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Dopo aver terminato la lettura dei primi cinque volumi di Touch, già recensiti in precedenza sul nostro sito, ne rimasi pienamente soddisfatto e con un modesto carico d’aspettative per ciò che sarebbero stati i numeri successivi. Tristemente, mi duole dirlo, con il proseguire dei capitoli la qualità dell’opera subisce in generale un discreto calo rispetto ai primi numeri, mantenendosi comunque su una buona linea, ma andiamo con ordine. In questa recensione elencherò quelli che secondo me sono i pregi e i difetti di quella che, secondo molti, risulta essere l’opera migliore di Mitsuru Adachi, Touch.
I protagonisti di Touch
La storia narra le vicende dei gemelli Uesugi: Tatsuya, il fratello maggiore, è un ragazzo apparentemente svogliato, pigro, e senza alcun interesse in particolare se non quello per le ragazze; tutto il contrario del fratello minore Kazuya, uno studente modello, carismatico, serio e diligente, oltre che ad essere l’asso della squadra di baseball della propria scuola; Minami Asakura, la loro amica d’infanzia, è una ragazza piena di energie, premurosa e sempre in prima linea per supportare in ogni occasione i due fratelli gemelli. Il filone narrativo principale ha come tema il raggiungimento del sogno di Kazuya: il Kōshien, il campionato nazione del baseball liceale. Un sogno, un obiettivo, ma anche una promessa, fatta dallo stesso Kazuya alla dolce Minami durante l’età puerile.
Niente superpoteri, nessun eroismo, zero miracoli. I protagonisti di Touch attingono la loro forza dal proprio animo. Essi sono i responsabili di ogni loro singola azione o decisione che prenderanno. Sono forti, sì, ma anche deboli. Con gli occhi puntati addosso, le gambe che tremano di fronte all’eccessivo peso del carico di aspettative poste dai rispettivi coetanei, i docenti scolastici, e ogni singola persona che fa il tifo per la tua squadra, di chi ti guarda solo attraverso le tue perfezioni, e non per come realmente sei. I giocatori sono in campo, sotto ai raggi di un sole cocente o durante una fredda e battente pioggia, affrontandosi in una partita nove contro nove, per nove lunghi inning. Cos’è che spinge questi ragazzi a battere e a lanciare chissà ancora quante palle contro gli avversari, a incrociare lo sguardo di chi vuole solo vederti stremato a terra, chi per odio o per competizione? Un motivo.
Ogni protagonista avrà un motivo capace di farli spronare e dare il meglio di loro stessi, a spingersi oltre il rispettivo limite, per poter vincere la prossima partita e riuscire ad avvicinarsi al proprio obiettivo sempre di più, fino ad averlo a portata di mano. Che sia per gloria o per passione, una vendetta o una rivalsa, una promessa da mantenere per chi crede in te o per chi invece non ce l’ha fatta, il dover battere o superare il proprio rivale. Quell’amico/nemico col quale abbiamo una sfida personale, una rivalità che ci spinge a dare il massimo di noi stessi, sia per sport o per amore. Coloro che talvolta, riescono a farci capire il valore di ciò che abbiamo solo quando ci ricordano che basta una loro mossa per rubarcela da sotto i nostri occhi.
Touch è un’opera che ci ricorda come spesso, nella nostra vita, tutti noi abbiamo bisogno di un motivo che faccia valere la pena di viverla, come questo può essere un sogno, un obiettivo, una persona. E magari, la risposta ce l’abbiamo davanti agli occhi, ma siamo tanto ciechi da non riuscire a vederla.
Strutturalmente parlando…
L’opera si presenta come una serie di capitoli autoconclusivi che mirano a introdurre la storia e i personaggi, ma con il proseguire dei volumi la trama si fa sempre più articolata, puntando molto sulla caratterizzazione dei personaggi in un misto di vita scolastica e partite di baseball, pur mantenendo un’ottima armonia tra i generi del manga e una splendida leggerezza capace di non annoiare i lettori.
Come inizialmente avevo preannunciato, verso un certo punto della trama, la narrazione comincia a soffrire di linearità e ripetitività, il pathos non è più ben dosato ma piuttosto concentrato in alcune scene brevi, rimanendo comunque d’impatto. Poi, La storia tende molto di più verso l’aspetto sportivo dell’opera, mettendo un po’ da parte quelli che erano il genere sentimentale e slice of life percepiti maggiormente nei volumi iniziali. Ciononostante, l’opera riesce comunque ad intrattenere riuscendo spesso e volentieri a coinvolgere. Inoltre, una pecca da parte dell’autore è come egli riesca a montare, con una certa cura, un possibile sviluppo per una sotto-trama, ma riuscire con un paio di pagine a smontarla come se nulla fosse accaduto, facendo talvolta rimanere di sasso il lettore. Parlando di Adachi, il suo tratto di disegno pulito, minimale ma d’impatto, rimane costante fino alla fine della storia, con un notevole impegno nel realizzare tavole d’effetto soprattutto presenti nella parte sportiva dell’opera.
Touch!
Come Adachi stesso ammette, la realizzazione di Touch proseguì all’epoca un po’ a tentoni, tante idee scartate, riciclate, incomplete che però hanno reso l’opera ciò che era e ciò che sarà. Mi sento in dovere quindi di dirvi che, nonostante tutto, Touch rimane una pietra miliare dei manga spokon anni 80 da leggere e rileggere. È un’ottima lettura da fare nel tempo libero, saprà come intrattenervi e farvi emozionare, senza troppe pretese, se non quella di saperne un minimo sulle regole in generale del baseball (che vi consiglio di ripassare in caso ne foste ignari). Vi rimando comunque alla precedente recensione se voleste avere una mia visione personale dell’opera un po’ più completa, e chiudo dicendo che, se cercate un’opera per avvicinarvi all’autore e agli spokon in generale, Touch è il manga fa per voi.
Autore: | Mitsuru Adachi |
Editore: | Star Comics |
Genere: | Shonen |
Prezzo: | 8.00€ (cad. 1) |