Immortals Fenyx Rising: L’odissea di Fenyx – Recensione

Immortals Fenyx Rising: L'odissea di Fenyx
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Ubisoft ha sempre puntato molto sui fumetti basati sui propri videogiochi. Alcuni funzionano e altri purtroppo no, come sempre in fin dei conti. Quest’oggi vi parlo dei due numeri di Immortals Fenyx Rising: L’odissea di Fenyx, in cui Nykko, Looky e Siamh hanno cercato di raccontarci una storia. Dico “hanno cercato” perché il risultato finale è parecchio altalenante e risulta impossibile non notarne i difetti. Questo nonostante la splendida edizione targata Star Comics.

Immortals Fenyx Rising: L'odissea di Fenyx

Del gioco Immortals Fenyx Rising vi abbiamo parlato un anno fa con la sua recensione. La storia del fumetto è da considerarsi come un sequel, ma slegato dalla storia principale. Potete considerarlo come vi pare quindi.

La storia vede Fenyx che da figlia di Zeus dovrà eseguire un ordine del padre perché il padre di tutti ha deciso così. In particolare, il suo compito è quello di recuperare il Cane d’Oro, dono di Efesto, che probabilmente è stato rubato da Tantalo. Ovviamente questa breve missione si trasformerà in una più grande, che condurrà Fenyx direttamente nel regno degli Inferi.

Un viaggio pieno di pericoli e di nemici capaci di dilaniare le carni anche a una persona immortale come la nostra protagonista.

Tralasciando il resto della storia, che vi consiglio di scoprire da soli, vorrei soffermarmi sulla sceneggiatura e la parte artistica. Le premesse sono interessanti e non posso dire di non essermi appassionato alla lettura. Tutt’altro invece, ma c’è un problema veramente importante. Questo problema consiste in una narrazione veloce, che non lascia alcun respiro e delle volte accelera fino al punto da cambiare un’ambientazione dopo sole due pagine. Sembra infatti di vedere un film velocizzato a 10x ed è chiaro che in realtà era in progettazione un’opera molto più grande.

Immortals Fenyx Rising: L'odissea di Fenyx

I dialoghi comunque reggono per tutta la durata della storia e rispecchiano l’animo del videogioco, eppure quella velocità la si sente anche in quei frangenti. Per questo motivo troverete tantissimi dialoghi praticamente in ogni vignetta.

La parte grafica è parecchio altalenante e risulta difficile notare una delicatezza nel tratto per più di due pagine. Alcune tavole funzionano bene e succede sempre quando l’azione è pari a zero. Durante le scene d’azione, il dinamismo scompare e spesso le scene bisogna ricostruirle in mente perché la sensazione è come se mancassero tantissime vignette al loro completamento. Anche le figure potevano purtroppo essere curate un po’ meglio. Sono però l’eccessiva velocità e la mancanza del dinamismo a rovinare l’intera esperienza.

La parte migliore dei due fumetti è sicuramente l’utilizzo dei colori forti, accesi e brillanti. Questi riportano in mente il videogioco, che nonostante gli errori, era un buon gioco.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".