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Ci sono eroi di molti tipi. Alcuni sono dei giustizieri che seguono i dettami della legge. Persone che cercano di non infrangere mai il proprio codice etico e morale. Altri sono diversi e arrivano a tutti i costi al proprio scopo. Uccidere diventa per loro solo un mezzo per arrivare alla giustizia. Ovviamente Daredevil fa parte del primo tipo di eroe, ma questo lo sappiamo tutti.
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Matt Murdock è un uomo guidato dal desiderio di fare giustizia nel mondo, ma senza superare alcuni limiti. Talvolta, però, la cosa diventa inevitabile e allora si crea un problema che prima sembrava non esistere. In Daredevil: Conosci la Paura, vediamo un lato diverso del protagonista e soprattutto, tutti i risvolti psicologici che lo muovono.
Dopo essere sfuggito alla morte, Daredevil torna in azione nella sua amata città. Un giustiziere di quartiere veloce, preciso e forte che aiuta chi ne ha più bisogno. Non è però in forma ottimale e dopo aver assestato qualche colpo, ne prende molti più di quanti dovrebbe. Da lì, la caduta è sempre più vicino e alla fine dei conti, una persona muore. Una notizia dura da digerire per Matt, che sa di non aver fatto del male a nessuno. Sa quali colpi ha inflitto al malvivente e che non doveva morire. Questo fa ovviamente partire una vera e propria ricerca del colpevole. Qualcuno in grado di mettergli il bastone tra i piedi.
Chiaramente, quando hai Kingpin come sindaco di New York, è facile puntare il dito contro il tuo eterno nemico. Un personaggio capace di tutto e con troppe opportunità tra le mani. Intanto un nuovo poliziotto arriva da una nuova metà per farla finita con i vigilanti mascherati.
La sceneggiatura di Chip Zdrasky è come una doccia d’acqua fredda in una torrida giornata d’agosto. La forza con la quale prende Daredevil e lo sbatte contro un nuovo problema è un autentico viaggio attraverso la psicologia di un uomo distrutto. Vedere gli altri compagni del diavolo farsi avanti, spiegando che tutti hanno avuto un momento simile non gli da conforto. Al contrario, lo rende adirato nei loro confronti, mostrandoci un lato di Matt che non deve per forza piacerci. Non per forza dobbiamo e possiamo capire il suo codice etico e non lui non ragiona come faremmo noi. Questo rende il personaggio autentico e vero, come lo siamo noi.
I testi sono coadiuvati dalle matite di Marco Checchetto, che si sente a suo agio con un eroe di questo tipo e lo si vede dalle primissime vignette. Il tratto veloce, aggressivo e spigoloso vuole farci vedere l’animo di Matt; il suo tormento e la sua voglia di verità. Ottimi i vari piani che mettono sempre in risalto il punto saliente della narrazione, senza stancare o distrarre il lettore. Il duo in questione risulta essere l’accoppiata vincente.