Desperados III – Recensione

Il Far West è un luogo affascinante che immaginiamo senza legge e con i cowboy che lottano contro i malviventi o gli indiani. Un posto dominato dalla legge del più forte, che sopravvive e diventa sempre più forte, uccidendo il debole. Negli ultimi anni abbiamo visto il ritorno di quest’ambientazione grazie all’ottimo lavoro compiuto da Rockstar Games con Red Dead Redemption 2, mentre in tv la prima stagione di Westworld fece scoppiare una crisi convulsiva tra i fan per le tematiche trattate e in parte anche per l’ambientazione. In Italia abbiamo poi il Tex mensile e quello annuale da spolpare e quindi il Far West non è mai morto definitivamente e ora i ragazzi di Mimimi Games hanno pensato di buttare una nuova bomba chiamata Desperados.

Si tratta del prequel del primo capitolo e dietro lo sviluppo troviamo lo stesso team che qualche anno fa ci regalò il meraviglioso Shadow Tactics, un titolo che è stato capace di far tornare i fan del Real Time Tactics a crederci e magari a rigiocare i primi Desperados, Commandos o addirittura il sottovalutato Robin Hood. Dopo averlo  spolpato vorrei parlarvi delle mie considerazioni al riguardo.

La vendetta è sempre cool

L’anima di un RTT è ovviamente il level design unito al suo gameplay, ma la storia, nonostante tutto, può avere un ruolo più o meno importante all’interno della progressione. Nel caso di Desperados III ci troveremo a seguire un obbiettivo importante, la vendetta. Si tratta di un argomento immortale e che nonostante tutte le volte, riesce quasi sempre a conquistare il giocatore/lettore/spettatore. Nel panni di John Cooper dovremo riuscire a trovare delle persone che in passato hanno fatto del male al proprio padre. Da questa semplice premessa, nascerà una storia che unirà più personaggi in un mondo spietato, governato dalla pistola e dal proiettile. Chi ha giocato il primo Desperados, ricorderà benissimo quasi tutti i personaggi del gioco comunque.

Ogni personaggio avrà infatti qualche motivo che lo spingerà ad andare avanti, verso la DeVit Company e di vendicarsi o di aiutare. In un caso si tratterà di una semplice questione di denaro. Tra una missione e l’altra assisteremo ai filmati che pian piano mostreranno le carte in gioco e la verità che si cela dietro a una missione apparentemente semplice. Lentamente impareremo a conoscere i personaggi, apprezzarne i pregi e detestarne i difetti. Ogni personaggio ha infatti una propria personalità, descritta in modo semplice, ma facilmente distinguibile. Si tratta in realtà di un modo per creare più ruoli ludici all’interno di un titolo e nel frattempo gli sviluppatori hanno pensato di darne anche lo scheletro di un’anima.

La complessità di un azione

Desperados III non è un titolo semplice e se giocato alla difficoltà Desperados, necessità di un’ottima coordinazione, di una buona capacità strategica per riuscire a non morire a ogni passo. Bisogna infatti dire che ogni nemico può essere fatale per noi e ogni passo può dimostrarsi falso. Anticipare le mosse, ragionare e agire velocemente è quindi la parola d’ordine in ogni singola missione.

Come in ogni RTT, anche in questo titolo avremo la classica visuale dall’alto con la possibilità di girare la mappa a nostro piacimento facendo lo zoom-in o lo zoom-out per vedere meglio. Avere una visione chiara della mappa permette la conoscenza perfetta dei vari nascondigli da utilizzare e quindi di sapere come attaccare meglio un nemico. Durante il gioco bisognerà presentare una grande attenzione a ogni minimo dettaglio visivo e capire che il nemico potrebbe non notare noi accovacciati oltre il suo range visivo, ma vedrà comunque un altro compagni morente e farà scattare un allarme. Anche durante l’esplorazione bisognerà stare attenti ai dettagli. Basterà infatti camminare sulla sabbia o sul fango per lasciare delle impronte che una guardia vedrà da lontano e allora ci seguirà fino al scoprirci e farci fuori.

Le meccaniche sono quelle classiche conosciamo bene. Ogni personaggio ha delle proprie abilità che potremo sfruttare per uccidere,stordire, intrappolare o intrattenere il nemico. Ovviamente l’importante in quasi totalità dei casi non è tanto come si usano certi personaggi singolarmente, ma nell’insieme. A partire dalla seconda missione circa, bisognerà infatti imparare a usare più personaggi contemporaneamente. Per fare questo avremo a disposizione la modalità showdown. Utilizzandola, fermeremo il tempo e potremo progettare le nostre azioni dapprima in ogni minimo dettaglio. Premendo triangolo poi, andrà in riproduzione la nostra preparazione in modo automatico. Questo aiuta in molti casi in cui bisogna stordire o uccidere più personaggi contemporaneamente e che inoltre si guardano in faccia.

Per contro bisogna dire che nonostante siamo nel 2020, l’IA lascia a desiderare delle volte, soprattutto durante l’allarme. I nemici ci cercheranno solo in una zona molto ristretta del territorio e basterà nasconderci negli arbusti per sfuggire alla furia dei pistoleri. D’altro canto, però, potremo nasconderci bene in un arbusto ed essere invisibile, un nemico potrebbe passarci e guardarci senza notarci, ma poi un secondo lo farà semplicemente guardando nella nostra direzione. Si tratta di un modo molto particolare per farci evitare di far scattare l’allarme, ma funziona.

Matusalemme ballerina!

Desperados III, come ho detto è sviluppato da Mimimi Games, ma sotto la produzione di THQ. Proprio il grosso marchio ha permesso un numero maggiore di fondi e quindi una resa migliore rispetto a Shadow Tactics. Il motore grafico che fa girare tutta  la giostra è il buon caro e vecchio Unity, che comunque dimostra una grande flessibilità in praticamente ogni istante del mondo di gioco. Ogni mappa è piena di dettagli che alla fine mettono in piedi uno spettacolo veramente incredibile. Sembra infatti di leggere un volume di Tex.

Con Unreal Engine sarebbe forse venuto un lavoro più definito e prestante, ma anche pesante e proprio grazie a Unity, nemmeno una PS4 Standard soffre della sua classica iperventilazione. Durante la mia run e le partite libere non ho notato alcun rallentamento in nessun punto del gioco. In certi punti il dettaglio si perde un po’ forse e lo si nota facendo soprattutto lo zoom su di un oggetto. Da lontano invece tutto diventa bello e straordinariamente definito, come dovrebbe essere.

Il titolo presenta un’ottima recitazione dei doppiatori e la qualità generale del sound risulta essere sempre gradevole. La musica si ispira direttamente al cinema del genere western. Inutile dire che si tratta di un modo per farci rivivere le emozioni dei vecchi film.

Desperados III
Overall
8.5/10
8.5/10
  • - 8.5/10
    8.5/10

Commento Finale

Desperados III è un ottimo RTT che spruzza nostalgia da ogni pixel. La storia è una classica voglia di vendetta che però trasforma un uomo in leggenda e nel frattempo altre storie si mischiano in modo sapiente al gioco. La semplicità in questo caso regala un racconto senza molte pretese che però esplode nel suo gameplay rodatissimo e ben congegnato. Vengono in parte rispettate le abilità dei personaggi visti nel primo capitolo e altre arrivano a darci man forte. 

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.