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In queste pagine virtuali, ho avuto più volte il piacere di esplorare le intricate e affascinanti trame della saga di Malamander, edita con cura dalla casa editrice Il Castoro e magistralmente orchestrata dalla penna di Thomas Taylor. Un nome che, per molti appassionati di fantasy, evoca immediatamente un’immagine iconica: quella delle primissime illustrazioni ufficiali che hanno dato forma visiva al leggendario “Harry Potter e la Pietra Filosofale“. Quei disegni pionieristici, con il loro tratto distintivo e la loro capacità di catturare l’essenza ancora embrionale del mondo magico, sono divenuti nel corso degli anni vere e proprie reliquie visive, capaci di insinuarsi direttamente nel cuore di un’intera generazione di lettori.
Il recente Napoli Comicon 2025 ha offerto un’occasione imperdibile per immergersi ulteriormente nell’universo creativo di questo poliedrico autore, ospitando un vivace e coinvolgente talk che ha visto un raggiante Thomas Taylor protagonista assoluto. Tra aneddoti spassosi, racconti inediti sulle sue esperienze e la condivisione di bozzetti e illustrazioni mai svelate al pubblico, abbiamo avuto il privilegio di assistere a una narrazione che celebra la forza inesauribile dell’immaginazione e l’irrefrenabile desiderio di dare forma a mondi nuovi e sorprendenti.

Uno degli aneddoti che ha suscitato il mio più vivo divertimento, e che ritengo particolarmente emblematico della genesi a volte inaspettata di un’opera, è stato il racconto del misterioso mago che campeggiava nella quarta di copertina della primissima edizione di “Harry Potter e la Pietra Filosofale”. Una figura enigmatica che, a uno sguardo superficiale, sembrava non avere una connessione diretta e palese con l’universo narrativo che si stava disvelando tra le pagine. Nel corso degli anni, questa immagine inattesa ha alimentato un vivace chiacchiericcio tra i fan più accaniti, che si sono interrogati sulla sua identità e sul suo possibile ruolo all’interno della saga. In fondo, si trattava di un personaggio del tutto nuovo, mai menzionato nel testo, che stringeva tra le mani un oggetto che molti hanno ipotizzato potesse essere nientemeno che la leggendaria Pietra Filosofale.
La verità, tuttavia, si è rivelata sorprendentemente più semplice e al contempo affascinante: quel presunto mago non era altro che il padre del giovane Thomas Taylor. Un ritratto affettuoso e personale, un omaggio intimo che poco aveva a che vedere con il mondo di Harry Potter e che, in seguito, fu saggiamente sostituito con l’immagine iconica di Albus Silente, figura ben più centrale e riconoscibile per i lettori. Questo aneddoto ci ricorda come spesso le creazioni artistiche siano intrise di elementi personali e come il confine tra l’immaginazione e la realtà possa talvolta farsi sorprendentemente labile.
Il processo creativo che ha portato alla nascita di Malamander, invece, non è stato caratterizzato da particolare fatica, bensì da un intenso e appassionante viaggio nel cuore delle suggestive città costiere inglesi. La pittoresca e misteriosa Marina In-festa, fulcro delle avventure di Herbie Lemon, rappresenta infatti una mirabile fusione di diverse località marittime britanniche, condensate in un unico luogo che pulsa di vita, segreti e leggende. Un microcosmo che racchiude al suo interno un intero universo narrativo e che, in un certo modo, evoca le atmosfere cupe e bizzarre de “Una Serie di Sfortunati Eventi” di Lemony Snicket, come ho avuto modo di sottolineare in precedenti articoli. Questa affinità stilistica, tuttavia, non sminuisce l’originalità e il fascino peculiare del mondo creato da Taylor, che pur attingendo a suggestioni letterarie affini, sviluppa una sua identità ben definita.
Ciò che traspare con limpidezza dalle parole di Thomas Taylor è il suo amore viscerale per il proprio lavoro, la sua inesauribile passione per l’atto di immaginare mondi fantastici e il suo sincero desiderio di condividere con i lettori storie di crescita, di scoperta e di coraggio. E da appassionato lettore e narratore, non posso che unirmi al suo entusiasmo nel consigliarvi vivamente di intraprendere il viaggio avvincente e ricco di mistero che la saga di Malamander ha da offrire. Un’esperienza di lettura che saprà incantare i giovani lettori e risvegliare la meraviglia anche negli animi più adulti.