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Il fumetto italiano è un vero e proprio scrigno di idee, di storie e di stili del tutto diversi. Ho parlato spesso di svariate opere che mi hanno colpito e di altre che non sono riuscite a toccarmi. Una settimana fa vi ho parlato inoltre di un altro fumetto italiano targato Star Comics, un editore che si è sempre distinto all’interno del fumetto nostrano. Certamente si tratta di una casa editrice che si occupa in prevalenza di manga, ma ha una buona lista anche dei titoli europei e quelli americana (essendo l’editore italiano del marchio Valiant).
Quest’oggi parlo di un titolo particolarmente curioso e soprattutto gustoso, Mask’d – The divine children. L’albo è firmato da Michele Monteleone (Orfani) e Fiore Manni (Jack Bennet) dal lato della sceneggiatura e Ilaria Catalani da quello delle matite. Un bel team che riesce nell’intento di creare una storia particolarmente viva e accesa, capace di catturare il lettore fin dalle primissime pagine.
La storia che si ha davanti è un classico d’avventura per i lettori più giovani. Il protagonista è un ragazzino di nome Tian, costretto a lavorare dopo scuola nel negozio di famiglia. Anche il suo sabato sera consiste nello stare nel negozio ed è proprio un sabato sera qualunque che il negozio di famiglia viene devastato da un uomo mascherato in fuga e un ragazzo con la katana intento a combatterlo. Questo cambierà per sempre la vita del giovane Tian, che troverà una maschera nascosta tra gli scaffali e si legherà a questa. Un po’ come The Mask per intenderci.
Il ragazzo con la katana si rivelerà essere Nikolaj Volkov, il giovane appartenente a una grande famiglia miliardaria e possessore di una delle maschere che si collegano a delle antiche divinità e donano dei poteri inimmaginabili a chi le indossa. La vita di Tian diventa da quel momento un continuo allenamento per riuscire a padroneggiare la sua, quella di Sun Wukong (Il Viaggio in Occidente) e nel frattempo combattere contro una setta pericolosa e crudele dei tecnocrati. Ad aiutare i due ragazzi ci sarà la giovane Melody, che padroneggia un’altra maschera e un altro potere.
Ho cercato di raccontare il necessario, senza andare oltre il muro dello spoiler. Bisogna dire che Michele Monteleone e Fiore Manni hanno imbastito una storia molto semplice, ma non per questo brutta. La sua semplicità da la possibilità al lettore di leggere in modo spedito e senza interruzioni tutte le pagine e a chiedersi quando uscirà il secondo volume. I dialoghi sono semplici, veloci e pungenti. Chiaramente non aspettatevi spiegoni filosofici sulla vita e il mondo, ma piuttosto dei brevi scorci da affrontare come una salita poco ripida su una collina.
La storia è come ho detto adatta ai lettori più giovani e in questo Fiore Manni sa il fatto suo. Delle volte, però, capitano dei siparietti che ispirandosi ai manga e anime non riescono a dare il giusto feedback al lettore. Michele Monteleone dal canto suo dona la sua sapienza nel campo dell’action e dei fumetti più maturi con delle trovate prevedibili forse, ma molto piacevoli. Tanti sono poi i riferimenti alla cultura popolare che fanno sorridere ogni volta.
A coadiuvare i testi ci sono le matite di Ilaria Catalani, che prende la palla al balzo con questa storia. Il sapore cosi orientale della storia lo si percepisce infatti da ogni vignetta e ogni frammento dei disegni. Il tratto prettamente orientale regala dei personaggi facilmente distinguibili ed è facile affezionarsi a uno di questi. Come in piena tradizione orientale, viene dato molto più spazio ai personaggi piuttosto che agli ambienti, che vengono spesso messi in disparte.
Ilaria mostra una grande abilità inoltre durante le scene dei combattimenti, sempre chiare e precise. Nonostante questo, però, si poteva forse osare un po’ di più andando leggermente oltre i canoni del classicismo puro.
Mask’d – The divine children è un albo young adult dai toni allegri e leggeri, capace di trascinare il lettore in un mondo di lotte, creature mitologiche e di protagonisti dal carattere forte. L’albo è di grande qualità con un’ottima copertina rigida e alcuni artwork inseriti alla fine del volume. Una piccola chicca che secondo me è sempre ben gradita e dovrebbe essere una prassi. L’unico piccolo errore lo si riscontra in una vignetta in cui è presente un refuso, ma è una piccolezza da niente in fin dei conti.