Crueler than Dead- Recensione

In tanti anni di letture ho imparato molte regole che mi permettono, con un margine di errore discretamente piccolo, di capire fin da subito se una lettura lascerà a desiderare o meno. Una di queste regole è che se un fumetto viene descritto come “La versione americana/giapponese di …”  quel fumetto, con una buona probabilità, mi piacerà poco o niente, soprattutto se già la versione originale non mi entusiasma di suo.

È questo il caso di Crueler Than Dead opera di Tsukara Seimura e illustrato da Kozo Takahashi, manga suddiviso in due volumi e che in italia è edito da Star Comics ed acquistabile dal 03/10/2018, il primo volume, mentre il secondo dal 01/11/2018

Io non sono mai stato un grande amante delle opere contestualizzate in  mondi post apocalittici governati da orde di zombie o infetti, siano essi fumetti, libri, film o videogiochi, questo perchè reputo il tema “zombie” come uno dei più inflazionati della storia ed è quindi difficile scriverci una storia che non risulti banale e già vista; esistono però delle eccezioni, come “Shingeki no Kyojin” o “The Walking Dead” che sono riusciti ad appassionarmi pur avendo una trama di fondo non completamente originale.

Purtroppo non posso dire la stessa cosa di Crueler Than Dead.

Trama

La storia è incentrata su Magi Agaki e Shoto, una donna e un bambino che si risvegliano in un laboratorio nel quale gli scienziati sono riusciti a produrre un vaccino che rende immuni al morso degli infetti e che riesce a guarire chi è già stato contagiato e loro ne sono la prova vivente poichè sono degli infetti ritornati umani, riacquistando la ragione ma mantenendo la forza erculea della quale sono dotati i mostri.  Il loro compito sarà quindi portare l’antidoto al Dome, un centro che ospita quasi tutti gli ultimi umani superstiti.

La trama a mio avviso oltre che ad essere abbastanza banalotta  piena di clichè e zeppa di personaggi piattissimi (i protagonisti in primis) presenta delle forzature non da poco come cattivi che diventano buoni nel giro di una sola pagina, cosa che ho sempre odiato. Essendo inoltre una storia abbastanza breve non viene per nulla approfondito l’origine di questi infetti, da dove sono nati e se siano appunto effettivamente degli infetti o degli zombie, tutto questo pur essendoci un capitolo “0” alla fine del primo volume che,senza girarci intorno, lascia il tempo che trova

L’arte

C’è poco da dire riguardo ai disegni, non è uno stile particolare, anche questo sa molto di già visto, nulla che diversifichi il fumetto da altri dello stesso tipo, però, a mio modesto parere, pur non essendo nulla di originale, il comparto grafico è l’unica cosa che si salva dell’opera, perchè è, detto in poche parole, un fumetto bello da guardare. Le scene dinamiche sono disegnate in maniera dignitosa, il che è sicuramente un bene in un fumetto nel quale la gente fa a pugni con i mostri.

Conclusione

Pur non essendo un amante del genere posso sicuramente dire che c’è di meglio in giro per quanto riguarda il tema zombie-post apocalittico, quindi mi sento di dire che non è decisamente un acquisto da non perdere

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Redazione