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Il primo Signore degli Anelli ha riscosso un certo successo tra gli appassionati dei survival horror, e per buoni motivi, vista la sua qualità sopra la media; pur restando un genere di nicchia, il survival vecchio stile ha ancora una nutrita schiera di appassionati, e visto che non si vive di soli remake e remastered, qualcuno deve pur aprire una finestra e far cambiare l’aria ogni tanto, quindi Tormented Souls 2 è stato un passaggio obbligato.
Cosa dire di Tormented Souls 2 che non sia stato già detto di altri survival horror vecchio stile, compreso il suo predecessore?
Villa Hess
Gli eventi del primo capitolo hanno lasciato le sorelle segnate nel corpo e nella psiche, quale luogo migliore di un convento in un’amena cittadina per recuperare e guarire le ferite della mente? Qualsiasi altro luogo, a quanto pare visto che le nostre, al loro arrivo, vengono rapite da un ordine di suore adoratrici di un oscuro dio che controllano Villa Hess da generazioni.
La trama tutto sommato è abbastanza semplice ma non scontata, riesce a dare un quadro generale della situazione senza buchi di trama importanti e a incuriosire il giocatore, ma di certo non è stata quella il motore che mi ha spinto ad andare avanti nel gioco, anche se non mancano sorprese e colpi di scena. Il mood del gioco fa leva sulla buona grafica e sui begli effetti di luce ed ombre per creare atmosfere soffocanti, ma il vero motore del gioco sono i suoi enigmi.

Escape rooms
Personalmente ho due problemi grossi con i vecchi survival horror: le munizioni e i salvataggi. L’inventario in Tormented Souls 2 è illimitato, per fortuna gli sviluppatori non hanno scelto di essere così tradizionalisti, quindi quel mio problema era risolto in partenza.
Puristi, perdonatemi (oppure no, non fa niente) ma ho giocato Tormented Souls 2 in modalità facile, dopo averlo provato per un paio d’ore in modalità normale ed aver constatato che il sistema di combattimento (con mira assistita e una schivata che ho trovato abbastanza scomoda e poco funzionale), non mi dava soddisfazione o divertimento; visto che la modalità assistita include anche i salvataggi automatici ogni volta che una stanza viene caricata, invece di appoggiarsi alla solita meccanica dei nastri magnetici (vedi nastri per macchina da scrivere), mi sono cimentato in Tormented Souls 2 in maniera più serena.
Come dicevo, il vero cuore del gioco sono gli enigmi, quasi sempre delizia, ma talvolta anche croce, com’è giusto che sia, ma diciamocelo, prendere un vecchio lucchetto a martellate per aprirlo è una cosa che abbiamo sempre tentato di fare. C’è molta varietà nel modo di risolverli, e il gioco non sempre vi prende per mano e vi suggerisce la strada giusta. Le soluzioni includono il leggere documenti per trovare indizi, fare determinati movimenti e azioni, trovare chiavi da inserire in un dato ordine, risolvere indovinelli in forma di filastrocche, addirittura in certi casi dovremo andare nel passato, o in altre dimensioni, per alterare la realtà.
Non fraintendetemi, è divertente fintanto che abbiamo tutti gli elementi, meno quando non li troviamo, e meno ancora quando non sappiamo di averne bisogno; capita spesso di girare a vuoto per ore e mezz’ore perché non abbiamo visto una porta, un corridoio o un oggettino da raccogliere, ma questo rientra nella normale difficoltà di un gioco di vecchio stampo che non ci tiene a prenderti così tanto per mano. La difficoltà è anche ben scalata, quindi il gioco ti lascia masticare per bene enigmi più semplici prima di proporre quelli più cattivi.

Il prodigioso accendino
La luce è un concreto elemento di gameplay di Tormented Souls 2. La protagonista ha per tutto il gioco con sé un accendino più sovrannaturale di tutto il resto del gioco: ha carica infinita, fa un sacco di luce, non si scalda e non si danneggia mai. Ovviamente il funzionamento di questo straordinario oggetto è un escamotage di gameplay, visto che al buio saremo totalmente indifesi, impossibilitati a impugnare armi (e qui la copertina del gioco mente, visto che lì Caroline impugna contemporaneamente l’accendino e la sparachiodi), e a rischio di game over. Una torcia alla Alan Wake sarebbe stata forse un po’ più plausibile, ma meno adatta alla telecamera fissa che il gioco è fiero di tenere ancora in auge.
La gestione delle luci, fino al ritrovamento di qualcosa di più efficace, sarà un problema di cui tenere conto: senza luci ambientali non ci resterà che fuggire, e se siamo fortunati, raggiungere un’uscita o una fioca luce che ci consentirà di estrarre un’arma e reagire. All’inizio l’ho trovato frustrante e fastidioso, ma ho imparato ad apprezzare il modo in cui questa trovata spezza il ritmo e ci costringe a passare velocemente da cacciatore a preda e da preda a cacciatore.
Un fucile con tre tubi
A prescindere dalla difficoltà, il combattimento risulta pesante e legnoso. Le armi possono essere ottenute raccogliendone i pezzi e combinandoli, attraverso l’esplorazione o la risoluzione di enigmi più o meno opzionali. Alcune armi, come il martello, la motosega e addirittura la sparachiodi e la balestra, servono effettivamente da chiavi per proseguire, per distruggere gli ostacoli, o addirittura come parti di enigmi.
Tutto ben si amalgama all’atmosfera generale, molto più concreta e viscerale di titoli come Silent Hill; Tormented Souls 2 è un horror grezzo, ci sono mostri creati chirurgicamente fondendo carne e metallo, cadaveri rianimati, mutanti, e se vedi un fantasma puoi tranquillamente ed efficacemente sparargli chiodi o prenderlo a mazzate. Ogni area ha un tema generale, e forse ad esplorarne la lore ci si vedono anche delle metafore, ma quello che ho visto io sono mostri urlanti e disgustosi che ti vogliono uccidere, squartare e mangiare, non necessariamente in quest’ordine.

Macchie di sangue
Trovare dei difetti in Tormented Souls 2 è tanto facile quanto ridicolo. Al netto di alcuni problemi con la telecamera quando si esaminano alcune parti dell’ambiente, delle animazioni legnose, del doppiaggio non sempre eccellente, e, e purtroppo anche di salvataggi che in almeno un’occasione sono spariti, i problemi di Tormented Souls 2 derivano dalla sua identità di “nuovo gioco vecchio”. Certo, Harry Mason in Silent Hill nel 1999 prendeva appunti sulla mappa in maniera molto più coerente ed efficace della nostra Caroline nel 2025, e il tutorial sulle armi che compare in forma di cartello non fa riferimento ai controlli predefiniti (ma a quelli più comodi, andate nelle impostazioni e settate la configurazione C 😉 prego), ma a parte questo, Tormented Souls 2 conosce i suoi polli e dà ai propri fan quello che vogliono. Per completarlo a difficoltà facile ho impiegato poco meno di 20 ore, ma non sono esattamente uno speedrunner, e un giocatore medio può impiegare sulle 12-20 ore, in prima run, in modalità normale.
Se vi mancano telecamere fisse, munizioni scarse, enigmi ovunque e controlli tank (che qui sono saggiamente opzionali), non ho dubbi che Tormented Souls 2 vi piacerà. Per gli altri, può essere un buon modo per introdurvi o rituffarvi nel passato in modo non frustrante.









