Donkey Kong Country: Tropical Freeze – Recensione

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Che io nutra una passione abbastanza importante per i platform in 2D non è una cosa nascosta. Ed effettivamente questo genere di giochi, spesso e volentieri, trova la sua casa ideale nelle console Nintendo, e la Switch è forse una delle console migliori per questa tipologia di giochi. Non è nemmeno un segreto il fatto che la casa di Kyoto stia riportando sulla sua ultima console tutte le vecchie perle che non avevano sfondato il mercato su Wii U, Donkey Kong Country: Tropical Freeze non fa da meno. Ed eccolo tornare sulla neonata di Nintendo.

Lo scimmione delle nevi

Il titolo si presenta proprio come lo abbiamo lasciato sulla versione Wii U, un platform in 2D geniale e piuttosto bastardo, pieno di insidie, cambiamenti repentini e una difficoltà davvero alta. Donkey Kong Country: Tropical Freeze fa gioire e tremare tutti gli amanti di questo genere; ogni salto, segreto, capriola e nemico sarà in grado di farvi incavolare nel peggiore dei modi, il tutto perché in questo gioco è gestito in modo molto dettagliato sia il tempismo dei salti sia del movimento del nostro personaggio ma anche perché richiede continuamente un’attenzione davvero grande da parte del giocatore, dato che tutto lo scenario è in continuo movimento con grandi modifiche anche al level design. Il tutto in tempo reale e a 60 frame al secondo granitici. Inutile dire che giocare questo gioco su Switch è una pura goduria, per svariati motivi. Primo fra tutti la portabilità, prendere il gioco e portarlo dove volete è meraviglioso e il gioco si presta alla grande per questa funzione, passarlo poi in meno di dieci secondi sulla nostra TV va a dimostrare l’eccellente comparto tecnico che va a riprendere al 100% il lavoro ottimo che già era stato svolto su Wii U.

Uno dei primi livelli giocati in modalità Funky

A Suon Di Banane

I reali cambiamenti rispetto alla vecchia versione per Wii U sono davvero pochi, sul fronte gameplay classico le novità sono praticamente assenti. Ciò di cui il titolo si arricchisce è una nuova modalità  più “accessibile” denominata Funky, poichè utilizzeremo una versione potenziata di Donkey in modalità surfista che renderà molto più semplice la gestione dei movimenti del nostro personaggio, dato che quando entreremo all’interno di questa modalità abbiamo vari aiuti sul fronte gameplay: il doppio salto sempre disponibile, la planata e la capriola illimitata ed in più abbiamo un totale di 5 cuori rispetto ai 2 della modalità classica. Tutte queste modifiche al gameplay rendono il titolo molto appetibile anche per quegli utenti che non sono particolarmente avvezzi al genere. Personalmente questa scelta di Nintendo di inserire tale modalità mi è piaciuta molto, dato che inevitabilmente va ad aumentare il target dei possibili acquirenti del gioco, ed è una mossa che ora come ora date le vendite abbastanza importanti di Nintendo Switch la ritengo più che azzeccata. Questa modalità va a creare una situazione molto favorevole anche nel giocarlo in cooperativa con persone che magari non hanno mai preso un pad in mano e che quindi possono approcciare per la prima volta ad un titolo che altrimenti sarebbe improponibile. Io stesso ho avuto la possibilità di farlo provare alla mia ragazza e tramite la modalità Funky siamo stati in grado di divertirci senza necessariamente imprecare verso il televisore.

Un livello giocato in modalità normale

Nel paradiso ghiacciato

A livello contenutistico e tecnico purtroppo ci portiamo a casa il gioco identico alla versione Wii U. Resta praticamente impossibile, quindi, consigliare il titolo a chi già lo abbia giocato sulla vecchia console di Nintendo. La cosa ovviamente cambia nel caso in cui non l’abbiate mai giocato, purtroppo però la mancanza di contenuti esclusivi per la nuova versione è un deficit abbastanza importante poiché sarebbe stato lecito dopo ben 4 anni almeno l’aggiunta di un paio di mondi in più e magari l’aggiunta di un editor di livelli, cosa che probabilmente sarebbe stata utile per invogliare l’acquisto anche a chi aveva già terminato il gioco in precedenza. Aggiungiamo inoltre l’aggressiva scelta di Nintendo di posizionare il titolo a prezzo pieno (59.90€ ndr) ed ecco che improvvisamente qualcosa si rompe dalla miriade di lodi che si potevano fare al titolo. Resta comunque il fatto che veder girare in modo così fluido un titolo su una console portatile è davvero uno splendore per gli occhi e sicuramente rappresenta un buon lavoro di ottimizzazione del titolo per la piccola console di Nintendo.

Certo è che si poteva fare decisamente di più, non ci resta che consolarci con questa remastered e metterci seduti per l’attesa di un nuovo capitolo in esclusiva per Nintendo Switch.

 

Sull'autore

Andrea Spina

Già da piccolo mangiavo biscotti a 8 Bit, l'amore per i videogames si è espansa in me tramite il Sega Mega Drive, attualmente continuo a coltivare la mia passione principale affiancata a quella dei giochi di società.