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Poche settimane fa abbiamo parlato in modo piuttosto approfondito di quel FPS che potrebbe diventare la miglior risposta a chi cerca un MOBA con la struttura da sparatutto e ovviamente si tratta dell’ultimo lavoro di Gearbox, Battleborn. Creare un titolo capace di unire entrambi i generi non era un’impresa semplice, ma al contrario, difficile sia concettualmente sia nella sua realizzazione. Un genere cosi complesso e variegato come il MOBA ha sicuramente le sue difficoltà date dagli asset dei personaggi, dalle skill, dal livello e da tanti piccoli fattori, che ci preme dirlo, non sono riusciti ad entrare tutti in questo gioco, ma lo scopriremo man mano che avanzeremo con la recensione. Le ispirazioni di questo titolo sono tante e un giocatore dei giochi online riconoscerà nei personaggi qualcuno di già visto magari.
Salviamo Pandor… ah, no.
La storia di Battleborn è un mix di episodi che possono essere goduti solo ed unicamente se giocati in compagnia di almeno due amici. Tutto l’universo è ormai in pieno decadimento e l’unica parte vivibile è una gigantesca stella, sulla quale si sono radunati tutti i popoli più evoluti e sviluppati. L’unione ha però creato non la pace, ma bensì la guerra e in questo clima fatto di terrore, morte e uccisioni i Battleborn dovranno unire le proprie forze e diversità per battere i Varelsi e Rendain. I Battleborn sono gli eroi nati dalla cenere di mille battaglie, no, un attimo… quella è Xena, anche se il concetto è lo stesso.
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Attraverso la storia andremo a scoprire molti degli eroi che ci aiuteranno a combattere contro Rendain e a visitare tutti i luoghi. Giocando in solitaria potremo andare in ordine cronologico degli eventi, mentre in coop abbiamo da scegliere uno di tre livelli random. Questo da un lato è un fattore positivo, ma potrà capitare più volte di imbattersi nello stesso trio dei livelli per parecchie volte, senza la possibilità di andare avanti. A rendere difficoltosa la prosecuzione dei livelli ci pensa anche una difficoltà altalenante che spesso ci farà superare senza problemi un piccolo ostacolo, mettendoci contro a uno più grande e pericoloso. Non saranno rari i momenti in cui tutti i cinque membri del team verranno miseramente sconfitti e bisognerà cercare una nuova partita, sperando di ricapitare in quello stesso livello. Un consiglio che possiamo dare è quello di non scegliere il personaggio solo in base alle nostre preferenze, ma bensì in base alle necessità del team.
MOBA Style
Nella nostra anteprima avevamo parlato in modo abbastanza approfondito del comparto PVP di Battleborn, ma ovviamente bisogna fare un ripasso di tutte le modalità e di quella aggiuntiva nella versione finale. Partiamo proprio da quest’ultima, Devastazione, che possiamo tranquillamente associare alla modalità Conquista o Dominio (per gli utenti COD). In questa modalità dovremo cercare di conquistare tre punti (A,B,C) e mantenerne il controllo fino al completamento del punteggio. Si tratta di una modalità onesta e classica che darà la possibilità ai due team di collaborare in modo stretto e affiatato per poter sopraffare il rivale e conquistare i punti.
La modalità Fusione è la stessa medesima illustrata durante la fase beta ed è un’ottima fusione tra un titolo simile al MOBA e un FPS classico. Ciò che dovremo fare sarà di portare i scagnozzi (creep-minion) nella fornace nemica e di far crescere il nostro punteggio e nel frattempo dovremo distruggere tutti i scagnozzi nemici per non crescere il loro punteggio. Infine arriviamo alla modalità più interessante di tutto il gioco, quella che da al titolo tutta la sua struttura, Incursione. Si tratta di ciò che si avvicina in quasi tutta la totalità ai MOBA. Due team da cinque giocatori si scontrano su di una mappa a single lane abbattendo i guardiani nemici con l’ausilio degli scagnozzi. Ammettiamo che la nostra speranza fino all’ultimo era rivolta verso la creazione di una triple lane con tanto di giungla, ma purtroppo le nostre speranze non sono stante esaudite e ci siamo trovati in una sola e solitaria lane con sole due torrette da abbattere. Questo porta con se più effetti negativi che benefici. Sarà impossibile ad esempop fare una cosa semplice ed essenziale come farmare in tutta la pace e tranquillità salendo di livello in quanto saremo tutti ammassati in un solo e singolo percorso, con l’effettiva impossibilità di last hittare e ovviamente senza la negazione dei propri scagnozzi, cosa che però manca in un qualsiasi MOBA su console purtroppo. Sarà quindi la coordinazione di movimenti e azione a farla da padrona,
Durante le partite potremo infatti ricorrere a diverse combo davvero letali, ma per farlo sarà sempre consigliabile giocare con un team via cuffia, in quanto altrimenti non si perde solo l’anima del titolo, ma anche la sua efficacia.
Una cosa che ci ha fatto storcere il naso è la ricerca delle partite, che porta con se tutti i difetti di tutti gli altri giochi online per console. Durante la ricerca ci capiteranno contro giocatori con un livello totalmente random e chiaramente se saremo insieme a tutti i livelli bassi avremo un’altissima probabilità di sconfitta senza se e senza ma. Questa scelta è riconducibile a una struttura diversa rispetto a un League of Legends, SMITE o DoTA, perché a un determinato livello sbloccheremo alcuni personaggi, ma probabilmente si poteva lavorare di più su questa lacuna e limarla al meglio. Questo potrebbe anche rappresentare un gap enorme per quanto riguarda delle partite più serie.
A nostra disposizione avremo ben 25 eroi, che abbiamo già provato durante la fase beta del gioco e come ci si aspetta, ognuno di questi ha delle caratteristiche particolari che lo rendono diverso dall’altro. Troveremo tutti i ruoli che si addicono a un titolo competitivo: support-pusher-tank-ganker-carry-escaper-nuker e cosi via. I giocatori potranno quindi sbizzarrirsi e prendere il ruolo che più gli si addice, ma bisogna sempre ricordare che il team vincente è quasi sempre molto equilibrato già durante il pick. Da questo punto di vista possiamo dire che avremo voluto vedere in tempo reale anche il pick nemico, come accade in DoTA, ma si tratta di un nostro capriccio, anche se aiuterebbe a rendere la partita meno casuale e più ragionata. Gli eroi sono chiaramente stati ispirati da tutti quei giochi che in parte hanno permesso la creazione di questo. Toby al livello estetico assomiglia parecchio a Timbersaw, mentre Montana al Grosso di Team Fortress 2, Rath invece sembra uscito direttamente da One Piece. Ovviamente la stessa medesima cosa la possiamo vedere in tutti gli altri giochi, in cui vedremo i nostri personaggi più amati omaggiati.
Trovare il proprio personaggio preferito non sarà difficile, ma richiederà del tempo per sbloccarlo, ma a conti fatti è possibile farlo anche senza salire di livello in quanto ci sono delle sfide da completare per lo sblocco dell’eroe. I personaggi che controlleremo hanno delle skill differenti per personaggio, ma queste sono sempre 3 attivabili e una passiva. Ad ogni aumentare di livello potremo migliorare una delle due abilità principali, che ci si mostreranno sotto la forma del DNA, mentre la terza abilità avrà un solo automatico aggiornamento al livello 5.
Per quanto riguarda le morti, possiamo dire che il gioco è piuttosto punitivo per le morti subite e se all’inizio il cooldown per la rinascita sarà di 6 secondi, verso il ventesimo minuto arriverà fino ai 90 secondi. Ciò potrebbe sembrare strano o brutto per taluni, ma è un ottimo modo per punire in modo adeguato chi muore, spesso per la sua voglia di andare avanti senza il team. Ogni errore lo si paga e cosi anche il pick, che rimane tale per tutta la durata della partita. Questi punti ci avevano dato parecchi dubbi prima dell’inizio della beta, ma per fortuna sono stati scacciati.
Dammi un bel BAAAANG!!!
Parlare dello stile grafico di Battleborn non è facile in quanto è facile il paragone con la creatura maggiore di Gearbox, Borderlands. Difficile se non impossibile è questo confronto, che però non bisognerebbe fare visto e considerato che si tratta di due titoli troppo distanti tra loro. La campagna, seppur diversa, ha però in se i spunti presi da Borderlands, ma si tratta per lo più del nosense e di quelle storie e personaggi strampalati che abbiamo visto per. Con Battleborn gli sviluppatori hanno abbandonato il metodo di cel shading (che era necessario nel primo titolo per la mancanza di risorse) e hanno optato per uno più sobrio, ma stiloso allo stesso tempo. I contorni non hanno più le linee simil disegno, ma sono tutte monocromatiche, cosa che da comunque un impronta cartoon al gioco. Unreal Engine 3 fa girare piuttosto bene il gioco, vista poi la quantità d’azione che vedremo sul campo si tratta di un lavoro abbastanza dignitoso, ma il frame rate bloccato a 30 ci ha un po’ sorpresi in quanto avremmo voluto vedere i 60.
Il sonoro è senza alcun’ombra di dubbio una punta di diamante del titolo, che ci presenta dei suoni sempre nitidi e puliti e soprattutto, direzionati a dovere. Utilizzando un buon paio di cuffie avremo sempre a mente la posizione dei nemici e quindi sarà più facile preparare e rispondere al fuoco con il fuoco. Le frasi che ogni personaggio dice strapperanno più di una risata e spesso saranno la colonna portante della loro caratterizzazione.
COMMENTO:
Battleborn poteva essere un vero appiglio a cui aggrapparsi sul mondo console. Poteva essere un MOBA competitivo e vario, ma purtroppo non tutti i punti sono stati raggiunti. L’estrema caoticità rende ogni azione efficace solo dopo tantissime partite e non per l’abilità, ma perché bisogna capire chi e cosa colpire. La storia è breve, ma rigiocabile più e più volte. In sostanza si tratta di un gioco buono, ma non eccellente; che diverte in compagnia e potrebbe annoiare senza compagni.