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Era il lontano 1977. Bob Marley, Iggy Pop e i Pink Floyd dominavano la scena musicale internazionale, e il democratico Jimmy Carter guardava il mondo intero dall’alto della White House. In quello stesso anno, un uomo, un visionario, si apprestava a scrivere le pagine di una saga che avrebbe fatto la storia del cinema contemporaneo. Quell’uomo mentalmente proiettato nel futuro è George Lucas e la sua epica saga è Star Wars, una miniera di concetti filosofici, valori, un contenitore di pop cultura talmente ricco, da essere riuscito addirittura a diventare parte integrante della crescita delle nuove generazioni.
Lucas e “l’educazione a episodi”
Daniel Goleman, in un dialogo avuto con Lucas, tratto da “Intelligenza sociale ed emotiva, nell’educazione e nel lavoro”, chiede al regista come spiegherebbe la filosofia ad un ragazzo, utilizzando come esempio uno qualsiasi degli episodi di Star Wars. La risposta di Lucas è un qualcosa di sorprendente, e offre vari spunti di riflessione:
“Alcuni professori di filosofia, appassionati di Star Wars, hanno scritto un libro intitolato ‘Star Wars and Philosophy’, in cui mettevano in relazione la figura di Yoda e lo stoicismo. Quel testo rappresenta un tentativo di colmare il divario tra il mondo scolastico e la cultura contemporanea, e cercare di mettere le due cose insieme”.
Dunque, per ammissione dello stesso Lucas, la saga di Star Wars, e gli episodi che la compongono, non
sarebbero altro che un modo alternativo di “educare l’allievo”, tramite la somministrazione regolare di veri e propri “pacchetti di emozioni”.
La lotta per la libertà contro il malvagio Impero, l’amicizia consolidata fra Luke Skywalker e Han Solo, il valore del rapporto di fratellanza che coinvolge il protagonista con la Principessa Leia e, sopra ogni cosa, l’istinto paterno di Darth Vader, che alla fine prende il sopravvento sul lato oscuro, rappresentano tutti valori affatto distaccati dalla società moderna e che andrebbero invece integrati in essa. Addentrandoci poi nel particolare, l’estenuante allenamento Jedi di Luke inculca nei ragazzi l’importante insegnamento del “No pain, no gain”, essenziale per riuscire a divenire cittadini di una società che funziona e, soprattutto, realizzare le proprie aspirazioni.
L’avvento Disney e Star Wars fra i bambini
Grazie all’acquisizione da parte di Disney della Lucasfilm, poi, il connubio fra Star Wars ed educazione è divenuto ufficialmente realtà. L’avvicinamento del cinema supereroistico ai gusti del grande pubblico ha determinato un cambiamento di tendenza radicale nel costume popolare. Mentre prima gli appassionati di fumetti, saghe fantasy e serie tv venivano derisi dalla massa, oggi accade esattamente il contrario: ciò che prima veniva relegato al rango di “strambo”, “nerd” e simili, è diventato oggi la moda da seguire, grazie soprattutto al flusso globale di informazioni, sempre più inarrestabile. E la Disney, molto attenta alle tendenze e ai bisogni del consumatore, ha abbracciato in pieno il cambiamento.
I protagonisti di “quella galassia lontana lontana” stanno gradualmente affiancando, nell’immaginario di tutti i bambini, gli eroi dei grandi Classici Disney. Mentre un tempo a Carnevale ci si vestiva da Aladdin e Jasmine, oggi non è raro vedersi passare davanti un piccolo Luke e una piccola Leia.
A detta di Lucas, inoltre, il mondo si rende sempre più conto di “aver sopravvalutato la comunicazione verbale”. L’utilizzo di differenti forme d’espressione è ormai dilagante e bisogna imparare a sfruttarle, come per il leggere e lo scrivere. Il cinema e la musica sono forme di linguaggio potenti, emozionali, e non vi è troppo spazio per gli “intellettualismi”. Tramite la settima arte, soprattutto fusione di grafica e movimento, vengono smosse le corde del nostro cuore in modi che, a detta di Lucas, “la matematica non potrebbe mai insegnarti”. E quale saga cinematografica potrebbe educare il nostro animo meglio di Star Wars?
In conclusione…
Dal 1977 George Lucas ci ha insegnato a credere in “una nuova speranza”, che nonostante tutte le avversità il bene trionfa sempre, dunque perché non rendere il tutto fruibile anche fra i banchi di scuola? Di recente un ragazzo di Mestre di nome Alvise Canal ha deciso di lanciare una petizione su Change.org, proponendo di trasmettere la serie TV “Tredici” nelle scuole, in modo da sensibilizzare al bullismo ragazzi e istituzioni.
Quindi perché non portarvi un’opera pregna di valori positivi come Star Wars, o è più importante seguire solamente il filone della denuncia e la “moda dell’indignazione”?