Persona 3 Portable – Recensione

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Non tutti sanno che la serie chiamata Persona è uno spin-off della saga Megami Tensei, un brand amato non solo in Giappone ma anche in tutto il resto del mondo, per via delle sue meccaniche JRPG e una storia altamente interessante. Eppure nei miei 26 anni di esperienza da giocatore, e da 10 da redattore, non ho mai avuto modo di provare un capitolo di questa saga per motivi di tempo.

Di conseguenza considererò questo episodio, come Persona 4 Golden che vedremmo successivamente, un capitolo alla volta per evitare confusioni. Considerando che è una Visual Novel con meccaniche da gioco a turni, caratteristica tipica degli anni 90 e inizio 2000, è un titolo che mi ha divertito ed è riuscito ad appassionare una persona che non si aspettava nulla quando l’ha scaricato su Xbox Series X.

Ci sono delle bare per le strade

La storia ripercorre due linee temporali diverse da un lato quello maschile, il quale è la versione originale del gioco uscita originariamente, mentre la seconda quella femminile dove presenta alcune novità che nella versione originale non erano presenti. Infatti se leggete la dicitura P3P sta a significare che è una versione portatile, uscita nel 2009 per l’allora PSP per far allietare i giocatori di questa piattaforma con un porting di qualità e di qualcosa di nuovo.

Il tutto ambientato nell’anno di pubblicazione, il 2009 per l’esattezza, il nostro protagonista ritorna nella sua città natale, per via della morte dei suoi genitori avvenuta 10 anni prima, a Tatsumi Port Island. In questo ambiente dovrà cominciare a frequentare la Gekkoukan High School al secondo anno, e arrivando verso mezzanotte in città vedrà per le strade diverse bare lungo il tragitto ma in un primo momento, si pensa che si è stanchi per il lungo viaggio.

Nei giorni a seguire si affronterà le giornate scolastiche per uno studente normale delle superiori giapponesi, seguendo le lezioni e nel tempo libero passare il proprio tempo con gli amici oppure studiando. Solo che dopo un certo periodo il dormitorio dove alloggia il nostro protagonista viene attaccato da alcune creature, che si scoprirà successivamente che vengono chiamate ombre, e da qui si scoprirà che il nostro protagonista potrà evocare uno spirito in grado di affrontarli. Da qui si comincerà una storia ambientata nel mondo del paranormale sempre più intrigante e divertente.

Un viaggio nel tempo

Sarò sincero ormai mi ero dimenticato i giochi a turni se non in qualche serie capace, nel corso del tempo, di mantenerle immutate dallo scoccare delle lancette dell’orologio. Il sistema di movimento è diviso in due parti da un lato quello legato alla scuola, dove spostando il cursore si potrà dire al nostro protagonista che cosa fare se salvare la partita dal registro dell’istituto, andare in bagno oppure fare una determinata azione.

Dall’altro invece è dedicato alla ricerca vera e propria delle ombre dove si controlla realmente il personaggio, anche se avremmo un po’ di più di libertà di movimento sarà comunque circoscritto nella mappa di turno, dove dovremmo cercare ed ingaggiare contro il nemico se dovessimo combattere. Se riusciamo ad attaccare per primi l’ombra ( e non sto parlando di Liara di Mass Effect che sia chiaro), avremmo un vantaggio contro il nemico che consisterà di attaccare per primi e più velocemente.

Il sistema di combattimento è in stile Tales of,Final Fantasy almeno fino al X e ai Pokémon ossia dovremmo dire al nostro protagonista che cosa fare. Le possibilità sono diverse ma simili da una serie all’altra come un attacco leggero, utilizzare un potere oppure ordinare alla squadra – se avremmo degli alleati ma normalmente staremmo sempre in gruppo – che cosa fare. Quest’ultima voce è probabilmente l’unico aspetto dove potremmo chiedere ai nostri alleati che cosa fare, anche utilizzando i rispettivi Persona.

Chi si ricorda delle Visual Novel?

Facciamo un passo indietro, che cosa sono le Visual Novel? In poche parole è un romanzo interattivo pubblicato, e supportato, quasi esclusivamente online. Dico quasi perché in alcune circostanze vengono anche pubblicate delle opere cartacee come Higurashi When They Cry, Steins Gate oppure Tomoyo After: Dear Shining Memories. In ogni caso se avete giocato all’originale oppure a Fate Stay: Night non troverete troppe differenze, in poche parole ogni personaggio parlerà con una vignetta sotto il proprio viso, con una grafica che ricorda un anime di stampo shonen.

Non si vedranno schizzi di sangue o persone mutilate, se non per le povere ombre che tentano di condurre le proprie vite senza essere capiti, ma quando verranno eliminate scompaiono in una nuvola nera. Il doppiaggio l’ho trovato abbastanza buono diviso fra inglese e giapponese ( il gioco lo imposta immediatamente in inglese ma nel menu potremmo cambiarla), mentre i sottotitoli e il menu sono tradotti completamente in italiano e questo risulta una novità assoluta per il mercato italiano ed europeo ( ci sono anche altre lingue come il tedesco e lo spagnolo per chi fosse interessato a cambiare).

Durante le varie conversazioni con il resto dei personaggi all’interno della trama, dovremmo dare delle risposte e qui possono accadere due situazioni, la prima è l’aumento della popolarità e quindi un intesa migliore con i nostri alleati, mentre la seconda è dare una risposta sbagliata qualora ne dovremmo darne una ma non si otterrà nulla. Ma perché questo? Durante il gioco avremmo la possibilità di aumentare le nostre doti, sia il nostro io che quello della nostra Persona.

A me uomini

Le abilità del personaggio principale si attesteranno in popolarità, riflessi o altro e si acquisiscono mantenendo un buon rapporto con i propri alleati, mentre per la nostra Persona è un po’ complicato in quanto dovremmo utilizzarlo in combattimento. Infatti durante le varie lotte potremmo combattere due tipologie di nemici, da un lato gli antagonisti semplici che sono la maggior parte delle Ombre e dall’altro i boss, che non sono così numerosi come speravo di trovare.

Per le ombre più semplici basterà colpirli, con l’arma che impugneremo oppure utilizzare i poteri della nostra Persona, e dopo qualche colpo andranno a terra mentre i boss saranno un pochettino più complicati. Infatti come nei celebri capitoli della serie della fantasia finale, i boss sono i più ostici da eliminare e ogni battaglia avrà caratteristiche differenti dove un ombra sarà vulnerabile agli attacchi di un personaggio particolare o di qualcun altro, in modo tale da rendere le battaglie diverse le une dalle altre.

Da queste lotte si potranno ottenere esperienza in base alle qualità del personaggio, ma in ogni caso ci saranno lotta, poteri e molti altri da potenziare. Ma i potenziamenti sono casuali, in che senso? In breve si potrà aumentare le qualità di ogni Persona ma sarà una scelta del gioco, di come combatteremmo durante le battaglie, insomma asseconda di come ci muoveremmo il sistema operativo si adatterà a noi.

Persona 3 Portable
Overall
8/10
8/10
  • - 8/10
    8/10

Commento Finale.

Buon porting di Persona 3 preso direttamente dalla versione PSP, la trama inizia in maniera molto semplice per poi avere una piega del tutto inaspettata dopo poche ore di gioco. Il gameplay è divertente e in linea con i titoli come Final Fantasy e Dragon Quest, le caratteristiche principali di questa versione sono una qualità migliore grafica e finalmente la traduzione in italiano.

Sull'autore

Giacomo Lambertini

Cresciuto con pane, videogiochi e fumetti cresce con una voglia smisurata di raccontare ciò che più gli appassiona a chiunque.