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In casa Codemasters anche quest’anno ci sono stati numerosi cambiamenti che hanno conseguentemente portato a rompere una tradizione che durava ormai da qualche anno. Parlo del’uscita dell’ultima simulazione dedicata alla competizione motoristica per eccellenza la quale, F1 2019, che senza alcun bisogno di presentazione, è finalmente stata resa disponibile con sommo gaudio da parte degli appassionati con qualche mese d’anticipo rispetto alla schedule che lo vedeva presentarsi negli ultimi anni nelle ultime settimane d’agosto. Una decisione probabilmente stilata a tavolino con il publisher Liberty Media che sta difatti spingendo fortemente anche verso la componente “eSport” per poter proporre il prima possibile un gioco aggiornato con licenze della stagione in corso e soprattutto dar la possibilità ai sim driver di metterli in condizione di testare quanto prima l’ultima versione disponibile. Cionondimeno non è solo l’uscita anticipata a far notizia, eventualità che ha chiaramente rivitalizzato una community affiatata e di gran supporto al lavoro della software house, ma in questa nuova iterazione sono state implementate delle importanti novità a livello non solo di gameplay che hanno ulteriormente approfondito un titolo il quale sin da subito si presenta, rispetto ai precedenti capitoli, come la naturale evoluzione del predecessore. Inoltre corroborando ed approfondendo in modo encomiabile alcune caratteristiche anche grazie alle nuove licenze di Formula 2 che hanno tendenzialmente impreziosito una carriera sempre più coinvolgente ed in grado di soddisfare senza alcuna soluzione di continuità sia i veri appassionati che i neofiti che si approcciano per la prima volta al mondo della F1.
Partire dal basso
Proprio la carriera, ossia “modalità regina“, che già l’anno scorso aveva fatto un eccezionale salto qualitativo con l’introduzione dello sviluppo della vettura, viene edulcorata da alcune meccaniche ruolistiche che ci permettono in modo sempre più profondo di immedesimarci nelle scelte del nostro pilota che si ritroverà in questo nuovo capitolo della serie non solo a rispondere a scottanti domande nel corso delle interviste, che come nello scorso capitolo hanno una conseguenza tangibile nel prosecutio della nostra carriera, ma già dai primi istanti ci si imbatte nella vera novità di questo nuovo capitolo: proprio la Formula 2.
In F1 2019 si può decidere (ma non è obbligatorio) di iniziare a farsi le ossa proprio sulle vetture della serie cadetta, con vetture bensì meno potenti ma anche aereodinamicamente meno performanti. L’intero percorso di gavetta però durerà poco ma questa fase preambolare con piacevoli connotati cinematografici evidenzierà i primi dissapori tra il nostro compagno di squadra (Lucas Weber) ed il nostro diretto rivale al titolo (Devon Butler) che ritroveremo anche nel campionato maggiore poiché, come per il reale campionato F2, non è necessario vincerlo per vedersi offrire un sedile F1 ma l’importante è farsi notare con prestazioni convincenti e con piazzamenti continui che facciano da trampolino di lancio.
Per aggiungere un pizzico di imprevedibilità alla modalità carriera è stato, a gran richiesta dei fan, implementato anche il mercato piloti che vedrà difatti i team scambiarsi i propri piloti nel corso dell’anno, ma soprattutto tra una stagione e l’altra, con la possibilità di vedere ad esempio Vettel in Mercedes od Hamilton in Ferrari così come nomi noti della F2 rubare i sedili ai piloti tutt’ora afferati all’interno del circus.
Carriera e non solo
Oltre alla carriera il titolo offre tante altre modalità come la possibilità di disputare una gara secca, un campionato completo della stagione 2019 di F1 o 2018 di F2 (la stagione 2019 di F2 verrà pubblicata tra qualche mese) oppure prove a tempo, campionati personalizzati e prove con le vetture classiche. Quest’ultimo aspetto a seguito dell’acquisizione di licenze relative a Senna e Prost hanno permesso di ricreare, tramite prove personalizzate, situazioni specifiche della grande rivalità che oppose il pilota brasiliano a quello francese tra il 1988 e il 1990 che ci faranno di certo scendere qualche lacrimuccia nostalgica, specialmente agli appassionati di vecchia data, ma al contempo divenendo un buon modo per far conoscere alle nuove leve questa mitica rivalità che ha fatto la storia di questo sport.
Possiamo ordunque sintetizzare in modo molto più generalistico che i nuovi contenuti sono quindi l’elemento caratterizzante di questo F1 2019, mentre sul fronte delle novità relative alla fisica delle vetture, assetti e modello di guida non siamo dinnanzi ad una reale progressione rispetto alle versioni precedenti, seppur bisogna sottolineare un nuovo metodo di gestione degli pneumatici. È stato modificato ed approfondito il modo in cui il gioco simula la differenza tra la temperatura interna e quella della superficie delle gomme dando al giocatore un parametro aggiuntivo da tenere in considerazione nel momento in cui si entra in pista visto che la guida aggressiva aumenta progressivamente il calore della parte interna che si ripercuote sulla superficie portando facilmente alla perdita di trazione…specialmente a difficoltà più alte e con i classici aiuti di guida disattivati. Senza soffermarsi particolarmente sui tecnicismi e premettendo l’ausilio di un buon volante che esponenzialmente migliora l’intera esperienza di gioco visto che nella maggior parte dei casi viene riconosciuto con una minuziosità che al giorno d’oggi risulta nell’intero mercato videoludico un punto di riferimento, possiamo esplicitare che la fisica veicolare è rimasta essenzialmente quella dell’anno scorso come per lo stesso force feedback che può esser facilmente gestito dalla miriade di impostazioni presenti nel menù di gioco. Altro elemento piuttosto importante risulta esser la calibrazione dell’intelligenza artificiale dei piloti che ci è sembrata molto più aggressiva e combattiva rispetto agli scorsi anni, anche se per valutare eventuali magagne sono necessarie diverse ore di gioco. Infine per quanto riguarda la gestione delle collisioni, qualche concessione ci sembra che venga ancora fatta sia nel danneggiamento delle veture che nella loro valutazione da parte dei commissari di gara seppur avendo anche nella fattispecie la possibilità di render il tutto meno permissimo e più propendente per la simulazione grazie alle impostazioni di gara che nella maggior parte dei casi ci verranno in nostro soccorso.
Bello da vedere
La nuovissima versione 3.0 di EGO Engine riesce a meravigliare non solo naturalmente agli occhi di chi si avvicina al gioco di quest’anno da neofita, ma riesce a stupire anche i fan di vecchia data del franchise targato Codemasters principalmente per la gestione delle luci e degli effetti particellari. Se da un lato è vero che i modelli delle vetture restano sempre curatissimi e aggiornatissimi anche nei più piccoli dettagli, quest’anno sono infatti illuminazioni e riflessi a fare la differenza, sia sulle monoposto che sugli elementi che compongono la pista. La maggiore differenza si nota nelle gare in notturna, dove effetti atmosferici e luci artificiali compongono un colpo d’occhio decisamente diverso rispetto a F1 2018, osiamo dire quasi ai limiti del salto generazionale, il tutto edulcorato da una stabilità sui sessanta fotogrammi al secondo granitica sia nelle versioni standard che enhanced delle console che riesce a far apprezzare ancor di più l’operato di una software house che continua di anno in anno a stupire.