Martian Manhunter #1 – Recensione

Martian Manhunter

DC Comics è tra i big dell’editoria del fumetto negli USA e tra le sue serie talvolta ne becca qualcuna di particolarmente poco accattivante da toglierla. Altre volte invece spicca il volo con altre serie che grazie a un’ottima scrittura e disegno entrano nel cuore dei fan. Pensiamo un attimo all’ottimo Mister Miracle di Tom King e Mitch Gerards. La sua potenza narrativa è esplosa fin dalle prime righe e continuata fino alla fine. Da tempo era prevista una serie parecchio interessante targata DC dedicata a uno dei personaggi più interessanti dell’universo narrativo, Martian Manhunter. Dopo una sua ricomparsa in New 52 e una seconda apparizione e successivamente nell’ingresso (di nuovo) in Justice League in Rinascita potevamo aspettarci una nuova serie e cosi è stato. Parliamo quindi del primo dei 12 numeri uscito negli USA e facciamolo senza il modo classico che usiamo qui su HavocPoint.

La storia di questa serie è parecchio interessante per diversi motivi. In primis abbiamo l’opportunità di andare a scoprire il passato di un personaggio cosi interessante, ma allo stesso tempo cosi enigmatico. In secondo luogo abbiamo una parte psicologica che si avvicina a quella di Mister Miracle per la sua intensità, ma ovviamente in modo diverso.

Come ho detto prima,. quest’albo cerca di esplorare quelle parti della vita del protagonista che possiamo ancora raccontare. Si tratta di un ottimo espediente narrativo per non andare contro a qualche problema con la continuity. In fondo, le storie attuali vedono J’onn J’onzz con la Justice League in piena missione e non avrebbe senso inserirlo anche da solista nel presente. In questo modo invece vediamo due facce del personaggio. Lo vediamo sia sul suo pianeta natale, con moglie e figlio che esegue in tranquillità il suo lavoro e non sa nemmeno dei problemi pronti a investirlo. Dall’altra abbiamo un J’onn che vive sulla terra come un semplice poliziotto, ma ci sarà qualcosa di particolarmente succoso per i fan.

A colpire fin dalla primissima pagina è lo stile di Riley Rossmo, che trasuda una potenza poetica fuori dal comune. Abbiamo un mondo di colori, di amore per il personaggio, per il suo mondo e per i fan. Ogni vignetta è come un quadro da appendere in stanza e grazie alle ottime inquadrature e una direzione sapiente che possiamo seguire ogni azione con una chiara limpidezza. La sceneggiatura di Steve Orlando dalla sua ha tutte le carte in regola per essere qualcosa di particolarmente succoso e già questo solo inizio ne rappresenta una totale essenza. I testi creano una certa empatia con il protagonista e le spiegazioni lucide e verticali avvolgono con la loro forza. La storia dalla sua ha tutti gli ingredienti per intrattenere e con l’anno ormai pronto a tramontare posso dire apertamente che si tratta di uno dei migliori lanci del fumetto di quest’anno.

Martian Manhunter

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.