Ricordo che anni fa guardai l’anime chiamato Golden Boy, tratto dal manga di Tatsuya Egawa e ne rimasti felicemente sorpreso. Non le donnine mezzenude, ma per il protagonista e la sua attitudine alla vita. Il saper prendere ogni problema dal lato giusto, godendosi il momento e imparando sempre qualcosa. Così decisi di fare un bel rewatch degli OAV, che in fin dei conti sono 6 da venti minuti l’uno. Una miniserie che mi ha trasportato nell’adolescenza più sfrenata e nel mio ciclo dei rewatch che sto facendo quest’estate.
Ciò che colpisce di Golden Boy per l’appunto è l’animo di Kintaro Oe, un ragazzo di 25 anni che viaggia per il Giappone in cerca di un lavoro a tempo super mega determinato. Non è un perdigiorno, ma abbandona l’università perché ha già imparato tutto ciò che gli studi possono offrirgli. Ogni puntata rappresenta un lavoro diverso al quale Kintaro si dedica con dedizione e amore, ma poi accade sempre qualcosa.
![Alcune delle protagoniste femminili presenti in Golden Boy](https://www.havocpoint.it/wp-content/uploads/2023/08/71678101_3115107355227253_8055971402924163072_n.jpg)
Quel qualcosa è sempre rappresentato da una giovane fanciulla dalle forme graziose che rapirà il cuore del protagonista, mandando il suo cervello in tilt. Kentaro è infatti uno molto romantico, ma allo stesso tempo piuttosto sciocco e credulone. La sua ingenuità lo porta a fare delle cose folli, ma allo stesso tempo sincere e amabilmente genuine e alla fine ogni ragazza finisce per innamorarsi non del suo aspetto, ma del carattere, di quella follia sana che gli brilla negli occhi.
Ci sono delle scene di nudità, questo è vero. I corpi femminili sono bellissimi e disegnati magnificamente e anche questo è un dato innegabile, ma c’è qualcosa di più.
Ogni puntata in fin dei conti è una lezione di vita per Kintaro e anche per lo spettatore. In quella comicità un po’ “maniachesca” si nasconde un animo profondo di una filosofia di vita un po’ hippie, un po’ fanciullesca, ma sempre vera e verace. Il desiderio di non sottostare alle regole, la voglia di lavorare sodo perché si impara sempre, in ogni momento. Mi ha ricordato una frase che mi fu detta anni fa.
![Golden Boy](https://www.havocpoint.it/wp-content/uploads/2023/08/1200x675.jpg)
“Bisogna avere l’umiltà di capire e non la presunzione di sapere.”
E alla fine uno dei messaggi è proprio quello del lavoro che nobilità l’uomo e lo rende migliore. La vita che ci fa incontrare delle persone meravigliose in questo vasto mondo. L’altruismo, su cui dovrebbe bastarsi la nostra società e i nostri rapporti. Sono in verità tanti gli argomenti trattati nell’anime. Questi poi diventano molto più profondi nel manga, che non gioca solamente sulla chiave comica, ma anche quella più introspettiva e drammatica.
Ecco, devo dire che forse è un peccato vedere solamente sei puntate di questa serie così particolare.
Forse Golden Boy è invecchiato malino e sicuramente tutte quelle scene oggi appaiono fin troppo scorrette per un pubblico molto più sensibile e attento, ma ho trovato il rewatch rinvigorente per il mio animo.
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