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Chiunque segua il mondo dei videogiochi sa che l’E3 è sempre stato il punto di riferimento per le novità. Proprio durante la conferenza Microsoft del 2014 ci fu una sorpresa, una gradita sorpresa direi: nella presentazione di alcuni titoli indie arrivò anche l’annuncio di Nero, un gioco sviluppato da Storm In A Teacup ovvero un team completamente italiano.
Finalmente, dopo circa un anno di attesa, Nero viene reso disponibile esclusivamente su Xbox One. Le ambizioni ci sono, sopratutto la voglia di osare e di provare a portare qualcosa che su console è sempre più carente, ovvero le visual novel.
Vieni qui, Vieni qui con noi…
Nero è un gioco basato sulla narrativa, esplorazione ed enigmi. L’immersione ci sarà data attraverso una telecamera che in prima persona ci permetterà di avere sotto controllo tutto quello che dovremmo osservare ed approfondire. Gli argomenti affrontati dalla narrativa sono principalmente due: il primo è quello di scontrarsi con il passato della famiglia del protagonista; il secondo è, invece, indagare su chi ha già vissuto in questo mondo. Il finale del gioco lascia decisamente il segno e, nonostante la trama in alcuni punti perda totalmente il ritmo, sarà comunque un piacere voler arrivare alla fine dell’opera, rimanendone decisamente colpiti. Ad accompagnarci per tutta la durata della campagna (che difficilmente vi durerà più di 5 ore) c’è un mondo fantastico, fatto di ruscelli, vegetazione luminosa e bruchi che saranno il vostro pane quotidiano ad allungare la longevità ci pensano dei collezionabili che troveremo sparsi nelle aree di gioco, questa ricerca ci porterà a raccogliere delle parti di fotografie che andranno in minima parte ad approfondire la narrativa del gioco. In alcuni frangenti tutta l’ambientazione ricorda il film Avatar, il che non è assolutamente una critica negativa, anzi. Ciò che però potrebbe allontanare una fetta di pubblico importante è il fatto che Nero sia totalmente in inglese e vista l’importanza della trama e delle tante frasi scritte sui muri, è veramente un peccato che non ci siano nemmeno dei sottotitoli che avrebbero potuto avvicinare molte più persone. Il doppiaggio in inglese, però, è ottimo e i racconti fatti dal narratore sono veramente piacevoli da ascoltare.
Nei muri ci scrivo la vita!
Tecnicamente il titolo potrebbe dare di più, nonostante sia il primo titolo sviluppato dalla software house romana ci sono alcuni problemi che sono difficili da non prendere in considerazione. Sicuramente la scelta di Unity come motore grafico ha creato una sfida importante per l’azienda che, in parte, ha superato a pieni voti, ma su alcune cose le lacune sono importanti. Prima fra tutte è il framerate che difficilmente è stabile e fluido, per di più alcune texture non si amalgamano bene nel mondo del gioco, creando quindi delle imperfezioni grafiche marcate. L’audio del gioco è ben fatto, immergendoci quasi sempre all’interno del mondo, ma, per esempio, quando il vostro personaggio cammina nell’acqua non si sentono i suoi passi e questo rende anonima la superficie su cui si muove.
il gameplay di Nero è semplice. I tasti sono pochi e questo rende tutto molto più facile. La nostra unica preoccupazione sarà quella di superare gli enigmi ambientali e per farlo avrete a dispozione i vostri passi oppure delle sfere blu che potrete lanciare. Inoltre, dopo circa un’ora di gioco verrà aggiunto un nuovo personaggio che potrete utilizzare per farlo muovere in determinati punti. Gli enigmi del gioco non risultano mai frustranti, soprattutto quelli che sono necessari per completare la storia principale. Quelli invece “secondari” risultano più ostici e impegnativi, ma comunque non diventano mai complicati, una scelta più che sensata e che apprezziamo riuscendo a rendere il titolo appetibile da qualsiasi giocatore e non esclusivamente dai fan del genere.