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Fino a qualche decennio fa proliferavano titoli senza licenza che con grande ironia e furbizia, donavano agli appassionati giochi ben più divertenti di quelli licenziati. Formula Legends sembra l’eccezione in un panorama troppo attento a nomi altisonanti e riproduzioni ultra realistiche. Il titolo dei 3DClouds prova a riverberare la passione di appassionati di corse e non, proponendo una miscela divertente tra “tecnica” e arcade: ci saranno riusciti?
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Che si dice nel paddock?
Il mondo rutilante e colorato della Formula 1 rivive in maniera pupazzosa e divertente nel gioco dei 3DClouds, con l’ambiziosa scelta di coprire 50 anni di corse e relativa evoluzione delle monoposto attraverso un parco auto sterminato. Si parte con le vetture a siluro degli anni 60, quando a dominare c’erano Hill e Clark, si rivivono le prime avvisaglie dell’aerodinamica ad amplificare le prestazioni delle monoposto dei primi 70. Da qui in poi, ogni decade viene divisa in tre fasi: inizio, metà e fine, celebrando le evoluzioni rapidissime delle formula. Ci sono tutti i nomi e le livree dell’epoca. No in realtà no, ci sono dei nomi spassosissimi e rivisitazioni estetiche che indubbiamente fanno il verso a piloti e scuderie care agli appassionati, come la Flower di Nelson Piedicaldi o la Ferenzo di Christian Moon. E per i meno addentro nella storia della Formula 1, ci sono nomi riconoscibili come Marlos Saenz o Charl Lacreme, insieme a molti altri che vi lasciamo il piacere di scoprire.
Nel mare magno di nomi e scuderie ci si muove nella maniera più classica possibile: una modalità storia che banalmente ci permette di scegliere un pilota e disputare la stagione per dominare gli avversari sui circuiti del mondiale, riprodotti in maniera simile ma non identica ai circuiti reali. Correre in Italia o in Belgio ricorda e dona sensazioni conosciute, rivissute però in un layout diverso che mette alla prova chi ha già in memoria i tracciati veri.
Oltre alla modalità Storia, altamente scalabile, si affiancano le solite gare singole e campionati personalizzati. Non da trascurare anche la modalità “prova a tempo” dove sfidare i record dei giocatori visualizzati e suddivisi per epoche e versioni del circuito, con l’indicazione se il tempo sia stato ottenuto con aiuti attivi o meno.
All’inizio potremo provare alcune auto per ogni epoca, ci saranno infatti limiti e blocchi da superare andando avanti con vittorie e punti guadagnati nella storia. Alcune versioni dei tracciati, alcune scuderie e piloti vanno sbloccati superando traguardi specifici, sempre ben illustrati nel gioco. Quasi non ci farete caso, vista la ricchezza dell’offerta non vi sentirete mai intrappolati nelle vostre scelte.
Una volta avviato un gran premio si finisce in un gorgo: non si riesce a smettere scatenando il classico “mi faccio l’ultimo e spengo”. In tutto questo enorme ed appassionato panorama, dobbiamo constatare alcuni dolorosi aspetti del gameplay che minano, allo stato attuale, il godimento di un’esperienza altrimenti strabiliante.
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“Gloves! Steering wheel!”
Il sistema di gioco che ci si aspetterebbe da un titolo arcade dovrebbe essere intuitivo e diretto, in realtà qui lo è solo in parte. Formula Legends sceglie di dare estrema importanza alla pulizia di guida, alla scelta delle giuste traiettorie e dei momenti buoni per un sorpasso. Non si può scorrazzare in pista come in un Mario Kart qualsiasi, ci si deve munire di pazienza e imparare i circuiti, evitare le loro insidie per arrivare interi e possibilmente vincenti al traguardo, dopo aver speso energie ed essersi concentrati in maniera quasi sorprendente per un gioco non simulativo.
Se da un lato gli aiuti alla guida agevolano i meno esperti, la sfida rimane ardua ed estremamente probante. Per avere risultati si deve necessariamente diventare bravi, padroneggiare al meglio un sistema di guida a volte piuttosto ostico e poco prevedibile nelle reazioni.
Ci si diverte parecchio, soprattutto se si ha una forma mentis adatta al racing game puro: per vincere bisogna girare, girare e girare ancora.
Lanciarsi alla guida dell’auto di “Proust” o “Alberobello” è un divertimento incredibile e star lì ad imparare le curve dei numerosi circuiti, realizzati in diverse versioni a seconda dell’epoca di riferimento, resta appagante e non si vorrebbe smettere mai, in cerca di un record dopo l’altro.
A tutto questo vanno aggiunti diversi aspetti tipici di un gioco di corse, a parte dalla gestione del mezzo meccanico.
Si parte scegliendo la mescola, nelle epoche più lontane si può decidere solo tra mescola da asciutto o quella da bagnato.
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Dopo la qualifica, il gran premio!
La partenze è affidata ad un minigioco che ci assicura se ben eseguito, un piccolissimo vantaggio nello scatto iniziale.
Durante la gara, la nostra Formula necessita di gestione gomme, carburante ed evitare quanto più possibile danni derivanti da ruotate con avversari, collisioni e incontri ravvicinati con barriere. Il giocatore dovrà gestire in autonomia la sosta ai box, la possibilità di riparare l’auto o ignorare i danni per risparmiare tempo. Il pit stop vanta un divertente minigioco da completare per tornare in pista il più velocemente possibile, senza perdere ulteriori secondi, aggiunti in caso di errori commessi durante la procedura. Non si può prescindere o ignorare nessuno di questi aspetti, pena la rottura della nostra monoposto e relativa passeggiata mesta fino al nostro box per le riparazioni necessarie. E non solo, capita di dover cambiare gomme per l’arrivo o la scomparsa della pioggia, aumentando la tensione nelle gare, come se non fossero già adrenaliniche abbastanza.
Si aggiungono inoltre per le auto più moderne, la gestione del “WRS” e della parte ibrida del motore. Il primo è il sistema di apertura dell’ala posteriore, il “DRS” nella realtà, sistema che permette di ridurre temporaneamente il carico aerodinamico della vettura e procedere al sorpasso in maniera facilitata. Il secondo è una specie di turbo che va caricato nel corso dei giri e che può essere speso a piacimento.
Arcade sì, ma quante belle cose da tenere in considerazione, per fortuna i meno esperti possono apprendere tutto attraverso un rapido ed efficace tutorial facoltativo e si possono scalare danni e gestione gomme per avere un’esperienza meno “carica”.
Un grande cruccio risiede nel livello di difficoltà assolutamente sbilanciato, nella versione provata al momento di scrivere la recensione. Il gioco già a “Normale” rappresenta una sfida improba, quasi ingiusta. Gli avversari sono imprendibili e ogni errore viene pagato carissimo.
Impostando “Difficile” gli avversari sono praticamente inafferrabili anche da un professionista del sim – racing, tanto volano sulle piste.
Anche le differenze di prestazioni fra le varie vetture sono poco percepibili al momento, nonostante ci vengano ben illustrate con un pratico schema al momento della scelta. Difetti limabili da una semplice patch, naturalmente.
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Una qualità indiscussa e un plauso per lo stile grafico del gioco, le auto sono curatissime e così i caschi dei piloti. Non da meno sono le piste e la funzionalità dell’interfaccia. Il gioco ha una palette cromatica pastellata e gradevole, uno stile che unisce accuratezza maniacale nei modelli ad una simpatia irresistibile. Va segnalata anche l’ampia scelta di visuali di gioco: dal cockpit alla visuale da elicottero, per accontentare tutti i gusti e le esigenze. Notevoli anche l’inserimento della modalità foto e gli effetti di pioggia sul circuito, anche se piove un po’ troppo spesso.
“Get in there 3DClouds!”
Si capisce quanto Formula Legends sia un gioco creato da appassionati per appassionati, il valore e il divertimento scaturiti da ogni sessione di gioco valgono il prezzo di acquisto senza alcun dubbio. Prezzo allettante, oltretutto. Un titolo eccellente per l’italianissimo studio, bisognoso solo di qualche limatura: il titolo sa già offrire ore ed ore di sano motorsport pupazzoso. Dispiace un po’ constatare l’assenza totale di una modalità multiplayer. Condividere l’esperienza altamente giocosa, magari anche solo in locale, con amici e giocatori umani sarebbe stata una fantastica aggiunta. Un desiderio personale più che una vera mancanza. Appassionati e non, provatelo senza paura, saprà conquistarvi di sicuro.









