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Nella mia vita ho guardato di tutto, letteralmente. Serie di qualità che fanno impallidire come The Wire, The Shield o I Soprano, serie leggere capaci di trasmettere dei profondi insegnamenti come Scrubs o How i Met Your Mother oppure come Malcolm in the Middle. Altre volte invece mi capitano serie che non meritano di essere viste con attenzione, ma che guardo per poterne parlare, anche se poi finisce che le dimentico subito. Questo è il caso di Lucke Cage, Defenders e così via. Ogni tanto invece capita che mi sbagli, come nel caso di Gossip Girl.

Ammetto d’aver provato altre volte a guardare la serie, ma forse erano momenti sbagliati per questa visione o forse ero troppo anticonformista. Chi lo sa. Fatto sta che ho snobbato questo teen drama per anni, finendo per generare un certo disprezzo verso qualsiasi cosa lo riguardasse.
Durante il primo lockdown qualcosa cambiò invece. Un mio amico decise di fare un rewatch dell’intera serie e non so perché, ma decisi di vedere bene Gossip Girl per la prima volta. Parlo di vederlo interamente; dall’inizio alla fine. Un’impresa ardua forse, ma che in verità mi non mi era dispiaciuta affatto.
Inizia a vedere le prime puntate con quell’odore di letame nell’aria che non lasciava la mia casa. Poi ho scoperto che c’era un problema alle tubature dello scarico, ma è un’altra storia.
Dopo poche puntate era chiaro che mi trovavo davanti a una storia senza grosse pretese. Un racconto per ragazzi in cui era difficile, se non impossibile, immedesimarsi in un personaggio. Eppure, quella semplicità e quelle storie non mi avevano fatto così schifo. Alla fine dei conti, era una serie godibilissima e digeribile, ma soprattutto, leggera e capace di trascinarsi via velocemente.

Alcuni personaggi come Chuck Bass maturano in modo verticale e forse troppo veloce, mentre altri restano sempre sui loro passi. Alla fine diventa difficile non seguire con una leggera passione Gossip Girl, nonostante i mille difetti. Dai problemi logici, a quelli riguardanti delle semplici regole a New York, gli errori sono tanti e presenti in praticamente ogni episodio. Eppure, nonostante questo, la storia va avanti senza problemi, creando degli intrecci sempre più complessi tra i pochi personaggi sempre presenti.
L’ultima stagione ha però davvero poco senso sotto tanti, troppi, punti di vista. La velocità con cui si svolgono gli eventi è a dir poco allucinante e cosi anche la scoperta sull’identità di Gossip Girl. Un finale completamente diverso da quello del libro e che sminuisce tutto il lavoro fatto nel corso degli anni.
Non ci sono dei grossi insegnamenti da trarre, ma piuttosto bisognerebbe guardare ciò che accade sullo schermo con un leggero distacco. Questo perché è vero che talvolta ci vengono propinati dei piccoli insegnamenti di vita, ma dall’altra parte ci troviamo davanti a tanti personaggi tossici che vogliono solo arrivare al proprio scopo.

La serie alla fine dei conti si lascia guardare con leggerezza, senza alcun grosso intoppo e questo è un pregio che non tutti possono avere. Vengono affrontati dei temi adolescenziali, ma in modo pittoresco e forse troppo in stile rococò, che nessuno degli spettatori conosce e che differisce comunque dalla realtà. Alla fine della visione si resta comunque affascinanti da Dan, Serena, Chuck, Blair e la compagnia cantante. Tutti i personaggi alla fine fanno parte di una grande soap opera e bisogna prendere questa serie come tale, senza scadere nell’offesa facile.
Chissà, magari un giorno farò un rewatch dell’intera serie. Magari no.