The Elder Scrolls Online: Waking Flame – Recensione

The Elder Scrolls Online: Waking Flame

Siamo finalmente giunti davanti a un nuovo DLC di The Elder Scrolls Online. Dopo un buon Blackwood iniziava a mancarci un po’ di nuova esperienza in casa TES ed ecco quindi a far capolino il contenuto The Elder Scrolls Online: Waking Flame. Il pacchetto dei due dungeon non è sicuramente tra i migliori proposti fino a questo momento, ma si tratta comunque di un’aggiunta piacevole all’immenso catalogo di quanto abbiamo già visto.

Tra l’latro è arrivato l’autunno e personalmente ho sempre trovato questo clima molto più adatto all’affrontare un gioco di ruolo come TES. Un po’ come quando da bambini, dopo la scuola mi fiondavo a giocare all’ennesimo GDR, perdendo la cognizione del tempo.

The Elder Scrolls Online: Waking Flame

Fatto sta che quest’espansione ha dalla sua due dungeon, che differiscono tra loro per tantissimi motivi. Red Petal Bastion e The Dread Cellar sono due luoghi diversi e belli per motivi diversi. Allo stesso tempo, però, si tratta di due luoghi che non danno realmente quel valore aggiunto che ci siamo abituati a vedere. Come sempre, l’acquisto del DLC lo potete fare con un comodo abbonamento oppure con le classiche monete di gioco.

Visitare Red Petal Bastion con un gruppo di amici è uno spasso. Si tratta dell’espansione meno divertente, ma più narrativa. Questo però verrà ampliata la lore interna del luogo e di chi abitava quei luoghi. Allo stesso tempo, però, questo tassello potrà essere inserito nel grande mosaico che è diventato il mondo di The Elder Scrolls. Alla stregua di un multiverso, questa saga ha saputo creare una storia che poi è andata a incastrarsi perfettamente con il resto del mondo.

The Elder Scrolls Online: Waking Flame

La lore è importante, è tutto divertente, ma no. Purtroppo quest’espansione manca di personalità e nonostante i suoi sei boss (3 normali e 3 nascosti) non riesce a conquistare. Sembra un compitino fatto per giustificare l’esistenza del secondo dungeon, che è il vero pezzo forte.

The Dead Cellar invece conquista il cuore e la mente grazie all’ambientazione più enigmatica e riuscita, ma non solo. La costruzione del dungeon stesso è nettamente migliore rispetto a prima, dove si sentiva un po’ la puzza di stantio. Qui invece si sente la freschezza. Ed ecco che anche i nemici sono più belli e divertenti da sconfiggere e allo stesso tempo anche il sistema di progressione funziona molto meglio.

Due dungeon di questo calibro sarebbero perfetti per quest’avventura, ma purtroppo dobbiamo accontentarci.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.