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Ritorna Dylan Dog sulle pagine di HavocPoint dopo un po’ di stop. Preparatevi perché ovviamente arriveranno anche le recensioni dei precedenti volumi, ma questa volta sono qui per parlavi in: modo più approfondito di Dylan Dog #391: Il sangue della terra. Scritto da Paola Barbato, il racconto ci mette a nome mesi di distanza dall’arrivo della meteora, che indubbiamente cambierà per sempre il mondo dell’Indagatore dell’Incubo, ma secondo la logica dovrebbe toccare anche le altre testate ambientate nello stesso universo narrativo. Le matite invece sono firmate dall’ottimo Werther Dell’Edera, ma ne parleremo verso la fine.
L’albo vede la terra ormai in preparazione per la catastrofe imminente e un Dylan come sempre povero in canna e pronto a tutto pur di guadagnare un po’, anche di vendere i propri cimeli più preziosi. La situazione cambia quando riceve una chiamata da un magnate russo di nome Oleg Volkov (e qui la mente mi cade subito su Chuck). L’uomo chiama direttamente dal suo satellite personale che ha usato per rifugiarsi dalla meteora e nel frattempo osserva Dylan dimostrandogli di dire la verità, chiedendo aiuto per una missione importante e difficile: eliminare la propria moglie. Questa è in realtà una strega pronta a mietere vittime dopo l’abbandono del marito, ma ovviamente ci sono diversi risvolti della meadglia.
Paola Barbato dietro la sceneggiatura imbastisce una storia semplice, ma interessante e grazie a una caratterizzazione dei personaggi efficace. Dylan è il nostro solito protagonista che non desidera tanto un conflitto a fuoco contro la strega quanto a capire il motivo per il quale è scaturito. Per quasi tutto l’albo conosciamo infatti la storia narrata solo dal punto di vista del marito, ma è veramente la pura verità o c’è qualcosa di egoistico dietro il racconto di Volkov?
Dylan si muove in un campo predefinito e preciso in cui gli elementi sono pochi e per fortuna non vanno oltre il necessario. Non abbiamo dei momenti quindi di esagerazioni nelle spiegazioni o nel darci della carne senza averla cucinata prima. I dialoghi sono anch’essi funzionali e personalmente ho apprezzato la loro leggerezza e la quasi naturalezza.
Le matite di Werther Dell’Edera accompagnano i testi dando una grande profondità al mondo narrativo. Oltre questo, ci sono due rimandi parecchio carini al mondo reale e quello DC (almeno secondo me). Da una parte abbiamo una sorta di Grim Knight che abbiamo visto nel recentissimo Batman Who Laughs. Dall’altra parte invece abbiamo il lanciafiamme di Elon Musk, ricreato in modo perfetto. Due ottimi easter egg insomma. Il tratto di Werther è dettato dalla precisione e da un tratto sottile in cui i dettagli giocano un ruolo importante. Le emozioni dei personaggi sono tutte sui loro volti, mentre è da applaudire l’uso del vedo e non vedo per il sovrannaturale.