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Alcune volte mi capita di leggere un fumetto e di trovare alla fine più domande che risposte. Una strana sensazione, ma che talvolta racchiude una certa magia e che successivamente finisce per accompagnarmi per anni. Non succede solo con i fumetti ovviamente, ma un po’ con tutte quelle opere un po’ oniriche che lasciano spazio all’immaginazione. Sarà anche per questo che le emozioni provate con queste opere talvolta superano di gran lunga quelle tradizionali. Sarà proprio questo gioco sulle emozioni umane, che trovandosi davanti a delle scene oniriche e particolari inizia a pensare, ricordare, sognare, immaginare. Insomma, come avrete già capito, questa non sarà una classica recensione divisa nelle classiche sezioni, ma perché il volume trattato non è quello tradizionale, ma qualcosa di più particolare. Si tratta di Le Terre dei Giganti Invisibili edito da Edizioni BD della giovane Giada Tonello, vincitrice del Lucca project contest 2017.
Descrivere in modo tradizionale questo volume è ovviamente possibile. Questo credo che sia lapalissiano. Facendo cosi, però, si perderebbe quella magia che si crea durante la lettura con tutte le sue connessioni. Personalmente, da amante di alcuni videogiochi, riuscivo a fare mille collegamenti con questi ed è lì che l’emozione cresceva in modo verticale.
Un gigante di pietra vaga solitario in una terra deserta, in cui solo lui sembra esistere. Il suo cammino è contrassegnato dall’impeto delle rocce e dei monti spezzati ed è come trovarsi per un attimo sulle Montagne Nebbiose con Bilbo e i Nani. Vengono in mente ovviamente le scene del film lo Hobbit, ma l’atmosfera rimane quella di Tolkien scrittore. La creatura gigante prosegue il proprio cammino solitario attraverso un mondo sempre più denso e più vivo, ma al quale egli sembra non appartenere. Un viaggio solitario verso un luogo a noi sconosciuto che fa venire quella piccola perla di Journey con dei momenti di A Tale of Two Sons. Quest’ultimo gioco non so nemmeno cosa ci fa qui, ma il mio cervello lo collegava costantemente al fumetto. Si tratta di un viaggio che a un certo punto cambierà la propria direzione verso altre creature, verso altri mondi e altre direzioni. Queste daranno dei piccoli indizi che ricondurranno il lettore al tema dell’amore, dell’amicizia e dell’abbandono. Il tutto ovviamente in questo onirico e particolare viaggio che ormai è finito nel mio cuore.
Giada Tonello con quest’opera imbastisce una storia particolarmente ricca di contenuti, ma totalmente priva di parole. Queste però non servono e anzi, risulta superfluo anche solo volerle. Alla fine sarà il nostro cervello a creare una storia, scoprendo di volta in volta una nuova tavola. Ad aiutare a questa oniricità ci pensa sicuramente lo stile della ragazza, che con una semplicità disarmante costruisce universi paralleli intrisi di vita e magia. Il tratto è preciso e sottile con una grande considerazione verso i tratti dei personaggi, che nonostante tutto riescono a trasmettere la felicità, la rabbia, la voglia di andare avanti e l’amore.
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