Semispheres (PS4) – Recensione

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Il genere stealth non è certo una novità nel panorama videoludico, proprio come i giochi 2d a doppia levetta, per non parlare dei puzzle. La vera domanda, quando si parla di Semispheres è: può una combinazione di questi generi risultare in un gioco originale, e soprattutto divertente?

Gemelli diversi

L’area di gioco di Semispheres è divisa in due aree, uguali ma con ostacoli e bonus diversi, nelle quali controlliamo due distinte meduse ognuna rispondente ai comandi di una delle due levette del DualShock4 e al tasto dorsale corrispondente. L’obiettivo di ogni livello è quello di fare in modo che ognuna delle due meduse arrivi al proprio traguardo, evitando le entità guardiane, semplici sfere con un campo visivo conico, il quale sguardo ha il potere di riportarvi al punto di partenza. Le meduse possono raccogliere abilità monouso, nel senso che una volta usate, vanno raccolte nuovamente prima di essere riutilizzate, come quella di produrre un rumore che attira le guardie verso la vostra posizione, oppure di creare un varco dimensionale non attraversabile che permetterà ad una delle meduse di interagire con il mondo della sua gemella.

Nuove abilità saranno man mano disponibili, come la possibilità di trasferire le guardie da una metà dello schermo all’altra, ma l’assenza di veri tutorial ci lasceranno almeno spazio per sperimentare in santa pace, fino al momento in cui non saremo obbligati a svelarne tutti gli aspetti. Comunque, gli sviluppatori hanno esaurito tutte le loro possibilità e combinazioni in 13 capitoli composti da un numero di livelli variabile da 3 a 5, molti dei quali completabili anche alla prima run in questione di secondi, non moltissimi per un puzzle.

Semispheres PS4

Ninna Nanna

La colonna sonora, composta da musiche ambient, farà da sponda al noioso gameplay, riuscendo efficacemente a tediarvi a morte fino a farvi soccombere al sonno. Seriamente, non provate nemmeno a giocarci a tarda notte o quando siete molto stanchi, vi addormenterete con la console e la TV accesa, garantito. Qualcuno dirà che è il genere di musica che vuoi ascoltare mentre cerchi di concentrarti, ma no, non è il nostro caso, i giocatori sono abituati a pensare velocemente e a risolvere problemi anche complessi mentre la colonna sonora ci carica, e sta roba da casa di riposo servirà solo a farci saltare completamente i nervi esasperando, come se ce ne fosse bisogno, la noia e la lentezza del titolo. Meglio allora mettere muto e spararsi gli Slayer dal cellulare mentre si gioca, almeno riusciremo a tenerci svegli, forse.

Semispheres si completa agevolmente un un’ora scarsa, con persino un obiettivo sbloccabile nel caso riusciate nell’impresa in poco più di mezz’ora. Normalmente diremmo che la longevità è un serio problema del titolo, ma la verità è che ai titoli di coda eravamo contenti di aver posto fine a quella esperienza, e se un gioco così breve riesce a dare l’impressione di essere così prolisso, allora il problema è serio. Nonostante la nature diade del titolo, non esiste alcun multiplayer, neppure locale, ne un sistema di classifiche online, portando la rigiocabilità di Semispheres da molto bassa ad inesistente. Una volta completato il gioco non sarà neppure possibile rigiocare i livelli preferiti (ammesso che ne abbiate) visto che il gioco resetta automaticamente tutti i progressi.

Un’esperienza fugace

Non riusciamo a trovare alcun pregio in Semispheres. È come giocare il primo Metal Gear Solid guardando solo il quadratino del radar Soliton, con qualche elemento copiato male da Portal. L’abilità ed i riflessi richiesti rasentano lo zero, in quanto tutto si muove troppo lentamente, il game design non è particolarmente ispirato (seriamente, meduse e globi?), la trama è due spanne sotto quella di Dr. Mario, che almeno curava le malattie, le musiche da reparto psichiatrico ed una costante sensazione di deja vu costante che farà rimpiangere il pur mediocre Schizoid ai pochi che lo hanno provato all’epoca su Xbox 360. Eppure, anche nel caso che tutti questi elementi non vi dispiacciano, e che persino riusciate ad apprezzare le sue meccaniche, nonostante tutto uniche, resta l’enorme problema della longevità a fare da deterrente.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]A nostro parere l’acquisto di Semispheres è oltremodo sconsigliato, a meno che non vogliate usarlo come cura per l’insonnia, sia chiaro. Almeno di bug non ce ne sono, il tutto funziona bene e con caricamenti brevi, ma stiamo pur sempre parlando di un giochino da 400 MB che gira su PS4. Più che Semispheres, due sfere intere e pure belle grosse. Se in futuro (speriamo di no) Semispheres sarà regalato ai possessori di PS Plus dategli un’occhiata, ma solo in quel caso.[/stextbox]

Sull'autore

Gabriele Gemignani

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