Malcolm in the Middle: una serie sottovalutata che ha qualcosa da insegnarci

Malcolm in the Middle

Un po’ di tempo fa pensavo a qualche serie da guardare e dopo un po’ di ragionamento la mia scelta cadde su un rewatch. Una serie che secondo me è sottovalutata da troppe persone, ma che in realtà ha cresciuto tante persone. Parlo ovviamente di Malcolm in the Middle, ma il nome era visibile anche nel titolo, in fondo. Ho guardato tutte le stagioni e mi è venuta questa voglia di scriverne due parole per dirvi cosa ne penso e del perché andrebbe vista.

Qualcuno potrebbe obbiettare riguardo la mia uscita sull’essere una serie sottovalutata e potrei anche capirli. Provate però a chiedere ai vostri amici le serie (sit-com) più belle e caratteristiche. Scoprirete che in realtà nessuno la considera una serie da ricordare, ma non appena la nominerete, scatterà la magia. Improvvisamente tutti ricorderanno di Malcolm in the Middle. È una serie sottovalutata perché non le persone non la ricordano a meno che tu non glielo faccia notare.

La serie nasce nel 2000 dalla mente creativa del buon Linwood Boomer, che in effetti verrà ricordato in eterno solo per Malcolm. Visto che nessuno si ricorda Malcolm, anche Boomer passera alla storia in modo anonimo (si scherza ovviamente). Alcuni grandi attori come Bryan Cranston sono usciti dalla serie con una carriera brillante e tante comparse hanno iniziato proprio da quella serie, tra cui Emma Stone. Non l’avete riconosciuta? Un altro motivo per riguardare la serie.

scenda di Malcolm in the Middle

La storia racconta le vicende di una famiglia media americana. Una famiglia piena di debiti, che fatica ad arrivare alla fine del mente e come se ciò non bastasse, con dei figli che sono delle vere e proprie pesti. Attraverso le stagioni vedremo la cresciuta dei ragazzi e l’evoluzione di altri personaggi e il tutto è sempre condito da una comicità mai volgare o fuori luogo.

Ci sono però delle lezioni che questa serie insegna a chi la guarda per la prima volta e brevemente vorrei parlarvi alcuni di questi. Pochi frammenti che magari vi sono sfuggiti.

La famiglia è un legame eterno

La famiglia di Malcolm non è perfetta, anzi, è un disastro sotto quasi tutti i punti di vista. C’è però una cosa che rende questa famiglia cosi particolare e si tratta del legame che lega tutti i suoi membri. Nonostante le mille avversità, nonostante il momentaneo odio, nessuno oltrepassa alcuni paletti. Alla fine ci si dà una mano e ci si perdona. La famiglia è un legame indissolubile e non bastano delle semplici piccolezze per rompere questo legame.

Mai sottovalutare la mamma

Da giovanissimi (o giovanissime) abbiamo spesso cercato di infrangere delle regole imposte dai nostri genitori. Quante volte abbiamo pensato di farla franca e poi ritrovarci in trappola? Ebbene, Malcolm dimostra chiaramente che la mamma è sempre dieci passi più avanti di noi. Ragiona a grandi distanze, mentre noi pensiamo a dei brevi percorsi.

Capitano ovviamente dei momenti in cui riusciamo a farla franca per un momento. Dopo però, arriva la batosta della punizione, che per quelle due settimane ci fa passare la voglia d’infrangere quelle regole.

Malcolm in the Middle

Mai sottovalutare i figli

Se da una parte abbiamo i genitori che riescono a stanarci, dall’altra parte ci sono i figli. Sottovalutare la loro inventiva non va bene. Il loro modo di pensare a volte è totalmente fuori dalle righe e nonostante un pensiero a breve distanza, questo percorre milioni di passi in tutte le direzioni. Riuscire a prevederli non è sempre facile e talvolta addirittura impossibile. E da qui che poi nascono le famose punizioni di prima.

I padri a volte sono dei gran sognatori

Alcuni ricorderanno per sempre Bryan come Walter White, mentre io lo ricorderò per sempre come Al. Un padre che non mostra mai la sua vera durezza ai figli e talvolta non riesce nemmeno a controllarli. Le volte in cui va nel panico diventa però imprevedibile anche per un cervellone come Malcolm, ma è soprattutto un gran sognatore.

Gli basta guardare qualcosa in televisione o sul giornale per iniziare a sognare. È facile distrarlo con delle piccolezze, ma in fondo, sono quelle che gli permettono di avere la sua spensieratezza. Tra un lavoro che odia, dei figli che fanno più guai di chiunque e i problemi in casa, sognare e appassionarsi alle cose più disparate resta un faro di libertà. In fondo, siamo tutti così e Malcolm in the Middle ce ne dà una dimostrazione.

Tutti abbiamo dei talenti nascosti

La famiglia di Malcolm inizialmente sembrava avere un solo genio, il nostro piccolo protagonista. Con l’andare delle stagioni, però, la situazione è cambiata. Rease è infatti un amante della buona cucina e ha un talento incredibile, ma che purtroppo non verrà valorizzato fino a un determinato momento e soprattutto in delle determinate occasioni. Il ragazzo avrebbe potuto tranquillamente diventare uno chef importantissimo.

Dewey è il piccoletto della famiglia e a un certo punto scopriamo la sua passione per la musica. Un talento che lo porta a gareggiare e vincere dei premi, ma senza essere mai preso in considerazione. Essendo il più piccolo infatti, nessuno lo prende sul serio e quel suo talento viene sprecato.

Francis è un caso a parte, ma solo a un certo punto scopriamo che molti dei suoi problemi derivano dalla sua prima infanzia e dal rapporto burrascoso che ha avuto con una mamma troppo apprensiva.

Ascoltare cambia la nostra percezione

Questo è un insegnamento che potrebbe aiutare tantissime persone in verità. Il nostro problema è che fin troppo spesso sentiamo tutte le persone attorno a noi, ma senza ascoltarle per davvero. Non comprendiamo il significato delle parole e spesso non le diamo nemmeno molto peso. Eppure, ascoltare una persona può essere un atto di liberazione, ma soprattutto di unione e così anche parlare.

Parlare delle nostre sensazioni e sentimenti è un atto di coraggio verso le persone che amiamo. Aprirsi con un genitore potrebbe significare avere una mano o un consiglio saggio. Sono persone che hanno vissuto delle esperienze simili alle nostre e potrebbero indirizzarci. Basta solamente parlarne.

Malcolm in the Middle

L’età ci matura

Con l’avanzare dell’età matura anche il nostro Io. A un certo punto, verso la fine della serie, Rease desidera fare un’ultima cazzata. Questo perché anche dentro lui è nata quella vocina che ci allontana dai guai. Quella vocina che a 17 anni non avevo ancora e che mi fece prendere fuoco per divertimento, che mi fece viaggiare sul tetto di un’auto in movimento, che mi fece quasi arrestare negli Uffizi, che mi fece fare cose di cui non vado molto fiero.

Tutti all’interno della serie maturano, tranne Malcolm, che dimostrerà una certa immaturità anche nell’ultimo episodio. La sua psicologia ha una certa complessità ed è un ragazzo che desidera sempre piacere a tutti. Ciò che gli altri pensano di lui è talmente importante da mettere in pericolo i suoi famigliari. Maturerà sicuramente, ma non saremo noi a vedere questo miglioramento.

Spesso la colpa è nostra

Quante volte avete colpevolizzato gli altri per i vostri insuccessi? Come Francis, molte persone finiscono per attribuire agli altri tutte le colpe dei propri fallimenti. Non è mai colpa loro, ma sempre di qualcun altro. In questo modo non solo non si matura, ma nessuna lezione viene insegnata per davvero.

Bisogna prendere il coraggio in mano e capire che in realtà, la quasi tutta la totalità dei nostri guai e fallimenti è colpa nostra. Realizzato questo piccolo, ma importante concetto, vivrete meglio e finirete per non commettere certi errori due volte.

Ci sono tantissime altre lezioni che la serie Malcolm in the Middle ha insegnato a tutti, ma l’articolo verrebbe troppo grande. Sicuramente ne potrete leggere ancora su altri lidi.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.