di controllo dei soldati. Ora però siamo nel campo fumettistico, nella Casa delle Idee nell’anno 1973 con una grande guerra in dirittura d’arrivo. Parlo ovviamente di Avengers/Defenders War, un evento che ha permesso ai due team di conoscersi e di scontrarsi. Panini Comics ha deciso di stampare questa piccola, ma grande perla con i nome I Grandi Eventi Marvel e questo lo è per davvero.

Combattere fino alla morte

Sul punto di morte da una grande caduta, un Loki cieco viene teletrasportato in una dimensione parallela, quella di Dormammu. Il villain gli propone di creare un’alleanza per riuscire a soggiogare i Difensori (e ovviamente l’odiatissimo Doctor Strange) e i Vendicatori per poi conquistare tutta la terra e prendere il controllo di quella dimensione. Per farlo serve però l’Occhio del Male, che si trova sulla terra ed è qui che Dormammu soggioga i Difensori, mentre Loki i Vendicatori affinché trovino i pezzi dell’oggetto e si scontrino in una battaglia mortale. Un piano che ovviamente non andrà per il verso giusto, ma non da subito. Solo dopo diverse battaglie i due team capiranno l’inganno perpetrato e decideranno di collaborare fianco a fianco per scongiurare il peggio.

Lottare fianco a fianco

Dietro alla sceneggiatura del titolo troviamo Steve Englehart, un autore che non ha bisogno di molte spiegazioni. Si tratta di un crossover che ha scritto due anni prima di abbandonare la Marvel e passare alla DC Comics e volenti o no, ma la scrittura sente il peso degli anni. Le battute e i personaggi giocano un ruolo quasi da attori del vecchio teatro. Anche le battute che dovrebbero farci sentire la drammaticità e il peso del mondo hanno quel tono allegro da sceneggiata che in fondo troviamo in tantissimi fumetti dell’epoca. Non è un difetto infatti, ma solo un avvertimento per i lettori più giovani, abituati a toni gravosi da fine del mondo. Anche la soluzione dell’intero conflitto è in realtà simile a quella classica del teatro, che in fondo è la base per qualsiasi tipo di intrattenimento.

Allo stesso modo anche le matite di Bob Brown e Sal Buscema hanno il peso degli anni sulle proprie spalle, ma in maniera nettamente minore. Le linee delicate e sinuose delineano delle figure decise e ben definite in un campo delineato e molto dettagliato. Si tratta di un necessario tuffo nel passato dell’universo Marvel per scoprirne tutti i dettagli e viverlo meglio al presente.

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Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.